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"Buona Pasqua d'amore, anche se litigarello": da Fiorella di Bra auguri agli amici cuneesi

BRA

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FIORELLA AVALLE NEMOLIS - E' la mattina del 29 marzo millenovecentosessantaquattro: è Pasqua, sarà stata alta o bassa? Comunque sia, per me, è stata tra le più belle. Bra si sveglia con un tiepido giorno, non rammento la temperatura esatta.

Babbo Mario, il futuro Bernacca di casa, disseminava termometri in ogni stanza, perfino sul balcone. Doveva regolarsi per indossare il peso giusto degli abiti. Quel paese del cucu (senza offesa per Bra, e per tutto il Piemonte), richiedeva attenta osservazione quotidiana della temperatura. Comunque, sempre troppo rigida.

Il barometro, all'epoca di moda solo come ornamento, per babbo era di primaria importanza: segnalava il tasso di umidità, sempre troppa per il fastidio alla cervicale. La mattina, tirando su dal naso, comunicava con solennità le previsioni del tempo. La famiglia, che se ne infischiava della metereologia, per compiacenza ascoltava il suo mugugno: "Gina, appena in pensione, ci trasferiamo in una città di mare, clima mite e passeggiate lungo mare". Sul lungo mare, sì, ce lo vedevo, ma immobile, seduto comodo sulla sdraio più confortevole e imbaccucato con maglia dolce vita e cappello.

Sicchè indosso frettolosa la vestaglia, guadagno il bagno per prima e sento bussare alla porta: è babbo Mario che mi strilla. "Scimmia, fuori ci sono appena 18 gradi, copriti bene!" Certo, ma non rinuncio sicuro alla camicetta nuova: in maglina sintetica, leggerissima sulla pelle, trasparente, ti vedo e non ti vedo, in fantasia cachemire, con quella goccia seducente in mille accostamenti di colore, sta d'incanto abbinata al taillleur verde smeraldo.

Che nevicasse pure! Sempre avuto il disprezzo delle conseguenze. Ma il cuore, all'improvviso, esplode prepotente da quel tessuto impalpabile, il battito si fa forte, le pulsazioni accellerate, il sangue, di colpo, mi va alla testa e mi fischiano le orecchie. Che fracasso! Che mi sta succedendo? E' gioia, perdindirindina, è la gioia incontenibile che mi inghiotte al pensiero che è la prima Pasqua da fidanzata. Ecco cos'è! Ma che m'importa dei 18 gradi! La mia temperatura è quella di un vulcano in piena eruzione.

Fiorella, presto, presto, devi fare presto! Marzio, il tuo fidanzato ufficiale, alle dieci sarà sotto casa. Scenderai le scale, leggiadra, flessuosa, su quei tacchi a spillo 12, fasciata nella gonna attillata come un guanto e lo spacco vertiginoso che, sofferente, urla: “Sono al limite dello squarcio!”. Guai a sfiorare il corrimano! In perfetto equilibrio, con gambe ferme, braccia morbide a sfiorare i fianchi, guadagnerai scalino dopo scalino, come se scendessi dalle nuvole, e a testa alta: i piedi sanno dove andare.

Giunta al pianerottolo, vedrai già la Spider rosso fiamma parcheggiata davanti casa, e Marzio, alto, bello come un dio, che ti sorride, e scende agile, per girare intorno all'auto ed aprirti la portiera. Sceso l'ultimo gradino che dà sulla strada, lancerai un'occhiata per specchiarti, vanitosa che sei, nelle ampie vetrate dell'atrio del palazzo. Una sistematina a quel ciuffo, ribelle come la sua testolina, una scossa di chioma lucente e libera per pettinarsi col vento. E Marzio ed io, incuranti dei 18 gradi, sfrecceremo sulla Spider scoperta, nulla ci farà paura. Insieme tutto ci sembrerà possibile.

"Scimmia, vuoi sbrigarti ad uscire dal bagno?". E' di nuovo il babbo. Ma che accidenti vorrà, ancora! Sono passati appena dieci minuti. Invece è molto di più. Come al solito, la mia fantasia galoppa sui sogni più dolci dell'amore. Ma la realtà sarà indescrivilmente più eccitante. Il perchè? Lo so io...

“Fiorella! - stavolta a strillare fuori della porta del bagno, è Giuliana, mia sorella - Marzio ha già citofonato, è sotto ad aspettarti. Muoviti, non farlo aspettare!”. E no! Un pochino mi farò desiderare, anche se vorrei volare le scale per vederlo ancora prima di scenderle, ma mi trattengo. E' così che si fa!

Buona Pasqua a tutti, la nostra è da bisticcioni, come dal primo giorno. Ma sempre insieme.

Fiorella Avalle Nemolis

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