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A Pamparato si rievoca la tragedia di Mafalda di Savoia, morta nel lager nazista di Buchenwald

CUNEO

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Il 28 agosto 1944 la principessa Mafalda di Savoia morì nel campo di concentramento di Buchenwald, dopo  la tardiva amputazione del braccio sinistro, ferito da spezzoni di bombe lanciate da aerei anglo-americani sul complesso industriale chimico poco distante dal lager.

Nata a Roma il 19 novembre 1902, secondogenita di Vittorio Emanuele III e della Regina Elena,  il 23 settembre 1925 Mafalda (“Muti” in famiglia) aveva sposato il principe Filippo, landgravio d'Assia, e ne aveva avuto quattro figli: Maurizio, Enrico, Ottone ed Elisabetta.

A fine agosto del 1943 la principessa raggiunse a Sofia  la sorella Giovanna di Savoia, il cui consorte, Boris III zar dei Bulgari, agonizzava, probabilmente avvelenato durante un incontro con Hitler.

Nei giorni della sua permanenza a Sofia gli anglo-americani comunicarono la resa dell'Italia con quattro giorni di anticipo sul previsto (8 anziché 12 settembre). Mentre il 9 la Famiglia reale si trasferì in Puglia al seguito del Governo Badoglio, il rientro di Mafalda di Savoia in Italia divenne complesso e travagliato.

L'aereo che doveva condurla a Bari atterrò a Pescara. Da lì la principessa corse a Roma per mettere al sicuro i figli minori in Vaticano (Maurizio era in Germania, come il padre Filippo, sotto stretta sorveglianza di Hitler, che poi lo “confinò”). 

Attratta all'ambasciata di Germania dal colonnello delle SS Kappler, col l'ingannevole pretesto di una telefonata del consorte, il 23 settembre Mafalda fu  arrestata  e deportata a Buchenwald sotto falso nome di “Frau von Weber”.

Come detto, vi  morì in circostanze tragiche. La sua salma, sepolta a Weimar senza segni di riconoscimento, fu poi rinvenuta grazie a marinai italiani a loro volta prigionieri di guerra. Solo il 2 maggio 1945 i famigliari ebbero conferma della sua fine straziante e, come milioni di italiani, presero il lutto. 

La vicenda della Principessa Mafalda è al centro di un incontro al Municipio di Pamparato, in provincia di Cuneo alle 17.30 di martedì 28 agosto. Intervengono Francesco Cordero di Pamparato, la ricercatrice Maura Aimar, Aldo Alessandro Mola, direttore della Associazione di studi storici Giovanni Giolitti e curatore delle biografie di  Mafalda di Renato Barneschi (ed. Bompiani) e di Mariù Safier (ed. Bastogi), e Sergio Soave, presidente dell'Istituto storico della Resistenza. Modera  Claudio Bo, direttore del settimanale “Piazza Grande”.

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