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Essere umano "virus del Mondo": alla fine dell'incubo si pensi alla salute del Pianeta

ALBA

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BRUNO MURIALDO - Non facciamoci prendere dall’euforia di tornare a cavalcare automobili o infilare un aperitivo dietro l’altro a capannelli, non sarebbe salutare, sarebbe come tornare a un incubo. 

Questa lezione che la natura ci ha dato deve servire a cambiare in meglio la nostra vita, deve servire come spinta verso una società che mette al primo posto la salute del pianeta. 

Il Covid-19 pronuncia un semplice interrogativo, la terra ci considera alla stregua di un virus, il virus umano che mangia il pianeta e le sue risorse, come noi temiamo il morbo, la terra teme di non poterci più garantire la vita, non è uno scherzo o una predica, è la dura realtà.

Vedo che si freme per ricominciare come prima; ed è giusto che si ricominci, ma lo dovremmo fare guardando al futuro, centellinando le risorse, usando la mano pesante verso chi sbriciola la vita e il futuro del mondo. 

L’uomo oggi ha meno probabilità di sopravvivenza dei nostri antenati, perché è in gioco la sopravvivenza della specie. 

In questi anni a venire questa dura esperienza che stiamo vivendo dovrà servire a fermare le nostre miserie a spingerci verso una rivoluzione planetaria indispensabile, che veda al primo posto la sostenibilità anche a scapito di un ridimensionamento del nostro “benessere economico”. 

Una società che padroneggi la felicita e non la tristezza. Si proferisce che nel 2050 triplicheranno le richieste di materie prime, sta a noi diminuirne le necessità con una consapevole rinuncia dei consumi superflui, lo dobbiamo fare per quel domani che per ora è lontano e forse irraggiungibile, un ubriacatura consumistica inutile e dannosa come quella che fantastichiamo di ripetere ci porterebbe a ripetere l’errore all’infinito.

Bruno Murialdo

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