Meteo Radio Stereo 5 Euroregion Facebook Twitter Youtube Linkedin

La depressione negli adolescenti

CUNEO

Foto
Condividi FB

CRISI PASSEGGERA O DISTURBO PSICOPATOLOGICO?

GIULIA MATTALIA e DEBORA BESSONE - Chi ha figli, nipoti, amici, alunni adolescenti probabilmente ha dovuto fare i conti con cambi di umore, scoppi di ira, lacrime improvvise, magari seguite da inspiegabile serenità. Gli adolescenti, infatti, spesso passano rapidamente da uno stato emotivo all’altro, che agli occhi di un adulto può essere difficile da comprendere. Tuttavia, ci sono alcuni ragazzi e ragazze che sperimentano uno stato emotivo costante, perlopiù caratterizzato da tristezza, da umore basso e da sentimenti prevalentemente depressivi: questi ragazzi possono correre il rischio di inciampare in una crisi depressiva vera e propria.

Tono dell’umore basso, diminuzione di interessi e attività, indecisione, mancanza di energia, rallentamento psicomotorio, inappetenza e insonnia, sono alcuni dei sintomi che possono caratterizzare la depressione. Tutto questo accompagnato da sentimenti di autosvalutazione, senso di colpa e, talvolta, pensieri di morte.

Ma che cosa succede al giovane in questo delicato periodo, che può portarlo verso questi sintomi? Come sappiamo, in questa fase della vita la persona si trova a dover fare i conti con un distacco dai punti di riferimento dell’infanzia. È un distacco fisiologico, che serve per dare la spinta all’esplorazione e all’emancipazione, ma talvolta l’adolescente non trova nel mondo esterno dei validi riferimenti alternativi. Inoltre, i rapidi e imprevedibili mutamenti corporei e relazionali possono confondere un senso di sé ancora instabile, e questa confusione può portare il giovane a sentirsi inadeguato, fuori posto, inadatto. In tali circostanze, le variazioni del tono dell’umore sono fisiologiche e nella norma, ma rivestono un ruolo molto importante nella strutturazione della personalità dell’adolescente. Questi vissuti depressivi possono essere accompagnati da vissuti di perdita e disperazione, che vengono però generalizzati a tutti i settori dell’esperienza. Il senso di sfiducia e di impotenza può essere accompagnato da sentimenti di rabbia: una rabbia verso se stessi, verso gli altri o verso la realtà che li circonda.

Le strategie messe in atto dal ragazzo adolescente per controllare questa rabbia possono non essere adeguate: il soggetto passa da sensi di colpa ad autocommiserazione, con una aumento ancora maggiore della rabbia e della disperazione, inserendosi in un vortice senza apparente via di uscita. Il ragazzo può quindi agire comportamenti autolesivi e/o fare uso di sostanze come alcool e droghe per anestetizzarsi dal punto di vista emotivo.

Chi sta intorno all’adolescente, in primo luogo la famiglia, spesso non riesce a comprendere quello che sta succedendo e non riesce a darsene una spiegazione: il rischio è quello di colpevolizzare il giovane additandolo come un ragazzo svogliato, viziato, pigro, e aumentando di fatto i suoi sentimenti di inadeguatezza.

Come queste modulazioni del tono dell’umore vengono gestite determinerà il buon esito dello sviluppo: in un senso adattativo, la persona strutturerà un senso di identità maturo, in senso disadattativo potrà condurre verso disturbi psicopatologici più o meno gravi e importanti. Per questo, anche se si tratta di una crisi passeggera, non è da sottovalutare.

La variabilità e le sfumature che caratterizzano l’adolescenza, rendono difficile un inquadramento diagnostico e per questo tipo di difficoltà esiste un’ampia variabilità clinica. Le statistiche parlano di valori che si aggirano tra il 3 e l’8 per cento, ma si teme possa essere una sottostima, dovuta al fatto che molti adolescenti che potrebbero rientrare in un disturbo di questo tipo, in realtà non richiedono aiuto e non si rivolgono ai servizi di competenza, rimanendo di fatto fuori da queste percentuali.

Il trattamento d’elezione è la terapia cognitiva, che aiuta l’adolescente, unico vero esperto di se stesso, a comprendere le sue modalità di funzionamento a partire da episodi peculiari, che permettano di mettere a fuoco in vivo aspetti di sé che il soggetto non conosceva. In questo processo, le figure significative possono essere un valido strumento, a partire dal convincere l’adolescente a farsi aiutare dai professionisti, in modo che egli possa comprendere meglio il proprio disagio senza sentirsi colpevolizzato.

Dott.sse Giulia Mattalia e Debora Bessone

Facebook: “Lunettes studio di psicologia – Giulia Mattalia e Debora Bessone”

E-mail: lunettes.studiodipsicologia@gmail.com

VIDEO