Meteo Radio Stereo 5 Euroregion Facebook Twitter Youtube Linkedin

Fase 2: l'alto numero di contagi giornalieri rivela il rischio che ancora incombe sulle nostre vite

CUNEO

Foto
Condividi FB

GUIDO CHIESA - Oggi, 4 maggio, è il primo giorno della cosiddetta fase 2, il giorno in cui 4,4 milioni di cittadini tornano a lavorare. Può quindi valere la pena di scattare un’istantanea della situazione odierna che, dal confronto con ciò che succederà nei prossimi giorni, ci permetterà di intuire come sta evolvendo l’infezione. Perché tutti sappiamo che la nostra vita sarà fortemente influenzata dal suo andamento.

A livello nazionale, la curva logistica che abbiamo imparato a conoscere nei precedenti articoli dà il numero di 230.000 come valore tendenziale dei contagi totali accertati se la fase 1 fosse proseguita sino all’esaurimento dell’epidemia.

La trattazione matematica della curva dà ulteriori informazioni significative. La prima è la data del 1° giugno come quella in cui si sarebbe dovuto raggiungere il 99% di quel valore, ossia l’approssimarsi ad un numero di casi accertati tale da consentire una riduzione in (quasi) sicurezza dei vincoli imposti dal lockdown.

La seconda è la previsione dei nuovi casi giornalieri, destinata a passare dai teorici 1363 nuovi casi di oggi, 4 maggio, ai teorici 512 nuovi casi del 18, così come risultano dalla linea blu del grafico in figura che media gli sbalzi quotidiani dei dati reali. (La linea amaranto rappresenta invece la serie dei dati reali che, com’è facile vedere, è fortemente discontinua).

Con la fase 2 questi numeri sono destinati a cambiare. Non da subito, dato che il tempo di incubazione delle infezioni varia dai 5 ai 14 gg., ma dal decimo giorno in poi i segnali della nuova tendenza dovrebbero diventare chiaramente visibili.

Per chiarezza: se a partire dal 14 maggio dovessimo rilevare che la riduzione dei nuovi casi quotidiani è continuata, sia pur rallentando la sua discesa, vorrebbe dire che la situazione è ancora, tutto sommato, sotto controllo. Al limite, lo sarebbe anche se il numero dei nuovi casi dovesse attestarsi per qualche giorno su un valore costante. Sarebbe viceversa un gran brutto segnale se dovessimo constatare che invece di tendere verso i 512 casi/g la curva sta risalendo verso numeri più grandi. Il segnale che nessuno può augurare a questo paese.

Questa la situazione a livello nazionale. A livello di Regione Piemonte la fotografia del presente indica: nuovi casi attesi per oggi, 4 maggio, 278; nuovi casi attesi per il 18 maggio, 97. Valore tendenziale dei casi totali previsti a completamento della fase 1, 31.000. Data del raggiungimento del 99% dei casi totali, 2 giugno.

Per la provincia di Cuneo i dati farebbero invece sperare in una situazione migliore. Sempre che non siano smentiti dallo scoppio di qualche nuovo focolaio. I parametri sono: nuovi casi attesi per oggi, 4 maggio, 21; nuovi casi attesi per il 18 maggio, 6. Valore tendenziale dei casi totali accertati, 2.800. Data del raggiungimento del 99%, 24 maggio.

In conclusione: il modello matematico dell’andamento dell’epidemia avrebbe consigliato gli esperti di prolungare il lockdown sino al 3 giugno: 1363 nuovi casi attesi per oggi - di cui più del 50% in Lombardia e Piemonte - è un valore che fa oggettivamente paura.

Tuttavia la situazione economica del paese ha spinto il governo ad anticipare al 4 maggio una prima apertura delle attività economiche e fissare per il 18 maggio una seconda tappa del faticoso e rischioso processo di allentamento dei vincoli. La classica via di mezzo destinata a scontentare tutti, ma che appare agli occhi di chi ragiona sui numeri un ragionevole compromesso tra le ragioni della salute e quelle del reddito.

L’alto numero dei contagi giornalieri attesi alla data di oggi, 4 maggio, e nei giorni successivi, dovrebbero comunque dare a tutti l’idea del rischio di infezione che ancora incombe sulle nostre vite. Contagi che sono avvenuti durante il lockdown e nonostante il lockdown.

Ricordando poi che le persone asintomatiche, ma contagiose, sono probabilmente 10 volte i casi accertati e che a scatenare tutto questo putiferio sul nostro paese sono state poche decine di casi in Lombardia, ossia la centesima parte dei casi di infezione circolanti oggi in Italia, c’è oggettivamente di che stare preoccupati….. Incrociamo le dita.

Guido Chiesa

 

VIDEO