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La Ceramica Solelò di Saluzzo tra le eccellenze europee grazie alla Homo Faber Guide

SALUZZO

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ANTONELLA GONELLA - Ceramica Solelò, laboratorio artistico con sede in Saluzzo, in provincia di Cuneo, è entrato a far parte di un club molto speciale: la Homo Faber Guide. Si tratta dell’equivalente della Guida Michelin, ma riferita all’artigianato artistico d’Europa. Realizzata dalla Michelangelo Foundation for Creativity and Craftmanship, in collaborazione con la Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte, la pubblicazione seleziona e mette in rete il meglio dei mestieri d’arte a livello internazionale creando, come si legge sul sito dedicato, “un’occasione davvero unica per scoprire l’eccellenza e la bellezza: i nuovi talenti, le esposizioni, i musei e le botteghe di tutto il continente”. E rappresenta un valido indicatore dello stato di salute dell’artigianato locale.

La bottega saluzzese che in questi giorni ha ricevuto il prestigioso riconoscimento trae origine dall’estro di Lorenza Bessone. E’ preceduta dagli studi in Beni culturali all’Università di Torino, da un master in Arte Contemporanea a Roma e dagli anni di lavoro come responsabile organizzativo di mostre d’arte. Poi arriva l’intuizione: “La ceramica – spiega – è nata come un hobby, dal bisogno di creare qualcosa personalmente”. Una passione che presto si trasforma in lavoro: “Il primo laboratorio era uno spazio ai Docks Dora di Torino, poi, con il ritorno a Saluzzo, ha trovato casa nell’officina meccanica di famiglia, riadattando parte del locale originariamente destinato alle riparazioni delle motociclette. La mia ceramica è discreta, ma mai anonima grazie all’attenzione ai particolari. Amo le linee pulite e minimali ed ho immensa cura e rispetto dei dettagli. La palette di colori è fatta solo di smalti autoprodotti, nei quali le caratteristiche di resistenza all’usura hanno la stessa importanza dell’armonia del risultato finale. Il protagonista resta il cibo: le stoviglie lo aiutano a presentarsi al meglio”.

Ceramica funzionale è la definizione corretta per i prodotti a marchio Solelò che non rende però l’idea della cura necessaria durante la fase creativa. Una storia di talento, pazienza e rispetto della terra e dei suoi tempi: quelli di asciugatura e di cottura, quelli di attesa richiesta in ogni processo di lavorazione. Il procedimento adottato è interamente manuale e comprende anche le complesse operazioni di smaltatura, puntando a soddisfare le esigenze del cliente: altezze, diametri, profili e finiture sono un risultato sempre condiviso con l’utilizzatore finale. Dai forni emergono stoviglie, bicchieri, tazze ed elementi di arredo in gres smaltato. Linee semplici ed essenziali, adatte all’uso quotidiano senza rinunciare alla bellezza. Ed estremamente resistenti, grazie alla cottura ad alte temperature che le rende adatte ai cicli di lavaggio intensivi e ripetuti. Per questo dal laboratorio di via Giovenale Sampò partono commesse per molte cucine professionali, oltre che per i privati. A Lorenza Bessone si rivolgono chef stellati del territorio: negli anni nascono così collaborazioni con Flavio Costa del Ristorante 21.9 a Piobesi d’Alba, Pasquale Laera di Borgo Sant’Anna a Monforte d’Alba, Fabio Ingallinera de Il Nazionale a Vernante e Massimo Camia dell’omonimo ristorante a La Morra.

Capita che Lorenza Bessone testi 35 ricette differenti prima di arrivare al particolare colore di smalto che serve a realizzare un servizio da settantacinque piatti. La tonalità giusta non deve essere troppo lucida, non troppo spenta, non fragile, né secca, tanto da meritare il nome del massiccio pakistano Nanga Parbat. E la montagna è il filo conduttore di una creatività che trae ispirazione dalla natura e che dalla sua bellezza deriva i nomi per le creazioni: nascono così i verdi di Ruscello e l’azzurro con sfumature viola di Nebulosa. Una ricetta complessa che nel 2021 porta Solelò tra i dieci finalisti del concorso nazionale di alto artigianato promosso dalla Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte di Milano e la introduce nel circuito Wellmade. Ma il riconoscimento più gradito arriva quando il cliente, interpellato sulla qualità dei prodotti, risponde: “Vanno molto bene, li stiamo usando tutti i giorni e nessuno si è mai sbeccato”.

Antonella Gonella

 

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