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'Di chi sono le responsabilità a Cuneo?'

CUNEO

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Riceviiamo: Prendiamo atto con incredulità delle dichiarazioni dell’assessore Dalmasso sul tema del teleriscaldamento. Egli afferma innanzitutto (riprendendo anche dichiarazioni del sindaco) che i lavori finora eseguiti riguardavano tratti dell’opera realizzati in “zone che non necessitano di valutazione di impatto ambientale”.

Che dire? L’assessore sa benissimo, anche perché a riguardo è intervenuta la magistratura amministrativa, che i lavori vanno valutati nel loro complesso ed “è illegittima l’artificiosa suddivisione del progetto di un’opera, al fine di evitare la sottoposizione dello stesso alla valutazione di impatto ambientale, che sarebbe obbligatoria per l’opera nella sua interezza” (Consiglio di Stato, sentenza n. 3849/2009).

Che tale “artificiosa suddivisione del progetto” sia stata compiuta è dimostrato dall’istituzione di una fantomatica “prima fase della rete del teleriscaldamento” che costituisce una arbitraria estrapolazione dell’opera senza alcuna funzionalità autonoma. Sempre che poi un progetto in senso stretto esista, dal momento che fino ad ora tutto ciò che si è visto sono i documenti allegati alla procedura VIA e le “planimetrie di larga massima” oggetto della convenzione fra Comune e privato.

Rispondendo alla domanda successiva – “di chi è la colpa?” – l’assessore lascia davvero basito il lettore assolvendo il Comune e affermando che la Wedge Power ha iniziato i lavori “a suo rischio e pericolo”. Mai avremmo pensato di dover prendere le difese dell’operatore privato, a cui non ci lega una grande affinità, ma in questo caso dobbiamo ricordare che la responsabilità è invece tutta del Comune che ha scritto nero su bianco che la Convenzione stipulata con la Wedge Power costituiva “titolo autorizzativo necessario e sufficiente” all’avvio dell’opera, quando essa doveva invece essere previamente oggetto di valutazione nella sua interezza.

In chiusura, l’assessore ha dovuto dar conto dell’assenza di previsione di opere compensative: ha annunciato che le chiederà “in quanto Parco Fluviale” nel corso dell’iter di valutazione di impatto ambientale. A nostro avviso, avrebbe dovuto chiederle “in quanto Comune” in sede di sottoscrizione della convenzione. In alternativa, avrebbe potuto non sottoscriverla in tutta fretta ed aprire un percorso di consultazione pubblica sulla politica energetica dell’amministrazione… siamo certi che tutti ne avrebbero tratto vantaggio e ne sarebbero emerse idee anche più vantaggiose tanto per il pubblico che per il privato, oltre che per l’ambiente e per l’occupazione.

Per mesi non abbiamo fatto altro che insistere su questi punti, presentando anche un progetto per la partecipazione democratica che avremmo voluto sottoporre a referendum locale. Come è noto, tuttavia, consultare i cittadini per via referendaria è possibile ovunque in Italia, ma non a Cuneo. Questo tuttavia non ci impedirà di portare avanti il progetto comunque, perché vicende come quella del teleriscaldamento sono indicative di un problema ormai ineludibile, che riguarda il modo in cui oggi vengono prese le decisioni davvero importanti per la città.

Riteniamo a questo punto opportuno annunciare che procederemo, in tempi brevi, alla pubblicazione di tutta la documentazione in nostro possesso relativa a questi fatti, così che i cittadini di Cuneo possano farsi un’idea propria sull’accaduto, a prescindere dalle dichiarazioni dei vari protagonisti.

Avendo appreso delle motivazioni che hanno indotto la Provincia a emanare l’ordinanza di sospensione dei lavori, desideriamo infine riconoscere che sono ineccepibili. Davvero l’Italia ha bisogno come del pane di una pubblica amministrazione all’altezza degli antichi principi costituzionali di responsabilità, legalità, imparzialità e buon andamento.

Associazione “Cittadini per passione”

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