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Un anno di divieto di transito in Valle Roya per i Tir e intanto fantasiose idee da oltre confine

MONTAGNA

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Riceviamo da Astra Cuneo e pubblichiamo: "Del tunnel di Tenda, a turno, si riempiono la bocca un po’ tutti, non bisogna negarlo. Ad intonare critiche e proposte questa volta sono state le associazioni ambientaliste francesi della Valle Roya, tornate alla ribalta dopo lungo tempo, e nella consueta immobilità del cantiere (che è sempre lì, non si è mosso). Le soluzioni avanzate, tuttavia, appaiono ancora una volta lontane anni luce dalla logica e ragionevole realtà, nonché totalmente decontestaulizzate.

Ecco allora la stravagante proposta del “non fare”, lasciando immutata l’attuale situazione: vecchio traforo mantenuto così com’è con il solito semaforo, magari spostandolo semplicemente più vicino alla galleria per accorciare i tempi di attesa. E il cantiere? La nuova canna dovrebbe fungere, secondo gli ambientalisti, da canale di emergenza o essere dedicato a transito di bici e pedoni. In qualità di associazione cuneese dei trasportatori, ci chiediamo se davvero queste fantasiose esternazioni possano incontrare il favore degli abitanti della nostra provincia, giacché siamo certi che l’intero panorama imprenditoriale già si trova in completo disaccordo con tali proposte.

Nel frattempo “festeggia” infatti un anno il provvedimento di divieto emanato dai sindaci della Valle Roya per i veicoli superiori alle 19 tonnellate e le imprese della Granda contano i danni causati dall’ordinanza dei sindaci. I produttori della nostra provincia si sono infatti visti costretti a pagare il grave dazio di dover percorrere 200 chilometri in più per esportare le proprie merci o addirittura di abbandonare i mercati della Costa Azzurra. E mentre le aggregazioni ecologiste francesi rilasciano interviste anticipando di volersi rivolgere addirittura al nostro Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, gli interpreti politici italiani si danno il cambio e si susseguono, senza che nulla di nuovo accada.

Così i traffici turistici ed economici tra la nostra provincia e la vicina Francia si affievoliscono nel silenzio più totale. Già, perché mentre la politica lavora su Twitter e Facebook, i cittadini abbandonano la via del mare mentre gli imprenditori, come sempre, devono continuare a cavarsela da soli".

 

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