CUNEO
GUIDO CHIESA - Tra qualche giorno dovrebbe essere approvata dalla Conferenza d’ambito dell’ATO 4 della provincia di Cuneo la delibera che stabilisce a quale società affidare la concessione trentennale della gestione del Servizio Idrico Integrato (impropriamente chiamata Acqua Pubblica).
Visto lo schieramento delle forze che si sono dichiarate favorevoli, è assai probabile che tale concessione venga affidata ad un Consorzio, totalmente pubblico, formato da un numero imprecisato di consorzi, totalmente pubblici, responsabili di specifiche aree territoriali. Una ipotesi accreditata vedrebbe la suddivisione della provincia nelle quattro zone di Cuneo, Mondovì, Alba e Bra, e Pianura (Fossano, Savigliano e Racconigi). Se questa sarà la soluzione adottata io credo si sarà persa una storica occasione per dare al Servizio Idrico Integrato (SII) un assetto organico ed efficiente.
Una premessa: nel lungo processo che ha condotto alla presente situazione è stato compiuto un passo importante e indispensabile: è stato rielaborato un Piano d’Ambito che prevede gli investimenti ritenuti necessari per SII della provincia di Cuneo nei prossimi 30 anni.
Nella sua prima versione il Piano prevedeva investimenti per € 700 milioni in 30 anni. Da più parti è stato richiesto un incremento del budget in considerazione dello stato delle reti, in alcune tratti vecchie di oltre 60 anni, e dello standard europeo che vede come investimento necessario per una efficiente gestione del SII una cifra che varia da 50 - 80 €/anno abitante. Nella seconda versione del Piano il budget è stato elevato a 722 milioni, ma con gli standard europei la cifra complessiva sarebbe dovuta salire ad un minimo di 900 sino ad un massimo di 1400 milioni di Euro.
Ora, nell’introduzione dell’ultima revisione del progetto si legge che il Piano “ha ritenuto non accoglibile l’indicazione di un cospicuo incremento del budget complessivo, sia in quanto ritenuta non conseguibile una capacità di impresa (del Gestore) in ATO4 adeguata alla messa in opera di interventi per un ammontare superiore a quello previsto, come riscontrato su dati reali, sia per l’evidente effetto negativo di una simile diversa impostazione sulla finanziabilità del Piano e sulla tariffa che dovranno pagare gli utenti”.
In poche parole il Piano ha dato per scontato che la capacità di spesa del Gestore rimanga congelata allo stato attuale per i prossimi 30 anni contro la naturale tendenza di ogni Azienda a migliorare la propria organizzazione ed ad ampliare il giro d’affari. In secondo luogo che la tariffa, tra le più basse d’Italia e del pianeta, di un bene vitale come l’acqua, da cui dipende la qualità della nostra vita e la nostra vita stessa, non sia aumentata come dovrebbe se si volessero diminuire drasticamente le perdite delle reti e restituirla depurata ai corsi d’acqua. Oppure si decidesse di dare lavoro alle imprese edili locali, in un’epoca in cui far crescere il lavoro è fondamentale per l’economia del paese.
In sintesi i due vincoli con i quali è stato elaborato il piano dimostrano una totale incapacità di concepire riforme che rispondano ai reali ed impellenti bisogni del paese. E mi domando: ma è un sogno sconsiderato quello di avere, tra 30 anni, un Sistema Idrico Integrato allineato con i migliori standard europei? E’ un sogno senza senso pensare che i cittadini della provincia di Cuneo accettino di pagare qualche euro in più quando venisse loro dimostrato che vengono usati per migliorare la qualità di un bene così prezioso come l’acqua e per dare lavoro ai giovani? Dobbiamo sempre accontentarci di progetti che non riusciranno mai a togliere il nostro paese dall’ultimo posto dei paesi d’Europa per la miopia di pochi che difendono l’esistente per il loro tornaconto? Ma, in ultima analisi, a cosa servono politici che non sanno guardare più in là del loro naso?
Guido Chiesa
(1-continua)