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Dogliani: sotto il tendone non si replichino i talk show

MONDOVì

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BRUNO MURIALDO - Dogliani è un paese con un fascino particolare, è situato tra l’alta e la bassa Langa, ha un sapore letterario che lambisce il passato e cattura il presente.

Questo è Dogliani. Nella grande piazza di fronte alla parrocchia di S. Quirico e Paolo ci sono dei piccoli negozi che offrono il meglio dell’enogastronomia locale; alcune piccole botteghe dal sapore antico sono addobbate come se il tempo si fosse fermato, come se ci invitassero a godere di quell’atmosfera straordinaria che soltanto un piccolo borgo può avere.

Fascino: questo è ciò che trasmette questo paese, dove le colline del Dolcetto scendono fino a lambire al Rio che scorre leggero accanto alla vecchia biblioteca.

Qualche turista straniero giovedì sera cercava di capire cosa succedeva sotto il tendone che ricopriva la piazza del paese, una gentile signorina spiegava loro che si trattava del festival della televisione, questi si guardarono increduli e, salutando gentilmente, presero la strada per altri lidi. Questo atteggiamento è comprensibile perché nessun svizzero o tedesco o americano conosce il circo mediatico politico italiano.

Non voglio assolutamente criticare il festival, ma lo ritengo alieno alla realtà di un paese che vale molto di più di un qualche presentatore sotto una tenda. Per quanto riguarda gli Italiani, hanno dimostrato un certo disinteresse per i talk show e fastidio per tutti quelli del pensiero unico che se la cantano e se la suonano senza fare spazio a null’altro.

Sotto quel tendone si rischia di replicare quello che avviene nei salotti televisivi, dominati dai parolai buonisti o integralisti, dimenticando che nelle case la gente si addormenta davanti alle solite liti televisive.

Ai doglianesi brindo con un buon bicchiere di Dolcetto, quello sì che che fa audience.

Bruno Murialdo e Don Chisciotte

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