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SALUZZO/ Studenti del Bodoni alla scoperta della chimica e del nanomateriale

CUNEO

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Riceviamo e pubblichiamo: "Per sfruttare al massimo l’opportunità formativa che ci viene data dalla scuola, ho deciso di svolgere il mio periodo di alternanza scuola-lavoro nel centro interdipartimentale NIS (Nanostructured interfaces and surfaces) della facoltà di Chimica dell’Università di Torino, e la scelta è stata soprattutto condizionata dalla curiosità di scoprire un nuovo mondo come quello della chimica.

Si tratta di più laboratori popolati da ricercatori, dottorandi, post doc (dottore che dopo il periodo di dottorato come borsista fa ricerca in università) e tesisti, attrezzati da una vasta gamma di strumenti per lo studio dei materiali e delle loro superfici.

La tecnica principalmente usata per fare ricerca dal mio gruppo è la spettroscopia, che consiste nell’analisi e interpretazione degli spettri, assimilabili a grafici che mostrano come un materiale o un composto assorbe determinate radiazioni in funzione della lunghezza d'onda o dell'energia, informazioni che variano dal tipo di materiale e strumento utilizzato. Infatti a seconda dell’analisi che si vuole effettuare esistono svariati tipi di spettrofotometri, ad esempio IR (infrarossi) e UV (ultravioletti).

Ma non sono gli unici strumenti a disposizione, infatti dispongono anche di un diffrattometro di massa a raggi x, che permette di studiare le strutture cristalline dei materiali; glove-box, per lavorare in vuoto con materiali facilmente deperibili o pericolosi in aria; linee a vuoto per lavorare nell’atmosfera desiderata; e un microscopio SEM (microscopio elettronico a scansione) e TEM (microscopio elettronico a trasmissione), per ottenere immagini di precisione atomica; tutti strumenti che ho avuto l’opportunità di vedere in funzione e usare in prima persona.

Oltre a una prima fase di apprendimento, di puro osservare e domandare, e di assistere i compagni nei loro esperimenti; ho potuto io stessa, sotto la sorveglianza di alcuni dottorandi, effettuare i primi esperimenti per un progetto di ricerca per il riciclo dei polimeri; con questo fine mi sono “specializzata” nell’utilizzo della TGA (thermogravimetric analysis), per studiare la decomposizione dei polimeri, e per mezzo della pirolisi ho prodotto un polimero da analizzare.

La prima cosa che mi è stata insegnata, neanche il primo giorno di lavoro, ma in una visita antecedente allo stage, è stata l’esistenza di materiali dalle sorprendenti caratteristiche, come quella di essere estremamente piccoli ma di possedere una superficie estremamente elevata, e ciò dovuto alla loro struttura simile a quella di una spugna ricca di pori al suo interno.

Ed è stato solo dopo il mio periodo di stage che ho capito che il ruolo che avevo svolto era molto simile a uno di quei materiali. Infatti non avevo un preciso compito all’interno del laboratorio, perché ovviamente non avevo le competenze sufficienti per svolgere un vero e proprio lavoro, e la mia permanenza di tre settimane, troppo breve per iniziare un progetto; ma seguivo tutti i dottorandi in ogni loro singola mossa e li colmavo di domande fino al loro sfinimento e fino a quando non era sazia la mia curiosità, che cresceva di giorno in giorno; in fine arrivava il mio turno di immagazzinare tutto ciò che mi era nuovo e sconosciuto. Quale modo migliore per descrivere la mia esperienza se non paragonandomi a un nanomateriale poroso che riempie tutte le sue cavità di conoscenza?

Tutto ciò è stato possibile solo grazie alla grandissima pazienza e disponibilità dei miei compagni di laboratorio, che non hanno mai indugiato a spendere un po’ del loro tempo per spiegarmi nella maniera più chiara in cosa consistesse il loro progetto di ricerca, quale fosse lo scopo del loro dottorato, l’esperimento del giorno, le tecniche utilizzate, il funzionamento degli strumenti, nozioni di chimica mancanti, e soprattutto cos’è veramente la chimica, scienza affascinante e sorprendente, che ci accompagna in ogni cosa e momento della nostra vita quotidiana, senza rendercene conto, ma allo stesso tempo scienza astratta, misteriosa e ancora piena di interrogativi, per la quale si necessita un pizzico di immaginazione e fantasia per comprenderla".

Denisse Dante
4^B
Liceo Bodoni - Saluzzo

 

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