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Sanità piemontese: servono sportelli nelle Case della Comunità per facilitare l'accesso degli utenti al SSN

CUNEO

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GUIDO CHIESA - Ho chiesto al medico mio amico cosa andrebbe fatto in via prioritaria per investire presto e bene i soldi destinati al Sistema Sanitario nazionale (SSN) (Leggi QUI).

"Partiamo dalla constatazione che i cittadini non conoscono la complessa articolazione del SSN. Non sono in grado di valutare la gravità della patologia che eventualmente li affligge, né sono informati sui servizi che il sistema offre loro.

Aggiungiamo il fatto che il Medici di Medicina Generale possono attivare servizi come l’Assistenza Domiciliare Integrata (ADI) o l’Unità Valutativa Geriatrica (UVG), e avviare, a pagamento, le pratiche di riconoscimento di invalidità, ma non possono svolgere il ruolo di Servizio Informazioni sul come destreggiarsi per ottenere visite specialistiche ed esami, né tantomeno seguire le successive procedure per l’ottenimento dei servizi di assistenza che sono stati loro riconosciuti.

L’insieme di questi fattori ha come conseguenza che i cittadini non hanno ben chiaro come comportarsi, non sanno a chi chiedere informazioni e, da ultimo, che i Pronto Soccorso sono sommersi dai cosiddetti "accessi impropri", ossia accessi non urgenti che dovrebbero essere gestiti in maniera più appropriata presso altre strutture territoriali.     

Il DM 77/2022 prevede che l’attività informativa ai cittadini sia svolta dalla centrale operativa 116117: “Il servizio è aperto, gratuito e attivo h24 7/7 giorni, e permette alla popolazione di entrare in contatto con un operatore, sanitario o tecnico-amministrativo, opportunamente formato, che possa fornire assistenza, direttamente o attraverso il trasferimento di chiamata al servizio competente, a valenza Sociosanitaria”.

In tutto il Piemonte ne sono previste 4, una in provincia di Cuneo, a Saluzzo. In ultima analisi si tratta di un centralino telefonico cui possono far capo sino 1 milione di persone, con tutti gli evidenti difetti di questi sistemi centralizzati che gli utenti hanno potuto sperimentare direttamente in questi anni. Sistemi che fanno perdere ore ed ore sia agli utenti che agli operatori, sovente non in grado di dare risposte alle domande che sono loro poste in quanto personale non sanitario, e che non fanno altro che dirottare la chiamata ad altri servizi.

L’alternativa è quella di articolare il servizio 116117 sul territorio moltiplicando i punti di accesso degli utenti come hanno fatto le grandi aziende che hanno riaperto degli sportelli al pubblico e li hanno dotati di personale competente in grado di ascoltare le domande degli utenti e dare le informazioni utili per risolvere i loro problemi. 

In sostanza si tratta di dotare prioritariamente tutte le Case della Comunità di Sportelli in grado di svolgere le funzioni di assistenza al pubblico e di supporto amministrativo organizzativo ai pazienti – già previsti dal DM 77/2022 e denominati Punto Unico di Accesso sanitario (PUA) - dotati di un sistema integrato di prenotazione al Centro Unico di Prenotazioni (CUP). Sportelli in grado cioè di assolvere anche alle funzioni del servizio 116117 tramite il contatto diretto con il pubblico e di costituire una sua articolazione sul territorio.

La Regione Piemonte ha la responsabilità di organizzare sia la struttura della Case di Comunità che del Servizio 116117. E’ quindi suo compito specifico reperire i fondi per questi servizi. L’incremento di costo dovuto a questi sportelli sarebbe largamente compensato dai risparmi di tempo realizzati da una organizzazione efficace e a diretto contatto con l’utenza. In ultima analisi da un aumento di produttività del sistema, non solo sanitario".

(continua)  

Guido Chiesa

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