CUNEO
CUNEO CRONACA - “E’ una questione vitale per i nostri territori, dove i Circoli ACLI rappresentano spesso l’unico spazio di aggregazione e di socialità, e non possiamo accettare passivamente una decisione così pesante, che, oltretutto, mette a rischio la tenuta sociale del Paese”.
Le ACLI provinciali di Cuneo prendono posizione riguardo all’ultimo DPCM che penalizza sostanzialmente il mondo dell’associazionismo e del no profit, con un “nonché”, costringendo alla chiusura i Circoli associati fino al 24 novembre.
Nei mesi scorsi è stato fatto tutto il possibile per garantire il rispetto delle regole e la sicurezza, con la realizzazione di protocolli e l’applicazione scrupolosa delle direttive emanate, per garantire la salute di tutti: ora ci si ritrova al punto di partenza, come se nulla fosse stato fatto.
Nessuno mette in dubbio la gravità della situazione, ma visti gli sforzi effettuati, è assolutamente necessario assumere delle soluzioni che permettano, nella piena responsabilità e consapevolezza delle condizioni in cui ci si trova a vivere, che le persone, specialmente le più fragili e sole, non siano abbandonate alla paura generata anche dalla diffusione continua e martellante di dati, che suscitano ansie sempre più profonde.
La possibilità di stare insieme in sicurezza non rientra forse strettamente nella definizione dei servizi ritenuti “essenziali”, ma per certe persone e determinati territori, essa costituisce effettivamente una risorsa “vitale” nel vero senso del termine.
“Siamo fortemente preoccupati per la tenuta dei nostri Circoli - dice il presidente provinciale ACLI Elio Lingua - e per la salute delle persone, che rischiano non solo per il Covid ma anche per l’abbandono, la paura e la solitudine. I soci dei nostri circa 250 Circoli vengono nuovamente privati di spazi di socialità che li aiutano a vivere; se non cambieranno le cose, dei Circoli chiuderanno per sempre, contribuendo ad aumentare la povertà dei territori sotto tutti i punti di vista, con conseguenze di inaudita gravità”.
Le ACLI provinciali di Cuneo chiedono con forza interventi politici ed economici che possano salvare i nostri territori dalla desolazione totale e permettano di combattere l’impoverimento sociale e materiale della gente: “Siamo disposti a continuare a lavorare sodo nei nostri Circoli, nel rispetto della legge e di tutte le norme sanitarie - concludono i membri della presidenza delle ACLI di Cuneo - ma non accettiamo decisioni troppo penalizzanti, che mettono a rischio la crescita, la democrazia e la coesione sociale”.
DL RISTORI, ACLI E ARCI: INSERIRE SOLO CIRCOLI CON PARTITA IVA SAREBBE DISPARITA’ DITRATTAMENTO INGIUSTIFICATA
Le ACLI nazionali e ARCI nazionale esprimono preoccupazione per l’esclusione degli enti del Terzo settore non commerciali dalle misure del decreto Ristori. Il decreto, nonostante l’inserimento dei circoli nell’elenco ristretto delle attività economiche cui è destinato il contributo a fondo perduto ed erogato dall’Agenzia delle Entrate con una procedura semplice e veloce, prevede infatti che tale somma a fondo perduto sia riservata solamente ai circoli possessori di Partita IVA.
Si tratta di una disparità di trattamento ingiustificata che porterà moltissimi circoli, costretti alla chiusura fino al 24 novembre dalle nuove misure anti Covid, a non essere nelle condizioni di riaprire per riprendere le loro attività già fortemente penalizzate dall’emergenza che stiamo affrontando.
“Siamo consapevoli - dichiarano il Presidente nazionale delle Acli, Roberto Rossini e la Presidente nazionale Arci, Francesca Chiavacci, in una nota congiunta - delle difficoltà nel parametrare il valore sociale ed economico di queste realtà, ma crediamo anche che bisogna tener conto degli sforzi che tutti i circoli hanno fatto in questi mesi per riaprire nel rispetto delle regole e dei protocolli anti Covid. Non siamo solo luoghi del tempo libero ma svogliamo un ruolo sociale. Per questo chiediamo con forza a tutti i parlamentari di intervenire nel corso dell’iter di conversione del decreto, per raccogliere le istanze dell’associazionismo sociale”.