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A Carrù nasce la prima Birra Origine Piemonte prodotta dall'azienda agricola Fré

MONDOVì

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CUNEO CRONACA - Ha fatto l’ingresso sul mercato la prima birra agricola marchiata Birra Origine Piemonte (Bop), il Consorzio costituito ufficialmente nell’agosto 2019 su forte spinta della Cia Cuneo, con il presidente e il direttore provinciale, Claudio Conterno e Igor Varrone, insieme ad altre Cia del territorio regionale. A produrla, seguendo il disciplinare del Bop che indica di utilizzare materie prime coltivate e trasformate in Piemonte, è Antonello Musso dell’azienda agricola Fré di Carrù, in provincia di Cuneo. Musso coltiva orzo e luppolo - le materie prime necessarie a realizzare la bevanda - nei terreni di Carrù, poi fa maltare l’orzo - lavoro indispensabile per ottenere la birra - dalla Malteria Monferrato di Villafranca d’Asti e fa gestire il processo produttivo dal birrificio Kauss di Piasco. Le tre aziende fanno parte del Consorzio: Fré e Kauss come fondatrici. 

Musso ha iniziato a coltivare le materie prime per fabbricare la birra agricola dodici anni fa, ottenendone la certificazione biologica nel 2015. E ha lanciato sui mercati la Fré Bionda e la Fré Ambrata. Adesso l’ulteriore passo della prima birra con il marchio Bop: Bionda confezionata nei formati 33 e 75 cl e in fusto. "A me non interessa essere stato il precursore a lanciare la Birra Origine Piemonte. Ma ci sono due aspetti che mi rendono particolarmente soddisfatto - dice Musso -. Il primo: far conoscere di più il lavoro della coltivazione in azienda delle materie prime perché quando sono partito, nel 2010, eravamo proprio in pochi a farlo e adesso siamo sempre di più. Il secondo: dopo alcuni anni di confronto all’interno del Consorzio, l’essere riusciti a concretizzare il progetto dell’Origine Piemonte che in questo modo, prende forma attraverso un prodotto. Tutto ciò dimostra come entrambe le strade si possano percorrere e aprano le porte a dei buoni risultati qualitativi e di marketing”. 

Dove venderà la nuova birra? “Per valorizzare l’immagine del Consorzio inizialmente vorrei commercializzarla nei confini piemontesi. Quando avrà preso piede l’obiettivo è di lanciarla al di fuori della Regione in modo da allargare la conoscenza del marchio e della filosofia che lo accompagna”. Intanto, proprio per sviluppare e consolidare il Bop anche l’azienda Trematti microbirrificio Dr. Barbanera di Grazia Gioira di Cavallirio, in provincia di Novara, che fa parte del Consorzio, sta lanciando una Birra Origine Piemonte. E altri soci si stanno attrezzando per farlo. Il presidente e il direttore della Cia provinciale di Cuneo, Claudio Conterno e Igor Varrone, sono molto contenti di veder realizzato un passo concreto del progetto nel quale hanno fortemente creduto. Spiegano: “Per il Consorzio si tratta di un momento importante del cammino iniziato alcuni anni fa con il quale si voleva far crescere la birra agricola attraverso un percorso di filiera che riconoscesse le materie prime prodotte localmente. Avere, oggi, le prime Birre Origine Piemonte è un passaggio fondamentale lungo la strada intrapresa. Il fatto, poi, di arrivare dopo oltre due anni di Covid vuol dire che l’impegno in questa direzione è stato ancora maggiore. Poco per volta, stiamo realizzando un progetto che, all’inizio, pareva impossibile da attuare e che, al contrario, tutti insieme siamo riusciti a portare avanti. Musso e Barbanera sono stati gli apripista delle prime birre marchiate Bop: ci auguriamo possano stimolare anche gli altri soci a seguirli nel percorso”. 

I fondatori del Consorzio Birra Origine Piemonte sono stati, nel 2019, il presidente di Cia Cuneo, poi nominato presidente dello stesso organismo, Claudio Conterno; la Quebere birrificio agricolo Kauss di Piasco, con Diego Botta, Ivan Lodini e Luigi Cagioni; l’Hopera di Luca Bonelli, produttore di luppolo tra Busca e Dronero; Antonello Musso e l’azienda agricola Fré con sede a Carrù, produttore di orzo, luppolo e birra; l’Aragno Agricola Fondiaria di Savigliano; la società agricola Cascina Motta di Massimo Prandi (Sale, Alessandria) e il Nuovo Birrificio Nicese di Carlo Colombara (Nizza Monferrato-Asti). Poi, l’assemblea del febbraio 2021 ha accolto l’ingresso dei nuovi soci: Bbm birra e bevande magiche di Lelio Bottero (Carrù); Birra Alabuna di Alessandro Somà (Villanova Mondovì); FraMax Birrificio Agricolo di Francesca Boschis (Canale); Trematti microbirrificio Dr. Barbanera di Grazia Gioira (Cavallirio-Novara); Gravità Zero di Luca Delleani (Giaveno-Torino); Parsifal Birrificio Artigianale di Maurizio Musi (San Raffaele Cimena-Torino) e Malteria Monferrato di Vincenzo Monastra Varrica (Villafranca d’Asti-Asti). 

"L’intero percorso produttivo dei birrifici agricoli, ma anche di quelli artigianali, deve avvenire con materie prime coltivate e trasformate in Piemonte - spiegano presidente e direttore Cia provinciale -. Legando la birra al territorio, in un progetto di filiera locale. Operando, cioè, tutti con gli stessi obiettivi e seguendo le regole che ci si è dati per ottenere i traguardi da raggiungere. In tanti è un cammino praticabile, mentre da soli si va da nessuna parte. Come è accaduto per il vino a partire dagli Anni Settanta”. Nonostante l’emergenza sanitaria legata al Covid abbia rallentato fortemente l’operatività del Consorzio, nei tre anni passati sono state messe in campo importanti iniziative. A partire dal logo, creato da Cia Cuneo. Poi, è iniziata un’attenta e serrata discussione tra gli associati con l’obiettivo di ottenere il marchio di Prodotto Agroalimentare Tradizionale (Pat), accompagnato dal relativo disciplinare di produzione. Al dibattito interno si è affiancato il lavoro affidato a consulenti esterni sulla storia della birra in Piemonte, che ha radici lontane, e un’analisi dell’impatto economico del settore a livello non solo locale. La documentazione con la richiesta di Pat è stata depositata in Regione nel giugno 2021 e si sta attendendo la risposta.

Un risultato concreto raggiunto è stato l’inserimento del settore birrifici agricoli nel percorso delle misure del Programma di Sviluppo Rurale gestito dalla Regione, attraverso un Bando uscito a fine dicembre 2021. Inoltre, con il grande impegno del direttore di Cia Cuneo, Igor Varrone, è stato ottenuto dall’Inps il non facile riconoscimento di un adeguato numero di giornate lavorative delle aziende agricole che producono birra e coltivano orzo e luppolo destinati alla stessa bevanda. Infine, sempre con il supporto di Cia, sono state ottenute dalla Regione delle deroghe per poter effettuare trattamenti sul luppolo in precedenza non previsti e non regolamentati. Sempre nel 2021, l’Institut Agricole Régional della Valle d’Aosta ha voluto approfondire con il Bop l’esperienza di filiera: percorso che porterà ad attivare un protocollo di collaborazione.

“Siamo soddisfatti del percorso portato avanti. Tra gli obiettivi futuri, oltre all’ottenimento del Pat e della Legge Regionale sulla birra Piemontese, con il successivo inizio del percorso riguardante l’Igp, dobbiamo intraprendere una capillare promozione del prodotto sul mercato nazionale e su quello internazionale. Il Consorzio si potrà anche allargare a birrifici di dimensioni maggiori. L’importante è che accettino e rispettino le regole dettate dal disciplinare Birra Origine Piemonte", concludono presidente e direttore. 

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