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Il fascino dei bohémien delle Alpi, artisti del legno e della pietra a Coumboscuro

MONTAGNA

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Come ogni anno la rassegna estiva d’arte alpina ritorna puntualmente a Coumboscuro in provincia di Cuneo. Per quest'anno, Coumboscuro centre Provençal promuove “De peiro e de bosc”, un originale percorso fin ora mai tentato alla scoperta di “montanari artisti sconosciuti” delle valli Sud occidentali.

Tutti gli artisti adoperano il legno e la pietra come elementi naturali ed essenziali dei loro lavori ricchi di espressività. La rassegna proszgue fino al 20 agosto compreso, con il seguente orario: domenica dalle 15 alle 18.30; in settimana tutti i giorni a richiesta telefonando al 0171.98707 – 0171.98744.

Dalla presentazione critica della prof. Anna Maria Colombo:

"Nel tempo dei mobili e suppellettili Ikea la scultura, che si ha modo di osservare in questa esposizione, è una sorta di fortificante per lo spirito, qualcosa di simile ad un vero liquore di erbe alpine, raccolte di persona con scrupolo e pazienza, poi lasciate a macerare con alcool per non meno di un mese, infine filtrate, messe a riposo. 

Mi accorgo di aver fatto un parallelo facile e scontato, scultura lignea - montagna - genepi'. Lo correggo aggiungendo un altro forte liquore, l’assenzio. La “fata verde”, com’era detto questo distillato, ha il potere immediato di trasportarci fra gli artisti di fine Ottocento.

Uomini dalla vita anticonvenzionale, a volte persino ai margini della società, che detestavano l’arte occidentale e le sue istituzioni accademie, mentre stravedevano per le opere primitive, africane o oceaniche.

Il nome che li riuniva, e che li ispirava, bohémien (di Boemia), era all’epoca sinonimo di zingaro, dunque di gente che, non trattenuta da terre, patrimoni e affetti, percorreva libera con le proprie carovane le strade d’Europa e oltre.

Ecco, a leggere le pur stringate biografie di questi nostri artisti del legno e, in misura minore, della pietra, s’intravedono vite distanti dall’omologazione, storie di resistenza e di sogno. E quando anche non lo fossero del tutto, alfine ciò che conta, che resta, sono le loro opere e la forza, a volte davvero primitiva, che esse emanano".

 

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