Meteo Radio Stereo 5 Euroregion Facebook Twitter Youtube Linkedin

Ora l'Europa è più debole, ma forse è meglio così

CUNEO

Foto
Condividi FB

OCCORRONO MODIFICHE RADICALI

PIERCARLO BARALE - Nel celebre discorso della vittoria, pronunciato da Winston Churchill al termine della seconda guerra mondiale, l'Inghilterra ringraziò i millecinquecento piloti della Raf, che sacrificarono la vita nei cieli, impedendo l'invasione tedesca. Combattendo eroicamente, spesso sommariamente preparati - un pilota non si può improvvisare - furono consci di andare al sacrificio, contro i più numerosi ed equipaggiati aerei tedeschi.

Il primo ministro affermò che mai, nel corso della storia, tutta una nazione fu salvata da così pochi suoi figli, al cui eroismo si deve riconoscenza ed ammirazione. Anche noi dobbiamo al popolo inglese riconoscenza per l'eroica resistenza, nonostante i quotidiani bombardamenti tedeschi - in particolare con le V2 dell'ultimo anno.

Hitler andò molto vicino alla vittoria. Forse l'avrebbe conseguita, se fosse riuscito a realizzare la bomba atomica e bombardare Londra. L'intervento avversario fu determinante, anche per l'Inghilterra sull'orlo del collasso. Pure alla Russia dobbiamo riconoscenza, per l'eroica resistenza all'esercito tedesco, non solo a Stalingrado.

Senza gli aiuti degli alleati, ex nemici, come per le guerre che incautamente abbiamo intrapreso, terminandole poi con un cambiamento di schieramento e di alleanze, ci saremmo trovati come l'attuale Nord-Corea, con Hitler a dominare il mondo ed il Duce a fargli da leccapiedi.

L'iniziativa dei padri nobili di creare l'Europa dei popoli e delle nazioni, per evitare nel futuro guerre fratricide con milioni di morti, non è mai stata troppo condivisa dalla Gran Bretagna. E' stata accettata con troppe distinzioni a proprio favore ed il mantenimento della gloriosa sterlina come moneta. Un partner solo per il proprio egoistico vantaggio, con eccezioni 'ad hoc' nei trattati.

Ora il referendum, al quale hanno partecipato le varie componenti popolari e territoriali della Gran Bretagna ha stabilito che la maggioranza dei votanti chiede di uscire dall'Europa. E' stato un voto risicato, con poco più di un milione di differenza, tenuto conto che in Scozia più del 70 per cento ha votato per restare in Europa.

Così l'Irlanda del Nord, con una percentuale meno consistente, ma sfiorando il 50 per cento. Ora la Gran Bretagna ha tempo due anni per comunicare all'Europa la volontà di uscire. In sostanza, la consultazione referendaria non ha effetto immediato, ma pare che avrà effettiva attuazione. Si sentono ora opinioni divergenti tra commentatori, mentre le borse hanno avuto una perdita media del 9 per cento.

Ci attende un periodo delicato sotto il profilo politico ed economico. Anzitutto, si potrà arrivare all'imitazione dell'iniziativa da parte di altri paesi. La Scozia ha già manifestato la volontà di indire un nuovo referendum per uscire dalla Gran Bretagna. Così l'Irlanda del Nord. La Gran Bretagna corre così il rischio di perdere due componenti importanti, che hanno manifestato - inutilmente - la volontà di restare in Europa.

Anche in Olanda si fanno strada i fautori dell'uscita dall'Unione Europea, mentre da parte nostra e degli stati del sud serpeggia il timore di un futuro con meno servizi, fino al crollo - default - per i debiti pubblici insostenibili. I titoli delle banche greche hanno perso il 30 per cento. E' il ritorno di una situazione che aveva richiesto ripetuti aiuti comunitari.

Le banche centrali devono intervenire per evitare riflessi estremamente negativi sull'economia, perchè si era formata una quasi certezza sulla permanenza, specialmente dopo l'uccisione della deputata laburista inglese in prima linea per la permanenza in Europa. I populisti - leghisti nostrani compresi - cantano vittoria in Inghilterra, Francia e Spagna. Si minimizza da altra parte, perchè non c'è l'uscita della Gran Bretagna dall'euro, che avrebbe provocato gravissime conseguenze. Pare esagerato il timore di catastrofi.

I voti maggioritari sono stati delle persone anziane e delle campagne, mentre a Londra e nelle principali città l'orientamento pare essere stato per la permanenza. Quando il clima surriscaldato si esaurirà, sarà necessario, da parte dei paesi dell'Unione, una revisione dei trattati, per andare verso una diversa impostazione, più vicina alle esigenze del popolo europeo.

Si dovrà andare verso una unione politica effettiva. Oppure l'Unione, se si deciderà di farla sopravvivere, dovrà essere riformata radicalmente, anche in punto spese di funzionamento, potere dei funzionari, rapporti fra gli stati aderenti. Ciò che pare non più sostenibile è la continuazione dell'esistenza di questa Unione, che da tempo viene vista come un peso, sotto ogni profilo, non solo dai populisti.

Piercarlo Barale

VIDEO