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Cuneo: "Al mio ristorante ho detto di no a molti, ma con quello che vedo in giro temo nuove chiusure"

CUNEO

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CUNEO CRONACA - "Abbiamo riaperto il nostro ristorante dopo 41 giorni di chiusura. E' stato un momento molto bello, toccante. Abbiamo rivisto vecchi amici, clienti affezionati, occhi pieni di speranza. Abbiamo detto di no ad almeno un centinaio di persone. Abbiamo detto di no ai gruppi, ai finti conviventi, ai finti congiunti, a chi voleva avvicinare i tavoli, anche a cari amici che ci hanno chiesto per favore di aggiungere un paio di coperti. Abbiamo fatto il nostro lavoro con serietà insomma. Per il rispetto della salute di tutti, che viene sempre prima di qualsiasi altra considerazione".

Al suo ristorante, Marco Bertorello, titolare dell'Osteria Senza Fretta, a Cuneo, ha lavorato con serietà, come sempre. Con il passaggio da zona arancione a zona gialla il Piemonte, così come la Lombardia, ha visto riaprire bar e ristoranti nel penultimo weekend prima di Natale. Facile immaginare quello che è accaduto nei grandi e piccoli centri italiani dove, a parte i controlli delle forze dell'ordine, nessuna restrizione (e quindi nessuna sanzione) ha permesso di evitare il rischio di assembramenti, code fuori dai negozi, traffico intenso per le vie cittadine. 

Il governo sta valutando l'ipotesi di nuove restrizioni, soprattutto nei festivi e nei prefestivi, Natale e Capodanno, per contrastare gli assembramenti. "Per noi vuol dire chiudere tutto - è il commento triste ma reale del ristoratore cuneese -. Non so se sarà possibile riaprire le nostre sale prima del 15 gennaio. Grazie a voi chiuderemo di nuovo. E ancora, e ancora. Un giorno. Per sempre".

(Foto scattata in via Roma, a Cuneo, nella prima domenica in zona gialla)

 

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