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Ai cuneesi che si chiedono per chi votare rispondo non “contro” qualcuno ma “per” qualcosa

SAVIGLIANO

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GUIDO CHIESA - Molti miei concittadini pongono la stessa domanda: "Ma perché dovrei dare il voto alla Lista Liberi e Uguali, che so avere poche possibilità di eleggere un suo candidato in provincia di Cuneo, mentre potrei dare il mio voto al Pd, contribuendo a battere un candidato di centrodestra?”. Questione concreta. Che richiede una risposta precisa, preceduta da una breve premessa.

Veniamo da 5 anni di governi a guida Partito Democratico, con un supporto largamente minoritario di formazioni di centrodestra: per intenderci, il partito di Alfano e, in alcune situazioni particolari, quello di Verdini. La presenza di queste forze, nonché la scelta strategica di Renzi di provare ad attirare voti di centrodestra - ormai ritenuto sul viale del tramonto - ha portato i governi a guida Pd a varare dei provvedimenti che neppure i precedenti governi Berlusconi erano riusciti a varare (per citarne alcuni: abolizione art. 18, cancellazione dell’Imu per i ceti abbienti), a mutilarne altri (coppie di fatto private della possibilità di adozione dei figli del partner) a rinviarne definitivamente altri (ius soli). Ma soprattutto, in campo economico, ad incentrare l’azione del governo esclusivamente sulla erogazioni di fondi, nella convinzione che il mercato, da solo, avrebbe provveduto a rimediare gli errori del passato.

Lasciare più soldi in tasca agli italiani avrebbe fatto il miracolo, in automatico, di rilanciare l’economia e di far aumentare i posti di lavoro. Sono stati erogati bonus di tutti i tipi e sono stati diminuiti gli investimenti pubblici, nonostante le indicazioni in senso contrario dell’Europa e di pericolosi sovversivi come Mario Monti. Senza dimenticare che, per inseguire i grillini sul loro terreno, il Pd ha cavalcato la tigre della denigrazione della politica cancellando il finanziamento pubblico ai partiti. Nonché lo svilimento della funzione dello Stato azzoppando le province e provando ad abolire il Senato in nome della riduzione (ridicola) dei costi. L’azione di governo è stata così influenzata dalle idee di centrodestra da far dire ad Alfano che, grazie alla azione del suo partito, i governi Pd hanno approvato più provvedimenti di destra di quelli precedenti di Berlusconi. E’ evidente che l’affermazione di Alfano è stata fatta per enfatizzare il suo ruolo e la sua coerenza, tuttavia è innegabile che ci sia del vero nelle sue parole.

Questa politica ha destabilizzato la Sinistra: non ha portato a risultati significativi dal punto di vista della ripresa (siamo ancora il penultimo paese in Europa in termini di incremento del Pil); ha portato ad un incremento delle disuguaglianze, lavoro in larga parte precario, siamo un paese con un tasso di evasione fiscale in crescita (e impressione di tutti è che l’evasione si stia allargando). E’ pur vero che il governo Gentiloni ha iniziato a correggere alcuni aspetti di quella politica, ma più volte è stato costretto ad affermare la sua continuità con la politica del governo Renzi e le correzioni di rotta, che ci sono, sono ancora deboli e soggette a continue verifiche (cosa è stata messa a fare lì l’on. Boschi?).

A questo punto, dato che la coalizione di centrosinistra è largamente sotto il 40%, minimo richiesto per aspirare a governare da sola, lascio immaginare ai miei concittadini che si pongono seriamente la domanda per chi votare il 4 marzo cosa succederebbe a questo paese se nei prossimi 5 anni si insediasse un governo delle “larghe intese”, sempre a guida Pd, ma con alleato non più l’imponderabile Alfano, ma Berlusconi. L’uomo che ha accompagnato Bush nella sciagurata guerra in Iraq e che dopo 10 anni di governo ha lasciato il paese alle prese con la peggiore crisi finanziaria della sua storia recente. Al di là delle questioni personali legate ad un uomo condannato in via definitiva per evasione fiscale e per questo cacciato dal parlamento, o del suo accolito, Loris Verdini, quale politica economica seguirebbe questo nuovo governo a guida Pd? Quale lotta alle disuguaglianze sarebbe intrapresa? Quale politica ambientale? Forse quella dell’azzeramento del bollo della prima auto per disinquinare la Pianura Padana? Che ne sarebbe della dignità del lavoro, già così terribilmente compromessa dalla spaventosa concorrenza della globalizzazione? Che ne sarebbe dei giovani precari? Ma che futuro sarebbe in grado di garantire un tale governo a guida Pd?

Molti citano la Germania come esempio. A parte che la signora Merkel non è Berlusconi, ma è proprio la vicenda della Germania che dovrebbe lanciare un campanello d’allarme per la sinistra italiana: l’appoggio al governo delle larghe intese in Germania ha portato la sinistra tedesca al suo minimo storico. Un dibattito lacerante è in corso nel partito socialdemocratico, se continuare quell’esperienza, che è, badate bene, tutto sommato una esperienza ancora positiva per il loro paese e non problematica come quella nostrana. Di fronte a sfide epocali come quella dei cambiamenti climatici, della povertà e dell’immigrazione, dell’invecchiamento della popolazione, della disoccupazione giovanile, la sinistra non può più inseguire ricette di centrodestra, use e consunte, che hanno dimostrato di non essere in grado di risolvere i problemi, ma che si sono dimostrate utili solo a peggiorare la situazione.

La sinistra ha bisogno di perseguire i suoi obiettivi con chiarezza ed orgoglio: più Europa, ma non questa Europa. Più Stato, ma non questo Stato. Più politica, ma non questa politica di promesse mirabolanti, senza la minima visione del futuro, senza cultura e senza educazione. Queste sono le sfide che Liberi e Uguali si propone di affrontare pur nella consapevolezza dei suoi limiti e delle difficoltà. Questo è il livello cui va posto il dibattito politico. Per questo è nata Liberi e Uguali: per guardare la realtà in faccia e smetterla di raccontare balle alla gente. Alla domanda dei miei concittadini rispondo quindi a mia volta con una domanda, cui li invito a dare una risposta non “contro” qualcuno, ma “per” qualche cosa: un voto utile al Pd? per fare cosa? Dopo di che possiamo iniziare a parlare seriamente perché votare Liberi e Uguali.

Guido Chiesa

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