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In tutte le culle dei neonati a Cuneo e nel resto d'Italia un fardello di 37mila euro di debiti

CUNEO

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PIERCARLO BARALE - Ogni bimbo che nasce porta con sé uno zainetto come dote, per affrontare la vita. Nel nostro Paese, però, lo zainetto non contiene denaro, ma debiti. La quota parte - 37.000 euro - che grava sui cittadini, neonati compresi, dell'enorme macigno del debito pubblico accumulato negli ultimi vent'anni: quasi 2.300 miliardi. Sono il prezzo dell'essere vissuti senza risparmiare - i nonni per i nipoti - ma come fameliche cicale. Con l'euro non è più stato possibile stampare moneta, svalutandola e ritenendo di alleggerire l'impegno finanziario, costituito dai titoli di stato emessi, che occorre rinnovare. Non siamo in grado di restituire quanto ottenuto - prestato - dai cittadini - 40% del totale - e fondi di investimento o soggetti esteri.

Il neonato, già gravato dal pesante zainetto, se andranno in porto i ripensamenti di qualche forza politica sull'utilità dei vaccini, rischia di contrarre malattie finora considerate debellate. E' necessario che la copertura vaccinale continui per mantenere quella che viene chiamata "immunità di gregge". La non discutibilità in campo scientifico-medico della esigenza di vaccinazione generale è punto fermo di scienziati e medici. Il movimento no-vax, motivato dal timore di arricchire l'industria farmaceutica e dal non voler sottostare ad una imposizione della comunità scientifica, attende probabilmente protezione e condivisione da Lega e Cinque Stelle.

Così come succede per altri movimenti di contestazione, quale il no-tav e gli altri relativi a gallerie, valichi, gasdotti, centrali idroelettriche, dighe, impianti eolici, rigassificatori, discariche, termovalorizzatori e quant'altro contenga, come effetti collaterali, inevitabili danni ambientali o paesaggistici. Taluni applicano il noto principio "non nel mio giardino", accettando gli impianti, ma lontano da casa. Altri non contestano la realizzazione come principio, ma pretendono tali e tante modifiche, da renderla non possibile. Spesso è più elegante dire: "Sì, ma..." perchè non si rischia un giudizio negativo sul proprio parere, ma si assume la veste del super esperto, che vede assai più lontano. Inoltre, la posizione del contestatore, informato e determinato, soprattutto se segue una campagna di informazione, può apparire brillante. Essere contro quanto è condiviso dalla quasi generalità; ergersi a difensori disinteressati di importanti interessi è gratificante per aspiranti consiglieri comunali o regionali, se non aspiranti parlamentari.

Difficilmente lo zainetto si alleggerirà, secondo le ricette annunciate dai vincitori della consultazione elettorale. C'è chi teorizza di ridurre il debito aumentando le spese, sforando il tetto del 3 per cento, fregandosene dell'Europa. Qualche economista difende tali promesse, che ora debbono essere onorate. Però la ricetta non ha funzionato, dove è stata applicata. Anzi ha prodotto l'effetto opposto.

La riduzione delle tasse e la cacciata dei clandestini - promesse dalla Lega - potranno essere sperimentate, se Salvini arriverà al premierato e Di Maio lo sosterrà. Ne vedremo i risultati nell'arco di un anno, ricordando a chi intraprenderà le iniziative annunciate, l'esistenza di norme in vigore della Corte Costituzionale e dei trattati europei. Li abbiamo sottoscritti e non possiamo modificarli, se non con l'accordo di tutti gli altri contraenti. Se non vogliamo più rispettarli, lasciamo l'Unione, con una seconda Brexit. Se si intende emettere nuovamente moneta, per cercare di ridurre il debito stampando lire a gogò, occorre lasciare la moneta unica, con tutte le conseguenze.

Se i Cinque Stelle vorranno realizzare il reddito di cittadinanza, con 10 mila euro ogni anno a ciascun beneficiario, dovranno computare - ogni anno - una spesa di dieci miliardi di euro per ogni milione di percipienti l'aiuto. L'attesa al Sud è enorme, così come è stata l'adesione alla proposta, con un voto "bulgaro" al proponente movimento.

Il non più ricordato - ritengo - partito della bistecca, prometteva 400 grammi di carne al giorno per ogni cittadino... Era l'antesignano dell'odierno reddito di cittadinanza, limitandosi però l'impegno finanziario a somme inferiori, ma sempre consistenti? Nessuno lo prese sul serio. Invece la promessa pentastellata ha fatto il pieno, portando più seggi che candidati in Sicilia. Sperano di ottenere una pensione, neppure disturbandosi a cercare un lavoro.

Mi fece osservare - un industriale che aveva aperto uno stabilimento in Calabria qualche anno fa - che in dialetto non esiste il verbo lavorare, ma solo "fatigà". Ben venga quindi un reddito mensile da non lavoro. Non respingeranno - come previsto dall'iniziativa dei pentastellati - tre proposte di lavoro, rischiando così di perdere l'assegno.

Nessuno formulerà offerte, dal momento che il lavoro al Sud è una chimera e non potrà essere creato trasferendo risorse dal Nord, dove la Lega ridurrà le tasse. Promettere è facile: difficile mantenere. Illudere è un rischio. Sfasciare lo Stato per mantenere promesse irrealizzabili e lasciare l'Euro e l'Europa per questo non sarebbe perseguire l'interesse della collettività del Paese.

Piercarlo Barale

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