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Sorridevo della Volkswagen, poi ho pensato all'ospedale Alba-Bra

ALBA

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TERESIO ASOLA - Sabato, festa della riunificazione tedesca, mi trovavo alla clinica universitaria di Tübingen in Germania dove mia figlia ha finito sei mesi di lavoro presso un laboratorio di ricerca. Il complesso ospedaliero cui il centro di ricerca è annesso è un paradiso sulla collina della città: giardini, giochi per i bambini, pulizia, linee architettoniche moderne e piacevoli, colori, silenzio, foresterie, mense come ristoranti, reception come conciergerie di un 5 stelle. Raggiungibile con breve passeggiata dal centro cittadino oppure in bus con fermata a 50 metri o in navetta Patientenbus fra questo e il polo ospedaliero a valle, giusto all'ingresso. 

Ho pensato a certe nostre opere. L'ospedale Alba-Bra a Verduno, ad esempio. Finanziato più di vent'anni fa, in costruzione da oltre dieci su un terreno franoso tenuto su da 900 pali in cemento, completato al 70% in attesa dello sblocco di 60 milioni della Regione Piemonte, una volta inaugurato (si prevede fine 2016) sarà equamente scomodo per albesi e braidesi nel mezzo di un meraviglioso nulla del territorio patrimonio UNESCO, al momento ancora senza strada adeguata nè autostrada. 

Da contribuente prego perchè non diventi l'ennesima opera inutile, da appaiare al trampolino olimpico di Pragelato, ora abbandonato, per il quale anziché una struttura provvisoria si era scelta la soluzione più costosa in cemento armato, disboscando mezza montagna.

Partito venerdì da Torino col sorriso sulle labbra ogni volta che incrociavo una Volkswagen, sono tornato domenica dando ragione ancora una volta a questi tedeschi.

Teresio Asola 

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