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Cuneo: vista dagli studenti sfida digitale ok, ma la Dad non può durare per sempre

CUNEO

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PIERCARLO BARALE - Ritengo che la didattica a distanza, com’è stata finora attuata nelle scuole superiori di Cuneo, come risulta dalle schede compilate da alcuni studenti, abbia supplito in modo soddisfacente l’insegnamento tradizionale in presenza. Tenuto conto che tale modalità sussidiaria è parsa l’unico modo per consentire la continuità dell’insegnamento da parte degli stessi insegn anti, con gli stessi programmi, fatta esclusione - forzata - della socialità e della fisicità, che sono caratteristiche insostituibili della scuola nella sua migliore accezione. (Leggi QUI)

Nel pieno della pandemia, sulla base del noto adagio primum vivere deinde philosophari, non ci si è persi in inutili dispute circa la bontà assoluta dell’insegnamento a distanza. È stato ed è ancora apparso il mezzo più intelligente ed idoneo in alternativa alla non-didattica, che pare essere stata utilizzata in parecchi istituti altrove. Le ragazze ed i ragazzi degli ultimi anni delle superiori sono, come tutti i loro coetanei, socialmente vivaci, utilizzatori di smartphone e simili, dei quali - anche i meno abbienti - dispongono. Si trovano tra loro quindi, scambiando opinioni, sogni, timori, speranze, in ogni momento del giorno, senza bisogno di passare attraverso la scuola tradizionale, avendo altri momenti in altre parti della giornata. Soffrono invece la mancanza della scuola tradizionale coloro che dovrebbero essere aiutati con il sostegno e quelli che a casa non hanno ambienti per la connessione o collegamenti o addirittura mezzi di collegamento.

In qualche classe turbolenta, l’insegnante ha il compito insostituibile di tenere anzitutto la disciplina, assicurare anche l’incolumità degli allievi e ciò lo impegna, diminuendo il tempo dedicato a spiegazioni e verifiche. Tutte queste difficoltà non esistono con l’insegnamento a distanza. L’appello richiede pochi minuti, le assenze sono annotate e quelle diplomatiche in occasione di verifiche sono controllabili immediatamente. Le copiature non dovrebbero essere possibili, se la sorveglianza telematica è efficiente. Una certa socialità, sia pure a distanza, si verifica, anche se non è alternativa a quella fisica. Le due modalità non possono essere comparabili, per la totale diversità dei presupposti. I mezzi informatici di cui oggi disponiamo hanno consentito una buona difesa dalla pandemia. Voler restare ancorati alle modalità tradizionali di insegnamento, rifiutando l’utilizzo di computer, smartphone, tablet e collegamenti, per svolgere l’attività scolastica in tempi di pandemia, sarebbe stato un suicidio educativo, culturale e sociale. Connettersi ogni mattina, sentire le voci e vedere le immagini di insegnanti e compagni appare utile sotto il profilo culturale, educativo, sociale, così come continuare a farlo fino alla vittoria sul virus. 

Piercarlo Barale 

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