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"Movida sì" a Cuneo, ma nel rispetto di chi a casa sua ha diritto a dormire in santa pace!

CUNEO

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ANGELO BODINO - Il tribunale di Brescia, a seguito della denuncia di un residente esasperato dagli schiamazzi notturni generati dalla movida, ha condannato il Comune a pagare la somma di 50mila euro "a causa del rumore antropico per gli schiamazzi di avventori che stazionano nei pressi dei locali” e ha imposto la cessazione immediata delle emissioni rumorose, mediante l’adozione dei provvedimenti opportuni più idonei allo scopo.

Alla luce dell’orientamento giurisprudenziale emergente dalla sentenza del tribunale di Brescia, l’avvocato Claudio Massa (a nome e per conto dei 47 sottoscrittori della querela nei confronti di quattro esercizi commerciali di Cuneo) in data 10 luglio 2017 aveva trasmesso al Comune una lettera in cui "si riserva di procedere per il risarcimento del danno nei confronti di ogni accertando corresponsabile, in considerazione della perduranza della nocività della situazione più volte segnalata”.

Quindi come si concluderà questa vicenda giudiziaria? C’è il rischio che si ripeta la sentenza di Brescia e che si metta la parola fine alla movida di Cuneo? Oppure si arriverà a una mediazione di buon senso che accontenti i "pro movida" e i "contro movida"?

In sintesi, cosa pretendono i querelanti dal Comune, dai commercianti e dai frequentatori della movida? Intendono trasformare la città in un dormitorio, senza tenere in considerazione i diritti al divertimento dei giovani che vogliono passare in allegria le serate in città evitando di andare in altri siti lontani o, con sacrosanto diritto, pretendono che il Comune faccia effettivamente rispettare le norme di legge cercando di premiare chi rispetta il diritto altrui e non premiando l’inciviltà di chi pensa di fare ciò che vuole?

A tal proposito, l’ordinanza sindacale in vigore impone di “non produrre suoni musicali, diretti e riprodotti mediante impianti elettroacustici di diffusione sonora, dopo la mezzanotte dal lunedì al giovedì, ed oltre alle 0.30 dal venerdì alla domenica, compresi i giorni festivi e prefestivi, con divieto di fare schiamazzi, assembramenti chiassosi, rumori molesti anche derivanti dall’utilizzo dei veicoli”, che richiede però ampi controlli da parte del Comune dal momento che, se nessuno rischia nel far baccano, casino o cagnara o addirittura soddisfare in gruppo le proprie esigenze urinarie sui muri dei fabbricati, è molto più facile riversare tutte le colpe sui commercianti che, nella maggioranza dei casi, svolgono la propria attività con serietà e professionalità nel rispetto delle esigenze ambientali ed acustiche richieste.

E allora, onde evitare che si ripeta a Cuneo quello che è successo a Brescia, è auspicabile che il Comune prenda atto che l’esistente ordinanza è inadeguata alle nuove esigenze di convivenza civile, e al fine di tutelare i diritti e i doveri dei pro e dei contro, si faccia parte diligente nel redigere un regolamento ad hoc in modo tale da risolvere in modo equilibrato l’oggetto del contendere nel rispetto delle leggi vigenti. Quali potrebbero essere le iniziative da prendere per far sì che la movida possa continuare a svolgersi nel rispetto dell’ambiente che lo circonda?

E’ il caso di evidenziare che, con l’entrata in vigore del decreto legislativo n.42 del 17 febbraio 2017 dal titolo “Disposizioni in materia di armonizzazione nazionale in materia di inquinamento acustico”, i Comuni sono obbligati a redigere piani pluriennali con mappature e rilievi specifici per il contenimento delle emissioni sonore prodotte per lo svolgimento dei servizi pubblici essenziali utilizzando i parametri indicati dalla direttiva 2002/49/CE, ma, prima di addivenire alla stesura di un regolamento ad hoc con le mappature richieste che necessitano del tempo necessario per redigerlo, il Comune dovrebbe istituire (di concerto con le altre forze dell’ordine pubblico) una presenza notturna della polizia municipale durante e dopo l’orario dello svolgimento della movida e, considerato che la zona degli ex-lavatoi è quella ove si producono le maggiori emissioni rumorose, onde evitare la sosta selvaggia delle auto degli avventori della movida, si potrebbe sperimentare di riservare il parcheggio ai residenti del centro storico nel Lungo Gesso e nelle discese prospicienti gli ex-lavatoi, a partire dalle 19.30, così com’è per la Ztl notturna.

Qualcuno, come al solito, avrà da eccepire che non ci sono le risorse umane ed economiche per poterlo fare, ma noi invece sosteniamo che se c’è la volontà politica di attuare un provvedimento, si trova il modo di attuarlo e le risorse si trovano. Dunque, quale miglior occasione nell’iniziare un percorso dovuto nell’interesse generale?

Conclusione? Noi vogliamo che i giovani e i meno giovani continuino ad incontrarsi nel frequentare in allegria le serate con la movida, ma a condizione che sia tutelato il diritto di chi preferisce starsene a casa per poter riposare in santa pace, anche perché, dopo la notte della movida, chi lavora deve svegliarsi per recarsi al lavoro. E quindi, movida o non movida, meglio evitare che si attuino le parole della canzone di Adriano Celentano, che diceva "Chi non lavora non fa l’amore. Che giuoco è! Ma?! Ma come finirà...c’è il caos in città”.

Angelo Bodino

 

 

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