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Bra: quando il volontariato arriva davvero dal cuore

BRA

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FIORELLA AVALLE NEMOLIS - “Fare e il più presto possibile per i terremotati”. Lo scopo dei “Non diteci bravi, ma aiutateci” guidati dal braidese Mauro Iacovelli.

Ho accanto a me Mauro Iacovelli, che col suo gruppo: “Non diteci bravi, ma, aiutateci”, ha concluso l'impresa dal 27al 29 gennaio per portare aiuti all'Aquila.

Fare un elenco dei fatti, sarebbe riduttivo. Sono gli amici che sono stati soccorsi, i nostri conterranei, che ne parlano e ancora lo faranno.

Su Facebook nel profilo di Mauro Iacovelli, è una continua testimonianza di chi ha ricevuto solidarietà sul posto. Uno tra i tanti: “Questo è un post difficile da scrivere, perché davvero, non vorremmo dimenticare nessuno, ma umanamente, nella concitazione dei giorni scorsi, qualcuno ci sfuggirà...per favore, fatevi avanti, vorremmo conoscere tutti i vostri nomi ecc...ecc..”

E' lo stupore nei loro occhi, la commozione e la gratitudine che ha colpito, il gruppo dei diciannove, autisti, compresi i cambi di guida, che hanno raggiunto l'Aquila.

Quando si sono resi conto che dal Piemonte, erano arrivati otto furgoni e un semi rimorchio, carico di generi di prima necessità. E, che per loro, i diciannove privati spinti da autentica solidarietà, si erano messi in un viaggio, non certo facile, per consegnare la raccolta.

Raccolta avvenuta nel giro di pochissimi giorni. In tantissimi, con generosità, hanno risposto e a ritmo serrato. Con un semplice passaparola, ognuno, a proprio modo, ha contribuito per portare un po' di sollievo. Il concetto era chiaro: fare qualcosa. Ma subito.

E Mauro nel suo messaggio su facebook era stato chiaro: veto assoluto di offrire denaro. Solo generi di primo soccorso da consegnare direttamente. E non perdere tempo in complimenti: bravo, fossero tutti come te...e via discorrendo. Tanto, che il nome del gruppo si chiamò: “Non diteci bravo, ma, aiutateci!”
E così è stato.

Mauro, voleva partire il giovedi, o al massimo venerdi.

“Non bisogna tirala alla lunga, l'aiuto va dato subito”.

Ma, a Mauro e alla sua volenterosa truppa, non interessa mettersi in mostra. La vera soddisfazione è stata la riuscita dell'impresa e l'avere portato a casa emozioni che mai dimenticheranno.

“Ma chi è Mauro Iacovelli?” Lui, si definisce una persona normalissima, con la passione della pratica sportiva di dritf (attraverso cui raccoglie fondi per beneficenza) e si racconta: “Tornando a casa dal lavoro, intento alla guida, ho sentito il desiderio improvviso di partire per l'Aquila. Un furgone carico di provviste. Mia moglie, mia figlia ed io. E forse anche con un amico. E via!

Così, mi sono fermato e subito, ho postato su facebook il mio progetto. Che sarei andato a portare aiuti ai terremotati.

Colpito, come tutti, da ciò che si vede in televisione. Capire come stessero davvero le cose.
E' diverso il fare, dal vedere. Volevo essere sul posto, per vedere e sentire le macerie sotto i piedi, bagnarci nella neve e patire il freddo. Proprio come loro, i nostri sfortunati conterranei.

Però, per dare forma al progetto, ho subito preso contatti con l'Aquila. Non si improvvisa in certi frangenti. Infatti, se non era per gli amici Luca Fontanazza, volontario della Croce Rossa Italiana e in seguito di Antonio Di Maddalena, non saremmo riusciti a scaricare la raccolta nel modo che mi ero prefisso. Ossia in diversi paesi, non in unico punto di raccolta.

Per i contatti ho chiamato Giovanni Tona ( il fratello abita a Bra), che vive in un container, proprio nella scuola del campo attrezzato per gli sfollati di Aquila. Immagina la sua gioia quando gli ho comunicato il mio progetto: saremmo arrivati con quattro furgoni.

Invece nella giornata di giovedi, i furgoni erano già otto più un semi rimorchio. Continuavano ad arrivare scatoloni nei centri di raccolta della Motorglass, a Bra, Cuneo, Saluzzo, e Savigliano. E dovessi dirti da quali altri paesi della provincia e non solo, e da chi siano arrivati gli aiuti, non saprei, non potrei, dirtelo.

Tantissimi tra privati e aziende ci hanno fornito aiuti. In tutti i modi possibili: mettendoci a disposizione furgoni, buoni di carburante, telepass per l'autostrada e generi di sussistenza.

Come potrò risalire a tutti? Come ringraziare tutti?

Addirittura, molti mi hanno pregati di non essere nominati.

Quindi, lo scopo che mi ero prefisso è stato raggiunto: fare, e il più presto possibile.

Ha preso il via un'ondata di solidarietà. Inarrestabile: uno tzunami. Ancora oggi stento a crederci.

“Secondo te, cosa li ha convinti a seguirti, a darti fiducia?” “Non ho la più pallida idea. Non ho neanche avuto il tempo di domandarmelo. Forse, perchè proprio questi giorni, per correttezza, ho postato su facebook l'assegno destinato alla Onlus “UGI”, col ricavato dell'ultimo evento organizzato a Carmagnola.”

Infatti, Mauro é molto popolare come abile pilota di drift ma sopratutto, perché molto cristallino nel devolvere in beneficenza il ricavato, grazie alla spettacolarità delle sue gesta sportive. Quindi, passione, e divertimento a scopo benefico.

“Mauro, ho seguito i tuoi video in diretta durante il viaggio. Le visualizzazioni sono state migliaia. Quello girato mentre stavate salendo a Campotosto mi ha messo i brividi.”

Non ti faccio le solite domande. Dimmi tu cosa ti senti: “Abbiamo portato a casa momenti indimenticabili: pura emozione, dal momento che siamo partiti dalla provincia di Cuneo, ho letto negli occhi lucidi dei ragazzi, completa fiducia, generosità, gioia, emozione, fratellanza, condivisione, tutto ciò fino al nostro rientro. Ma, senza una lamentela. Notti insonni, stanchezza, pericolo, niente di tutto ciò li ha fermati.

Laggiù mi hanno colpito profondamente le persone. Tutti sorridenti, senso di solidarietà tra loro, disponibili e riconoscenti all'infinito nei nostri confronti. Quando ho stretto la mano a nonno Candido, che alla mia domanda “Scusi, ma come fa ad essere così sorridente?” ha risposto: “Non è meglio stare con voi in allegria a mangiare zuffole e a bere un bicchiere di vino, che starmene seduto in un angolo a piagnucolare?” Non ho visto nessuno a disperarsi perché non ha più nulla. Noi che, ringraziando Dio, abbiamo tutto, riusciamo ogni tanto ad essere infelici.

Ma, il momento più toccante, che mi ha dato i brividi è stato mentre scaricavamo i furgoni. Il suolo non era molto praticabile, irto di macerie, neve, e nel tragitto dai furgoni al posto di raccolta del campo, c'era una fila infinita di persone, più di cinquanta sicuro, che si passavano gli scatoloni. Una catena umana, composta da poliziotti, presenti per agevolare le operazioni di scarico, e da tanti volontari: della Croce Rossa, della Protezione Civile, dei Vigili del Fuoco ecc.. Difficile descrivere cosa si prova in certe circostanze.

Quando abbiamo finito, ho guardato i miei “angeli” solo così posso definirli, mi hanno supportato e sopportato, sfiniti, ma pronti a seguirmi sempre. Senza mollare. La fiducia e la collaborazione nei mie confronti, mi ha molto commosso.

Mi ripropongo a breve di incontrarci tutti quanti, e guardarli negli occhi uno da uno e ringraziarli.

Anche il momento quando a pochi chilometri da Campotosto, non si vedeva una luce e neanche il paese, e si continuava a salire, su strada ghiacciata, con ai bordi la neve, freddo, buio...e incognita.

E non mi vergogno a dirlo, un po' di paura, l'ho avuta, e dietro avevo i ragazzi che mi stavano seguendo. Davanti la scorta della Croce Rossa Italiana che faceva strada, per la pericolosità del luogo che stavamo raggiungendo. Una zona rossa. In quel momento una telefonata di mia figlia che si raccomandava...mi ha emozionato.

Infatti, già dal mattino i responsabili del luogo ci avevano vietato l'accesso. Irremovibile, io, li convinsi, dicendo che avrei scaricato solo là, a Campotosto, isolato, dove c'era davvero bisogno. Dopo giri di telefonate tra colleghi della varie associazioni, la frase pronunciata:“Guardate che la roba torna in Piemonte, se non accompagniamo lassù quel pazzo di Iacovelli” li convinse a darci la scorta sia davanti che dietro alla fila di furgoni.”

Posso affermare che senza scorta della Croce Rossa Italiana non si sarebbe potuto procedere. Già appena usciti dall'Aquila.”

“Una cosa simpatica?” “La biciclettina di Spider man, il nostro portafortuna, che l'amico Claudio ha accudito per tutto il viaggio, verrà appesa nella sede della Croce Rossa di Aquila. Come simbolo di noi Cuneesi. E poi, il cane “Vida” di Campotosto che mi ha adottato. Appena sceso dal furgone mi ha annusato, e anche se io ho paura dei cani, lui, era diventato la mia ombra, come a proteggermi mentre camminavo tra le rovine.

Insomma Mauro, perché non dirti almeno: “Bravo”?Non quando faccio volontariato: perché con un bravo, non sfami nessuno, non scaldi nessuno, non porti gioia a un bimbo, non tieni in vita un animale.

“E allora quando?” “Quando sgommo con la mia auto in pista! Allora sì.

Non aggiungo commenti: sono i fatti che contano.

Fiorella Avalle Nemolis

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