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L'anomalia dell'attuale Amministrazione di Cuneo e il nuovo percorso del Pd

CUNEO

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Riceviamo da Mauro Mantelli: 'I cinèphile più attempati, come il sottoscritto, certamente ricorderanno un film nel 1977,  di Luis Bunuel, grande regista spagnolo surrealista, dal titolo 'Quell'oscuro oggetto del desiderio'.

Il Partito Democratico cuneese è divenuto oggetto di osservazione e di desiderio da parte di settimanali, giornali on line anche torinesi e di differenti associazioni o club politici.

In particolare i giornali, fra cui il settimanale più diffuso in città e dintorni, dedicano al partito, alle sue presunte vicende interne, alle sue intenzioni per le future elezioni amministrative un'attenzione spesso pelosa con articoli in cui viene rispettata una prassi curiosa.

Chi milita in quest'organizzazione, di qualsiasi livello sia, non viene mai ascoltato. Da ciò discende una elaborazione fantastica che si basa sostanzialmente su un poco educato spiare dal buco della serratura se non su 'invenzioni' costruite ad arte.

L'affermazione secondo la quale il nostro livello di consenso in città sarebbe dell'11% si basa non su un sondaggio e neppure sulla valutazione delle ultime elezioni regionali  (Pd 32,78% nel Comune) ma su una sorta di desiderio-previsione che, nel momento in cui viene spacciato come dato reale, diviene invenzione pura.

Ciò detto, dato che io appartengo al Partito Democratico dalla sua nascita e ho ricoperto ruoli istituzionali su sua indicazione o per diretta rappresentanza, appartengo tutt'oggi a livelli di direzione territoriale anche superiore a quello cittadino, mi permetto di fornire ai lettori qualche dato di chiarimento visto che i Notisti politici 'nostrani'continuano a costruirsi le loro ipotesi e a spiare dal buco della serratura pur essendo la porta sempre aperta.

La porta è aperta ma noi non siamo in vendita; chi vuole entrare è benvenuto, come abbiamo sempre dimostrato ma non esistono Opa (Offerta pubblica d'acquisto, Istituto del diritto societario) amichevoli od ostili fattibili.

In un recentissimo documento, votato da un'affollata assemblea degli iscritti, abbiamo delineato, come era già avvenuto nel passato, il percorso che noi proponiamo per riportare il centro sinistra al governo della città.

L'attuale Amministrazione cuneese costituisce un'anomalia a livello nazionale.

La costruzione di questa alleanza di governo, composta in modo praticamente esclusivo da liste civiche e basato  fin dalle sue basi programmatiche da un localismo che rifiuta il ruolo di capoluogo di questa città fu, in gran parte, anche responsabilità del Pd e degli imperdonabili errori che ci portarono ad allearci con, per essere poi schiacciati su, una sinistra conservatrice che rifiuta, per principio, il ruolo di governo semplicemente perché complessità ed ideologia sono concetti antitetici.

Se questo è vero, se concorrenti nell'errore del 2012 sono stati anche molti di coloro i quali siedono sui banchi del governo della città, dobbiamo prendere atto che il percorso va ripreso dall'inizio.

Chi sostiene, come già proponeva l'ex segretario cittadino Pintus il quale fu sfiduciato non per un complotto ma perché portava avanti delle politiche non condivisibili senza mai confrontarsi con il resto degli iscritti, che basti aggiungere due assessori con la tessera del Partito Democratico in tasca ed il problema è risolto dimentica, o fa finta di dimenticare, che in questi quattro anni la grande assente è stata la politica.

Questa è la contestazione più forte che ritengo di poter fare all'attuale maggioranza.

Utilizzando i fondi Pisu, ottenuti dalla precedente Amministrazione Valmaggia, si sono operate e trasformazioni urbane importanti, la cui positività io non voglio nascondere, non fosse altro perché stavano nel piano strategico di cui mi sono occupato della prima metà del decennio scorso.

La pedonalizzazione di via Roma ed il recupero urbano di piazza Foro boario sono state sicuramente scelte operative complesse di cui va dato atto.

Ciò fatto, però, a livello di programmazione c'è il nulla, questa città non ha una visione nuova, obiettivi strategici che attirino finanziamenti europei.

Su altre questioni di grande importanza che superano i confini amministrativi Cuneo ha perso pesantemente il ruolo precedentemente raggiunto.

Se nell'attuale governance del più importante ente economico della provincia, la fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo, i territori sono praticamente assenti è anche perché, aldilà di tutte le migliori intenzioni, non si è saputo costruire alleanze politiche che, avendo al centro I territori stessi, impedissero il prevalere di spinte 'corporative'che spero il nuovo presidente saprà governare in modo positivo verso una nuova alleanza con i territori.

Il Partito democratico di Cuneo ha in questi anni superato le punte più negative dei personalismi che nel 2012 costituirono la base della sconfitta e propone a  tutte le forze che si riconoscono nel centrosinistra, indipendentemente dal fatto che siano al governo, piuttosto che all'opposizione, piuttosto che in fase di formazione in città, di  ragionare intorno alle priorità politiche del prossimo mandato amministrativo.

Ciò fatto, la scelta di chi dovrà guidare la coalizione e dei nomi che dovranno portarci a recuperare il ruolo politico di capoluogo (ancor più importante in vista della definitiva cancellazione dell'ente Provincia) verrà fatta da una coalizione cementata da finalità politiche e programmatiche comuni.

Mi rendo conto che il percorso che proponiamo è molto impegnativo perché è molto più facile dividersi sui nomi e giornalisticamente più accattivante riferire di presunte patetiche guerre interne.

Ma se non vogliamo che la politica sparisca definitivamente dai nostri orizzonti non abbiamo altra possibilità che cercare di essere all'altezza di una classe dirigente che sia degna di questo nome.

Mauro Mantelli
già vicesindaco di Cuneo
Membro della direzione regionale del Partito Democratico

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