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La "manina" del condono accolta nel presepe napoletano con Di Maio e Salvini

CUNEO

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PIERCARLO BARALE - Renzo Arbore, nella fortunata trasmissione televisiva "Quelli della notte" - archeologia televisiva, direbbero i millenial - affermava "i faccio o sciò sera e mattina!...". I dioscuri al potere nel governo gialloverde fanno "o sciò"anch'essi, sera e mattina, senza distinzione tra giorni feriali o festivi. Evocano anche manine misteriose (ma non troppo)che modificano addirittura i testi legislativi all'insaputa dei legislatori.

Talvolta, come è successo nei giorni scorsi, la manina - evocata ma fermamente negata - ha addirittura introdotto modifiche di estrema rilevanza. Consentiva convenientissime - per gli evasori - condizioni per condonare somme mai dichiarate, emersione del nero, rientro di capitali occultati. Il tutto quasi gratis e senza rischi penali. La manina magica è stata scoperta, guarda caso, grazie all'attenzione postuma del dioscuro Di Maio, in diretta televisiva, con clamore mediatico. Proprio, guarda caso, alla vigilia della riunione annuale del popolo pentastellato. Al quale, sempre guarda caso, i condoni, eccetto quello da loro stessi proposto per Ischia nel decreto per Genova, non piacciono.

La differenza con il discreto Arbore consiste nella capacità di ambedue i dioscuri di fare "o sciò sera e mattina" senza ritegno, entrando nei televisori e mezzi - tutti - di comunicazione a qualunque ora, senza bisogno di interventi tecnici ed il rispetto del riposo del "popolo sovrano". Al cui esclusivo servizio sono stati chiamati. La manina santa è già stata accolta, con i busti dei nostri eroi mediatici, nel presepe napoletano: una sorta di museo delle cere, specchio della società contemporanea nostrana. Mi è parso, ma posso essermi sbagliato, che i due furbacchioni abbiano concordato "o sciò", così come è già avvenuto in parecchie occasioni, per far digerire ai rispettivi elettori, bocconi richiedenti dosi massicce di bicarbonato.

I pentastellati devono accettare - loro malgrado - la ricostruzione del ponte di Genova con la partecipazione, da sempre negata, della concessionaria, già criminalizzata a prescindere per l'evento crollo e già estromessa a chiacchiere dalle gestioni assegnate. Senza attendere pronunce giudiziali e tantomeno l'esito dell'inchiesta penale. Devono digerire l'ultimazione del Tap, bandiera sventolata a fini elettorali, ora da ammainare di malavoglia. Dovranno digerire anche la gronda genovese, il nuovo valico, l'ultimazione del traforo del Brennero già a buon punto, ritenuto ultimato ed utilizzato dal ministro gaffeur Toninelli.

No-Tav è la bandiera piantata dai grillini in Valle di Susa. Ha consentito l'elezione di alcuni parlamentari tra i quali un paio di "pasionarie" piemontesi. L'opera è avversata da circa 30 mila valsusini, non tutti irriducibili. E vista con favore dagli operatori turistici e del territorio. Se ci si decidesse a dare corso ad un referendum regionale consultivo, da sempre avversato dai valsusini - zoccolo duro - confortati dai pentastellati in sede statale centrale, l'esito sarebbe scontato. Il traforo è voluto non solo dalla stragrande maggioranza dei piemontesi, ma dagli italiani. I dioscuri fanno "o sciò" a staffetta, bloccando i migranti l'uno ed esultando sul balcone governativo l'altro.

Fingono di litigare - alla Totò - ben attaccati alle sedie ministeriali. Si avversano e proteggono secondo un copione preconfezionato, per compiacere le rispettive pance elettorali, che li seguono estasiate, sempre connesse. Assomigliano sempre più a taluni predicatori di sette, che proliferano negli Usa, raccogliendo spesso risultati - per loro - lusinghieri. Alla loro intelligenza, esperienza, cultura, è affidata la guida dello Stato in un delicato momento post-crisi. Prendono a pesci in faccia l'Europa, alla quale apparteniamo, come fondatori, rispondendo con il mussoliniano - già dannunziano - "me ne frego" alle osservazioni tecniche conseguenti al dovuto controllo sulla politica economica e fiscale. Singolar metodo. Se gli studenti lo applicassero ai loro esaminatori, porterebbe alla sicura bocciatura.

Se inizi insultando continuamente la Commissione europea, non troverai terreno favorevole per consentire ulteriore indebitamento, se già fai un debito enorme, il terzo al mondo, quasi 2.400 miliardi di euro. I dioscuri hanno di fatto ridicolizzato il ministro Tria, riducendolo a personaggio da Crozza, macchietta. Hanno costretto il premier Conte ad una fatica improba nel difendere il provvedimento modificato dalla manina ed ora cambiato.

Circa il condono per le case abusive di Ischia, voluto dai pentastellati ed introdotto nel decreto per Genova - ma che ci azzecca? - c'è qualcosa da osservare. Ad Ischia sono state edificate migliaia di case abusive, affittate in nero ai turisti. Chi ne ha due, chi tre o quattro. Rendono e non pagano tasse, gli effetti sono netti. Anzichè essere demolite, come già stabilito dalla magistratura - vi ha provveduto il terremoto - potranno essere ricostruite addirittura a spese o con il concorso dello Stato. Stupisce che proprio i pentastellati abbiano assunto la paternità di questo provvedimento assurdo.

Piercarlo Barale

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