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Saluzzo: quelle donne uscite dal Bodoni che sono arrivate lontano

SALUZZO

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"Non esistono studi e lavori prettamente “da uomo” o “da donna”. O almeno, questo è il messaggio che è stato trasmesso agli alunni delle classi quarte del Liceo Bodoni che hanno potuto assistere ad una conferenza tenuta da alcune rappresentanti dello Zonta Club di Saluzzo, in provincia di Cuneo.

È la vicepresidente Silvia Gramegna, accompagnata da Petra Seresi e Maria Barrera, psicologa responsabile dello sportello scolastico, ad aprire il dibattito con una breve spiegazione dello scopo di questa associazione: migliorare la condizione della donna nel mondo. A questo proposito è stato avviato il progetto Pink Link, al fine di promuovere un percorso universitario femminile nell’ambito delle materie STEM (Science, Technology, Engineering, Mathematics).

Dopo aver sottolineato che il 60% dei laureati è donna, mentre solo il 40% è uomo, l’uditorio è stato spiacevolmente stupito in seguito alla scoperta che solo il 9% degli uomini è disoccupato, contro un disarmante 22% delle donne. La parola viene quindi passata a quattro donne “d’eccezione”, tutte ex allieve del "Bodoni".

La prima a parlare è Francesca Garello che, terminati gli studi al Liceo scientifico Bodoni, ha deciso di intraprendere gli studi di chimica e tecnologia farmaceutica. È stato proprio durante questo periodo che ha scoperto che lavorare in laboratorio sarebbe stato per lei un ottimo sbocco lavorativo.

Partita per andare a fare una tesi sperimentale in Francia, si occupa della costruzione di un intestino in vitro per testare farmaci non sugli animali. Tornata in Italia, inizia a lavorare nel Dipartimento di Biotecnologie a Torino e a studiare le malattie neurodegenerative e le tecniche diagnostiche, opportunità che le permette di viaggiare in varie parti del mondo. Suggerisce agli studenti di impegnarsi in ciò che si fa, sfruttare le occasioni, seguire i propri interessi ma al contempo essere flessibili, in un mondo che si rinnova continuamente.

Totalmente diversa è l’esperienza di Alessandra Colomba che, dopo la laurea in Ingegneria nucleare al Politecnico di Torino, trascorre otto mesi in Francia in un centro di ricerca nucleare. È proprio in quegli anni che il nucleare viene abolito in Italia.

Grazie alla preparazione ingegneristica, riesce a trovare una strada alternativa e viene assunta in un’azienda della zona che produce treni ad alta velocità per l’estero. Secondo il suo punto di vista, dunque, l’apertura mentale è fondamentale, sia durante il periodo dello studio, sia nella ricerca di un lavoro.

Eleonora Lavalle, invece, ancora studentessa di ingegneria gestionale presso il Politecnico di Torino e prossima alla laurea, fa leva sulla capacità di reinventarsi, “lanciarsi”, sfruttare le competenze trasversali e, cosa molto importante e spesso sottovalutata, divertirsi.

Opposta è la testimonianza di Pinuccia Carena che, con laurea in matematica dopo il diploma al liceo classico, si occupa inizialmente di informatica e in seguito del controllo di gestione, diventa Dirigente analista tecnico all’Ospedale S. Croce di Cuneo, per poi ricoprire la carica di Dirigente presso l’ASL CN1, di docente universitaria in diversi corsi di laurea all’Università degli Studi di Torino e del Piemonte Orientale e di valutazione dei Dirigenti pubblici. Sottolinea in particolare le difficoltà che le donne incontrano tutti i giorni a causa di stereotipi secolari che devono essere abbattuti.

Il dibattito si è quindi concluso con un intervento dell’assessore Attilia Gullino, che ha evidenziato il fatto che le donne spesso si trovano a dover conciliare molte cose. La soluzione migliore è fare in modo che all’interno della famiglia i ruoli siano intercambiabili e avere un grande forza di volontà.

D’altronde ci proponiamo sempre come visionari, ma è proprio vero quando si parla di stereotipi e pregiudizi sulla figura femminile?".

Giulia Basso - II^Classico, Liceo Bodoni di Saluzzo

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