Meteo Radio Stereo 5 Euroregion Facebook Twitter Youtube Linkedin

Marco Omizzolo racconta a Saluzzo e Cuneo la sua inchiesta-lotta contro il caporalato

CUNEO

Foto
Condividi FB

CUNEO CRONACA - La provincia di Cuneo detiene un triste primato: è nella Granda che si è arrivati alla prima condanna per caporalato del Nord Italia, con la sentenza di primo grado dell'11 aprile del 2022 emessa dal tribunale del capoluogo nel processo “Momo”. Ed è proprio per parlare di caporalato e di sfruttamento lavorativo nelle campagne del nostro Paese che giovedì 29 settembre, a Saluzzo e a Cuneo, Marco Omizzolo presenterà il suo ultimo libro “Per motivi di giustizia”, edito da People. Un libro che è un viaggio tra le storie di vita di lavoratori e lavoratrici che si ribellano alla schiavitù del lavoro e in particolare del padronato capitalista, delle agromafie e del caporalato.

Storie di donne e uomini che esprimono e rappresentano un'Italia che non si arrende, nonostante il razzismo, il lavoro forzato, la schiavitù, le mafie e una profonda e strumentale indifferenza che è propedeutica a questo sistema. Vicende che riguardano le vite di molti braccianti, uomini e donne, migranti e italiani, ribelli per scelta alla schiavitù dei padroni e dei padrini d'Italia. Storie, infine, che caratterizzano anche il Saluzzese e il Cuneese, territori tutt'altro che esenti da questi episodi di sfruttamento.

La prima tappa del duplice appuntamento è prevista giovedì 29 settembre alle ore 14:30 a Saluzzo presso la Sala Tematica de Il Quartiere (ex Caserma Musso), dove l'autore dialogherà con l'avvocata Valentina Sandroni, ed è organizzata all'interno della rassegna “Trame di Quartiere” in collaborazione con Libera Piemonte. La seconda tappa sarà sempre giovedì 29 settembre alle ore 18:30 a Cuneo presso la Birrovia Vecchia Stazione, dove a dialogare con Marco Omizzolo sarà Virginia Sabbatini di Saluzzo Migrante, su organizzazione di Cuneo Possibile.

Marco Omizzolo è sociologo Eurispes e presidente di Tempi Moderni. Si occupa di mafie, di tratta internazionale e di caporalato. Ha lavorato come bracciante infiltrato in diverse aziende agricole dell’Agro Pontino, reclutato da caporali indiani, per studiare il grave sfruttamento dei migranti in agricoltura. Ha continuato i suoi studi in India seguendo un trafficante di esseri umani per indagare il sistema di tratta internazionale. È stato animatore a Latina il 18 aprile 2016 dello sciopero di oltre quattromila braccianti indiani contro caporali e padroni e dell’occupazione di varie aziende agricole locali. Lo sciopero è stato replicato il 21 ottobre del 2019. Nel 2019 è stato nominato, dal presidente Mattarella Cavaliere della Repubblica per meriti di ricerca e impegno contro il caporalato e lo sfruttamento.

VIDEO