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Vino in Piemonte, l'ultima vendemmia in Langa tra "ingredienti" giusti e un Barolo che sorprende

ALBA

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SERGIO RIZZO - Caldo e pioggia, in dosi non equilibrate come ci stiamo abituando in questi ultimi anni, capacità delle diverse cultivar di adattarsi al clima, e sorprese positive e inaspettate nei vini che stanno maturando in cantina. Questi sono gli ingredienti della vendemmia 2023, iniziata, per la cantina Terre del Barolo, il 21 agosto e conclusasi il 23 ottobre, figlia di una stagione climatica che ci spiegano Daniele Ronco e Martina Tarditi, gli agronomi dell’ufficio tecnico agronomico.

Nel complesso i risultati della vendemmia sono stati molto positivi nonostante l’andamento climatico particolarmente altalenante della stagione appena trascorsa, caratterizzata da un semestre autunno-inverno 2022-2023 molto asciutto, da una periodo primaverile molto piovoso da inizio maggio, e protrattosi per circa 50 giorni. L’estate asciutta e calda ha condizionato la fase di invaiatura e maturazione, e, l’ondata di calore della seconda metà del mese di agosto, ha fatto registrare una temperatura media giornaliera che non è scesa al di sotto dei 30°C, con le massime che sono sempre state ben al di sopra dei 35°C. Momento chiave è stata l’importante precipitazione del 27 e 28 agosto, con 100 - 150 mm di pioggia, a secondo delle zona (ovvero circa il 20% delle precipitazioni dell’annata), che ha dato un’impronta forte all’annata e permesso ai vigneti di portare a termine la maturazione nel migliore dei modi. Tutto questo - continuano i tecnici - si è tradotto in una buona raccolta per le uve delle cultivar più precoci e  per i vigneti più esposti al sole, che però hanno risentito maggiormente delle elevate temperature di fine agosto. In generale, le stesse condizioni climatiche hanno invece condizionato positivamente la maturazione della Barbera che si dimostra qualitativamente resiliente al cambiamento climatico in atto. Giudizio ottimo invece se guardiamo al Nebbiolo, il lungo periodo di maturazione ha giovato di un settembre dalle temperature giornaliere miti, con un’importante escursione termica fra il giorno e la notte. Le rese sono state buone e più che soddisfacenti e, a seguito di un primo assaggio alla svinatura, il vino Nebbiolo sembra promettere molto bene per il futuro Barolo 2023”.

L’enologo Daniele Ponzo analizza come sta andando la maturazione cambiamento importante rispetto alla storicità delle nostre terre, si è tradotto in cantina con risultati molto buoni e, in alcuni casi, inaspettati. Le basi spumanti e gli altri bianchi fermi hanno rappresentato una sorpresa presentando vini mediamente alcolici dalle note fresche e fragranti privi di eccessi con un buon equilibrio. Il dolcetto forse è stata la varietà che maggiormente ha sofferto delle condizioni estreme, dimostrando però di avere la forza e la capacità di preservare un buon equilibrio tra alcool, fragranza ai profumi, morbidezza al palato, per una sensazione di vino semplice e appagante che si era ormai persa nel passato. Il Barbera, forte e resiliente, si sta esprimendo in note mature sostenute da una fresca acidità che dona vini ricchi, morbidi e vivaci nel colore, al naso e al palato. Molto bene il Nebbiolo per la sua capacità di adattamento che, unita ad un’escursione termica ottimale nelle fasi finali della maturazione, ha permesso di ottenere risultati ottimali ed inaspettati: freschi, fruttati, fragranti e decisi i Langhe Nebbiolo, freschi dalle note di frutta matura e sfumature floreali i Nebbiolo d’Alba”.

Il Barolo ha stupito in positivo, ancora una volta: “Il Nebbiolo dona il massimo quando è coltivato nei migliori terreni. La parte finale della stagione ha permesso di preservare nasi complessi e ricchi di sfumature con un colore vivo brillante e profondo. Al palato i diversi Barolo si presentano ricchi e strutturati con una trama tannica importante e dal grande potenziale per il futuro invecchiamento. Infine i Cru, ricchi di carattere, definiti nelle loro diversità con sfumature più mature e verticali per alcuni, intense, fresche e molto bilanciate per altri”.

Sergio Rizzo


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