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Nuovo sgombero del sottopasso del Movicentro a Cuneo: dove si spostano i senzatetto?

CUNEO

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ALICE MARINI - Fa ormai troppo freddo e anche gli ultimi senzatetto hanno abbandonato il sottopasso del Movicentro di Cuneo. Sulle base di alcune segnalazioni, la Polizia locale è stata sollecitata dalla Questura ad intervenire per sgomberare la zona. Abbiamo attraversato quello che per lungo tempo è stato un "rifugio" per queste persone e ne abbiamo vista ancora una, avvolta nelle coperte, con un telo termico per ripararsi dall'umidità e dal freddo più pungente. Cosa ne è stato però degli altri?

Lo abbiamo chiesto al presidente del Comitato della Croce Rossa di Cuneo, Paolo Signoretti. La Cri e i suoi volontari operano "h12" all'interno del centro di accoglienza ed emergenza freddo, allestito nell'ex caserma Piglione in via Bongioanni 20, dove sono 35 i posti letto disponibili (5 riservati alla donne). I locali sono comunali e aperti dalle 20,30 alle 7, da ottobre fino a marzo/aprile. Le regole da rispettare sono sempre le stesse: è vietato fumare, bere, mangiare, o presentarsi in stati alterati o rissosi.

Numeri notevoli sono stati registrati nel 2017: 5200 ingressi, posti riservati a 470 persone di diversa nazionalità con l'impiego di oltre 800 volontari. "Quest'anno - spiega il presidente - negli ultimi due mesi (il centro ha riaperto il 18 ottobre), non abbiamo fatto il 'pienone'. Siamo stati costretti ad interpellare le forze dell'ordine soltanto due volte. Chi accetta le regole, qui trova un posto sicuro e caldo in cui stare. Chi non lo fa, non viene accolto. Molti di loro, grazie al passaparola, lo sanno e non si presentano perché magari ubriachi o rissosi".

Sono molti gli italiani senzatetto, difficile immaginare quanti. I più fortunati, rispettosi delle semplici "regole" di convivenza richieste, trovano riparo nei centri di accoglienza della Granda (a Cuneo vi sono ad esempio il centro "Claudio Massa" in via Massimo D’Azeglio, la "Città dei Ragazzi" in corso Francia e "Il Ghiro" in via Busca), mentre gli altri, forse anche perché non adeguatamente assistiti, si trovano spesso a dover fare i conti con un futuro difficile.

Alice Marini

 

 

 

 

 

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