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Se gli italiani pensano che i politici sono impiegati di un'azienda con il terzo debito pubblico del mondo...

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BRUNO MURIALDO - Quando qualche dirigente politico prende la parola si ha l’impressione che dimostri altezzosità verso la sovranità popolare. Con ciò, può essere vero che il popolo sovrano non brilli di senso civico, ma è pur vero che prova contraria è quello che delega lor signori a governare.

I politici, ogni volta che si appoggiano a un podio, dovrebbero ricordare che arrivano da quella base che con il voto gli ha dato la possibilità di rappresentare la democrazia; già questo basterebbe per capire che sono dei portavoce della più nobile espressione, quella popolare (perlomeno cosi dovrebbe essere).

Con il passare del tempo, i rappresentanti del popolo hanno scordato il loro luogo d'origine, si sono allontanati dalla sorgente diventando acqua stagnante nella palude della pratica di governo. Sono diventati degli impiegati di un'azienda con il terzo debito pubblico più alto del mondo: questo è quello che pensa la maggior parte degli italiani.

Quando questi signori rilasciano delle affermazioni, oppure predicano dai pulpiti di qualche congresso, si ha l’impressione (sperando sia soltanto un'impressione) di assistere a una dichiarazione sportiva che riguarda la loro squadra, dimenticando il pubblico, i tifosi e il codazzo di lavoratori subalterni alla squadra e il loro sacrosanto diritto di decidere.

Si sente spesso dire: "Noi (partito) abbiamo fatto..., noi abbiamo detto..., deciderò io e il partito...", come se gli elettori non contassero nulla, come se il Parlamento e il Senato fossero casa loro e non quella della rappresentanza popolare.

Poco tempo fa, un segretario di partito disse ai suoi: "Se non troviamo un accordo tra di noi vinceranno le elezioni gli altri". Questa dichiarazione esclude la cosa più importante, e cioè il consenso delle gente che essi dovrebbero guadagnare, senza il quale nessun accordo può essere possibile.

I partiti devono ritrovare la dignità della politica, hanno dimenticato che al voto ci vanno gli italiani e gli italiani decideranno anche su ciò che dicono i politici. Ma soprattutto per come lo dicono.

Bruno Murialdo

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