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"Le parole che vengono da lontano": Bra rende omaggio a Gina Lagorio nel centenario

BRA

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FIORELLA AVALLE NEMOLIS - E' la visione dell'incantevole cortile, racchiuso tra le mura di palazzo Mathis, così affollato da un pubblico raccolto e partecipato ad emozionarmi. E' l'omaggio in parole e musica a Gina Lagorio, scrittrice, saggista, parlamentare, nata a Bra e cittadina onoraria braidese, nel centenario della sua nascita. L'occasione speciale ne aumenta l'intensità: è la stessa parola, "felicità", che pronunciava sempre Gina Lagorio nel ricordare la sua Bra, tanto da suggerire il titolo "Bra o della Felicità" per la rivista trimestrale (Slow Food) a cura dell'Istituto Storico di Bra e dei braidesi, con direttore responsabile Grazia Novellini e coordinatore redazionale Fabio Bailo, attuale assessore alla cultura del Comune.

Quindi, storia e storie del nostro territorio, a cui era tanto legata Gina Lagorio, con un importante archivio fotografico braidese e con l'avvio a una preziosa cineteca con video interviste a protagonisti e testimoni della vita braidese. Sul grande schermo suscita emozione rivedere alcune tra le interviste rilasciate dalla scrittrice; a commentarle, con dettagli e riflessioni sul suo percorso letterario, è Cetta Berardo, curatrice della rassegna. Le immagini di una Gina Lagorio che si racconta con padronanza di linguaggio, ma con altrettanta armoniosa semplicità ed eleganza nei modi, ce ne rammentano l'autenticità di scrittrice, e divulgatrice, che non si è mai sottratta alla battaglia quando necessaria.

A intervallare la relazione accurata e accattivante di Cetta Berardo, sul palco si alternano Vittoria Morino (compagnia Artedanza di Bra) che recita alcuni brani della Lagorio evocati dalla curatrice. Segue all'arpa la giovane Sara Milanesio (della Fondazione Fossano Musica), con delicati brani musicali ad accompagnare con armonia la gioiosa celebrazione. Ma la parte finale è dedicata all'intervento della talentuosa e risoluta Benedetta Barone, nipote della scrittrice, che osserva e testimonia la solitudine dei giovani, attratti e completamente assorbiti dal mondo social, che frammenta, divide, invece di generare vera unione. “Sono stata sostenuta e ispirata da mia nonna” dichiara con orgoglio, e con umiltà, lascia intendere che si augura di ereditare la capacità e la risolutezza della nonna, per accogliere il malessere dei giovani e poterne ragionare insieme. Ben le si addice il nome Benedetta, dal latino benedicta, del verbo benedicere: dire, augurare bene. E' uno spiraglio di luce che fa ben sperare per il futuro.

In prima fila, ad applaudire, le figlie della scrittrice, Silvia e Simonetta Lagorio, a testimoniare e celebrare con la comunità braidese la storia di una donna dalla mille sfaccettature, che ha lasciato romanzi, saggi e riflessioni sulla vita come nella sua ultima, forte e intensa opera “Capita”, che racchiude un bilancio spietato e poetico di una vita, attraverso l'esperienza della malattia. Parole musica e immagini hanno suscitato sentimenti di nostalgia, ma ognuno di noi conserva anche solo un piccolo ricordo legato alla scrittrice Lagorio, che ci lascia la preziosità delle sue opere e una grande speranza di continuità del suo pensiero, attraverso l'erede spirituale: la nipote Benedetta.

Fiorella Avalle Nemolis

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