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La storia di Filomena, sfregiata con l'acido dal marito: il racconto della donna domenica ad Alba

ALBA

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CUNEO CRONACA - La violenza sulle donne continua la sua drammatica escalation. I femminicidi dall’inizio del 2023 a oggi sono ben 107. Ma dietro questo dato spaventoso, ce n’è un altro che fa ugualmente paura: quello delle donne che provano a liberarsi da un partner violento che non accetta la decisione e si vendica sulla donna che considera una sua proprietà, infliggendole una punizione per l’abbandono e segni indelebili che cambieranno per sempre la vita della vittima. È il caso della donna di 23 anni aggredita a Erba, in provincia di Como, che aveva denunciato numerose volte l’ex fidanzato, nei confronti del quale era stata emessa anche un’ordinanza restrittiva. Il ragazzo di 25 anni ha violato l’ordine, l’ha raggiunta e le ha gettato dell’acido muriatico sul volto, una sostanza corrosiva, potenzialmente in grado di distruggere i tessuti cutanei e persino muscolari.

Lo sa bene Filomena Lamberti, la prima donna in Italia vittima di acido. Nel 2012, nella notte, l’ex marito le versò dell’acido solforico su testa, volto, mani e décolleté. A 10 anni di distanza da quel tragico episodio, la donna sta via via riacquistando la sensibilità dei tessuti. Tanto da riuscire a “sentire nuovamente il vento sul volto”, come lei stessa ha dichiarato. Merito delle cure pro bono del progetto RigeneraDerma. Filomena è infatti una delle testimonial RigeneraDerma, che si pone il nobile obiettivo di riparare il danno funzionale per migliorare la vita delle donne vittime di violenza di genere, offrendo a 500 persone che non possono permetterselo, la cura gratuita delle cicatrici con Biodermogenesi®, la metodologia per la rigenerazione tissutale, 100% italiana, coperta da brevetto internazionale. Partner del progetto l’Università di Verona.  Filomena Lamberti racconterà la sua rinascita in un incontro col pubblico che si terrà ad Alba, domenica 26 novembre, nell’ambito del Convegno SIME Nord “Dall’Alba al futuro della medicina estetica”.

«L'aggressione con acido, conosciuta anche come "vitriolage" è una forma di violenza premeditata che consiste nel gettare una sostanza corrosiva sul corpo di un'altra personacon l'intento di sfigurarla, mutilarla, torturarla o ucciderla. La gravità del danno dipende sia dalla concentrazione della sostanza corrosiva utilizzata che dal tempo in cui essa rimane a contatto con i tessuti. Il comune denominatore degli aggressori è il desiderio di colpire la faccia. Contro la povera signora Lamberti è stato usato l’acido solforico uno degli agenti più aggressivi: ha ricevuto danni gravissimi alle palpebre, labbra, naso, orecchie. La signora ha dovuto subire numerosi interventi di chirurgia plastica che non sono riuscite a restituirle completamente ne l’aspetto né la funzione», spiega il Dottor Bruno Brunetti, Specialista in Dermatologia e Malattie sessualmente trasmissibili e titolare del Centro dermatologico Brunetti di Salerno.

«La metodologia Biodermogenesi® è in grado di recuperare la funzionalità del microcircolo cutaneo, migliorando la qualità della matrice extracellulare e moltiplicando la produzione di collagene e fibre elastiche in tutte le alterazioni cutanee, in particolare sulle cicatrici. Ho trattato le cicatrici della signora Lamberti causate da acido solforico, con 12 sedute Biodermogenesi®», sottolinea la Dottoressa Anna Maria Minichino, Medico Chirurgo e Responsabile dermoestetico del Centro dermatologico Brunetti di Salerno.

 «Seduta dopo seduta ho notato un livellamento delle cicatrici che reso la pelle più liscia, compatta ed uniforme; le rughe si sono attenuate ed anche il diverso colore delle cicatrici si è presentato sempre più simile a quello della pelle sana. Alla palpazione di volto e collo effettuata dopo i trattamenti i cordoni cicatriziali presenti sono notevolmente migliorati, divenendo più morbidi ed elastici permettendo alla paziente di poter finalmente inclinare e ruotare la testa senza limitazioni e dolore. L’aspetto professionale per me più gratificante nel dedicarmi alla signora Lamberti è stato quello di averle migliorato la qualità della vita, grazie ad un importante miglioramento delle sue cicatrici, sia funzionale con il recupero della sensibilità delle pelle del volto, che estetico, dando sollievo e speranza ad una paziente così emotivamente provata», continua la Dottoressa Minichino.

 

«Le cicatrici al volto sono un problema grave in medicina, perché creano conseguenze sulla psiche dell’individuo, alterano l’immagine del sé e diminuiscono la qualità della vita in modo significativo. Oggi abbiamo degli approcci terapeutici sicuramente efficaci, ma occorre sviluppare sempre più le terapie non invasive, in grado di agire in modo sicuro e con una documentata efficacia. Le terapie non invasive sono particolarmente importanti perché possono essere utilizzate più facilmente anche nelle fasce più svantaggiate della popolazione. Proprio per questo hanno un elevato impatto sociale», sottolinea il Professor Andrea Sbarbati, Professore Ordinario dell’Università di Verona.

Oltre alle donne vittime di violenza, il progetto è aperto anche a persone di entrambi i sessi, economicamente svantaggiate. Per tutti, le terapie saranno erogate interamente pro-bonocon il medical device Bi-one® LifeTouchTherapy presso i Center of Therapeutic Excellence Biodermogenesi® (CTE) che aderiranno all’iniziativa.

Non potranno essere coinvolti:

-          Pazienti affetti da dismorfofobia;

-          Pazienti psicologicamente non stabili;

-          Pazienti non sani;

-          Pazienti con reddito medio, medio/alto o alto.

La cicatrice è la conseguenza di una lesione cutanea di varia natura (post-chirurgica, da trauma, da abrasione, da ustione, chimica, ecc.). In ogni caso si assiste ad una lacerazione dello strato corneo e dell’epidermide che determina una perdita delle essenziali funzioni della barriera epiteliale, che risultano compromesse sino a quando lo strato corneo non viene perfettamente ristrutturato. Generalmente il pieno recupero delle funzioni epiteliali richiede oltre un anno dal trauma.

Ogni anno, nei soli Paesi sviluppati vi sono mediamente 100 milioni di persone con nuove cicatrici che riguardano sia il corpo che il volto. Di queste, 55 milioni sono legate ad esiti post-chirurgici elettivi, mentre 25 milioni sono dovute ad interventi chirurgici post-traumatici, i restanti 20 sono di diversa natura. Parlando nello specifico del volto vi sono, inoltre, cicatrici derivanti da trauma, per le quali non si può quantificare il numero annuo, sebbene probabilmente sia più elevato rispetto a quelle chirurgiche.

Allo stato dell’arte non si è affermata una tecnologia che si possa definire universalmente efficace nella terapia delle cicatrici e questo ci ha portati a valutare la sinergia tra campi elettromagnetici e vuoto, anche di conseguenza ad esperienze maturate da Nicoletti e coll. della Cattedra di Chirurgia Plastica dell’Università di Pavia e da Veronese e coll. del Dipartimento di Neuroscienze dell’Università di Verona, che hanno ottenuto significativi esiti su cicatrici di ogni genere, comprese quelle lacero-contuse, da trauma e da ustione su collo e volto.

L’esperienza Biodermogenesi® relativa a 25 pazienti gravati da cicatrici da trauma, ustione, da taglio e post-chirurgiche, ha permesso di constatare un importante miglioramento delle cicatrici trattate, sia per quanto riguarda la trama cutanea che per la discromia, ottenendo in alcuni casi anche l’abbronzatura della cicatrice. Da tale esperienza sono derivate un articolo scientifico recentemente pubblicato e il presente progetto RigeneraDerma.

Bibliografia citata

01.  Sund B. New developments in wound care. PJB Publications, London, pp.1-255 (2000)

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04.  Natalia Ziolkowski, Simon C Kitto, Dahn Jeong, Jennifer Zuccaro, Thomasin Adams-Webber, Anna Miroshnychenko, Joel S Fish. Psychosocial and quality of life impact of scars in the surgical, traumatic and burn populations: a scoping review protocol. BMJ Open 2019;9:e021289

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07.  Nicoletti G, Perugini P, Bellino S, Capra P, Malovini A, Jaber O, Tresoldi M, Faga A. Scar Remodeling with the Association of Monopolar Capacitive Radiofrequency, Electric Stimulation, and Negative Pressure – Photomedicine and Laser Surgery Volume XX, Number XX, 2016 M. A. Liebert, Inc. Pp. 1–13

 

 

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