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I sindaci della Val Varaita uniti contro la chiusura della banca a Venasca: "Chi se ne va dai territori sbaglia"

SALUZZO

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CUNEO CRONACA - "I sindaci della Valle Varaita, in testa Silvano Dovetta, avevano la fascia tricolore. Sono istituzione contro una banca che vuole chiudere. La fascia perché dire che le banche non devono chiudere significa insistere sui diritti di cittadinanza. Dunque sulla Costituzione". Lo affermano Roberto Colombero, presidente Uncem Piemonte, e Marco Bussone, presidente Uncem nazionale, a margine della manifestazione davanti alla filiale Unicredit di Venasca, in Val Varaita, che dovrebbe chiudere il 17 novembre 2023. In testa al presidio, il primo cittadino e presidente dell'Unione montana Silvano Dovetta. Presenti rappresentanti di Uilca, ACLI, il Consigliere regionale Matteo Gagliasso, molti sindaci, di tutto il Saluzzese, e anche Silvio Artusio Comba di Monticello d'Alba, il primo ad aver montato una vincente mobilitazione contro la chiusura dello sportello bancario nel suo paese.

"La Valle Varaita - proseguono - è unita nel dire che Unicredit non deve andarsene. Sbaglia. E che non deve scegliere il profitto al posto del presidio. Resti sul territorio. Cambi idea. Se andrà via, chiudendo lo storico sportello di Venasca, altre banche scelgano di venire qui, in valle, a sostituirla, nei paesi dove si registrano sempre più nuove imprese e grande vitalità. Chi se ne va sbaglia. Fa un errore grave. Sono poteri che si arroccano nei quartieri generali di qualche grattacielo, alle spalle dei territori, della gente, delle imprese. Alziamo il livello della protesta e della mobilitazione. C'è un'altra economia possibile, un altro modo di organizzare il risparmio dei cittadini".

"Il Parlamento e il governo intervegano per mettere un argine alla spoliazione di servizi fatta dalle banche, come chiedono le datoriali, i sindacati dei lavoratori, tutte le imprese e i cittadini. Con i sindaci alziamo la voce, siamo arrabbiati e chiediamo ad Abi, Banca d'Italia, Consob, a tutti i politici, di mettere un argine a queste chiusure che sono un affronto e un attacco al territorio, alla montagna, alla gente che ci vive e ci lavora. I diritti di cittadinanza nelle zone montane sono diritti di tutti", concludono.


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