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Referendum: al voto ben informati, anche per i nostri figli

CUNEO

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CLAUDIO RAO - 'Io non mi sento italiano, ma per fortuna o purtroppo lo sono' cantava il grande Giorgio Gaber. Ora a richiamare la mia attenzione a ciò che sono e che saranno le mie figlie Valentine e Maëlle è l'appello di Federico Musso. Come restare indifferenti al giovane cittadino di Cuneo, come si definisce egli stesso, che lancia un sasso nello stagno dell'apparente indifferenza (o rassegnazione?) che ammanta la nostra democrazia?

Di fronte alla temuta manipolazione della Carta costituzionale italiana, Federico ci scuote e invita ciascuno di noi ad informarsi su quanto sta avvenendo. Con rispetto civico e coscienza democratica, delinea alcuni rischi che planano sulla Storia del nostro Paese. Delineando chiaramente la propria posizione, ne enuncia le ragioni e fa da spartiacque tra la rassegnata indifferenza di molti e la curiosa e doverosa attenzione di altri.

È ancora una volta un giovane a scuoterci, come per il discorso dell'Illuminata a Cuneo (ricordate?), a richiamarci socraticamente, con spirito maieutico, ad una cittadinanza attiva, vigile, lungimirante. A risvegliarci dal nostro torpore, facendoci balenare come esso, in questioni così vitali ed importanti, possa rivelarsi pericoloso e perfino perverso. Lo testimonia la Storia recente del nostro Paese, quella del Ventennio fascista. Quella dei nostri padri e dei nostri nonni. Quella che ci siamo lasciati alle spalle con questa Costituzione. Grazie a questa Costituzione.

I giovani sono la nostra forza e la nostra speranza. Sono loro che erediteranno il nostro futuro, che siederanno ai nostri posti, che occuperanno i ruoli che oggi sono i nostri e domani quelli dei loro figli. Non è retorica! È a loro che lasciamo una pesante eredità economica e sociale.

Interessarci da vicino al futuro delle generazioni a venire, non significa soltanto riqualificare il nostro sistema educativo, ma anche essere attenti e vigilanti affinché le garanzie democratiche ereditate dai nostri padri che hanno ricostruito un Paese devastato da fascismo, guerra e lotte fratricide tra partigiani e repubblichini, non vengano meno.

Saremo chiamati a votare con cognizione di causa in un prossimo futuro, ma fin d'ora e indipendentemente dalle nostre personali convinzioni, abbiamo tutti il diritto-dovere di incominciare a rifletterci.

Claudio Rao

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