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Guido Chiesa: "Perché ho scelto di candidarmi nella lista del Partito democratico a Savigliano"

SAVIGLIANO

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GUIDO CHIESA - Alcuni amici mi hanno chiesto perché ho accettato la proposta di candidarmi nella lista del Pd alle prossime elezioni amministrative di Savigliano, in provincia di Cuneo, dopo un certo numero di anni passati fuori dal partito. Per svariati motivi. 

Innanzitutto perché temo che i prossimi anni saranno anni particolarmente difficili, non solo per Savigliano. E’ quindi assolutamente necessario che alla guida della città ci sia una amministrazione forte, in grado di portare avanti una visione aperta al futuro, per quanto difficile questo possa essere. E le altre proposte in campo non mi sono parse all’altezza del compito. 

In secondo luogo perché sono convinto che la politica abbia bisogno dei partiti. In questi ultimi 30 anni non si è fatto altro che denigrarli, proponendo in alternativa i cosiddetti Movimenti e le liste civiche. La delusione per i Movimenti e i mini-partiti è sotto gli occhi di tutti e non vale neppure la pena commentarla. 

La larga maggioranza delle liste civiche hanno invece il grave difetto di dissolversi pochi mesi dopo le elezioni lasciando soli i loro eletti. Che finiscono per rappresentare solo sé stessi, senza avere alcun modo di confrontare le loro idee con quelle dei loro elettori, né di rendere conto del loro operato. In ultima analisi uno strumento di democrazia che fallisce lo scopo per cui è stato concepito, ossia favorire la partecipazione dei cittadini alla vita pubblica della città.

Si dirà che i partiti hanno dato pessimi esempi di gestione della cosa pubblica. E’ vero. Tuttavia a me pare che la loro funzione di cerniera tra i cittadini e le istituzioni sia imprescindibile per il funzionamento della democrazia. 

I partiti devono cambiare, devono tornare a interessarsi dei bisogni reali dei cittadini, devono mettere a fattor comune una visione condivisa della città. Devono tornare a selezionare la classe dirigente da proporre all’approvazione dei cittadini, avendo la forza di risolvere le proprie beghe interne senza dare troppo spazio alle ambizioni personali di questo o quello. Ma non devono sparire: non mi pare proprio il caso di buttare via il bambino con l’acqua sporca.      

Temo inoltre che al Partito democratico manchi una forte impronta ambientalista che i tempi esigono senza ambiguità, ma anche senza strizzate d’occhi a certo ambientalismo del No a qualunque costo. In Italia manca il Partito dei Verdi che in Europa sta acquisendo sempre maggiori consensi. Il Pd deve diventare il punto di riferimento che oggi non c’è per tutte queste sensibilità, in larga parte nel mondo giovanile. A me piace pensare di poter dare una mano in questa direzione ad un partito finalmente rinnovato.

Un’ultima considerazione: il prossimo anno si andrà a votare per le elezioni politiche. Per i cespugli del 2% non ci sarà futuro. Domando: ma a quale partito potrà dare il loro voto tutto quel mondo di cui ho fatto, e faccio ancora parte, se non al Partito democratico? Penso francamente sia venuto il momento di smetterla di frantumarsi in mille rivoli e dare così spazio a una destra che risolve i problemi unicamente ignorandoli.

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