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Cuneo, progetto per sostenere le famiglie nel percorso di diagnosi della disabilità

CUNEO

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CUNEO CRONACA - Équipe multidisciplinari dedicate, un sostegno concreto e pratico nell’espletamento delle pratiche, un accompagnamento nell’orientamento ai servizi in uno dei momenti più delicati per un genitore, quello della scoperta di una diagnosi di disabilità del figlio. "Presa in carico precoce 0-6” di cui è capofila il CSSM, Consorzio per i Servizi Socio-assistenziali del Monregalese, è uno degli ambiti dell’ampio progetto “Autonomia e Disabilità”, promosso dalla Fondazione CRC e realizzato grazie alla preziosa sinergia di importanti attori locali che si occupano sul territorio, a vario titolo, di disabilità e che mira a realizzare una comunità sempre più inclusiva.

“Presa in carico precoce 0-6” è sviluppato in continuità con la precedente sperimentazione “Orizzonte Vela 2020/2021” che aveva permesso di costituire l’équipe “Orizzonte 0-6” per fornire un sostegno specialistico e mirato alle famiglie con bambini che presentano una disabilità nei primissimi anni di vita. Questa seconda fase ha l’obiettivo di consolidare il servizio, con un’attenzione specifica alle famiglie che ancora non hanno ricevuto una diagnosi. Le équipe multidisciplinari − già tutte operative e costituite da un operatore dei Servizi sociali, un educatore e un operatore sanitario − sono sette, coprono tutto il territorio provinciale e si avvalgono della collaborazione delle associazioni di famiglie che operano sul territorio a sostegno delle persone con disabilità.

Le équipe territoriali multidisciplinari, costituitesi ad hoc su tutto il territorio provinciale per la realizzazione del progetto, offrono un sostegno specialistico e mirato alle famiglie, uno spazio di ascolto diretto e funzionale. Nella precedente sperimentazione sono stati 45 i nuclei famigliari assistiti, un numero importante se si considera anche la concomitanza con il periodo pandemico. La sperimentazione si è tradotta in un supporto fondamentale alle famiglie che, soprattutto a causa dell’isolamento sociale e della parziale chiusura dei servizi per la pandemia, si sarebbero ritrovate in una situazione di ulteriore disagio. Visti i risultati, si è deciso di dare continuità al progetto e implementarlo ulteriormente.

I destinatari sono famiglie con bambini nella fascia di età 0-6 anni che hanno appena ricevuto - o sono in attesa di conclusione dell’iter - la diagnosi di disabilità ed hanno necessità di supporto e orientamento ai servizi. L’équipe si rivolge con particolare attenzione a quei nuclei familiari che non si sono ancora rivolti ai servizi sanitari e/o sociali e che vanno aiutati in tal senso per difficoltà linguistiche, di accettazione o di comprensione del problema. L’équipe accoglie la famiglia e il suo bambino, fornendo informazioni, sostegno e supporto relazionale, educativo e pratico, come il disbrigo di pratiche burocratiche o la prenotazione di appuntamenti specifici, per aiutare a gestire la quotidianità. Inoltre accompagna la famiglia, orientandola alle diverse opportunità offerte dalla rete dei servizi presenti sul territorio e favorendone l’accessibilità: un modello fluido che cerca di evitare la dispersione, facilitando così la conoscenza delle possibilità offerte dall’area di riferimento. 

“Il primo contatto con le famiglie richiede un attento lavoro di rete che consenta agli operatori dell'equipe di costruire collaborazioni con tutti i servizi e le associazioni che per primi possono entrare in contatto con le famiglie che si trovano ad affrontare la diagnosi di disabilità dei loro figli” commenta Marco Fea, coordinatore della sperimentazione. “Questo punto è oggetto di un interessante e profondo dibattito, proprio per capire come poter rendere questo passaggio il più veloce ed efficiente possibile, in una fase di vita del bambino e della sua famiglia dove la rapidità di risposta è fondamentale. La volontà è quella di rendere la sperimentazione un servizio strutturato a conclusione del periodo di progettualità insieme alla Fondazione CRC”.

“Le progettualità promosse negli scorsi anni in ambito disabilità hanno fatto emergere le grandi difficoltà che le famiglie incontrano nella fascia della prima infanzia dei loro figli, quando si trovano ad affrontare la diagnosi della disabilità, a orientarsi negli adempimenti burocratici e a prendere coscienza della situazione” dichiara Ezio Raviola, presidente della Fondazione CRC. “Le equipe 0-6, nate proprio per dare risposta a queste esigenze, si sono rivelate uno strumento prezioso e di grande aiuto: con Autonomia e disabilità questo strumento trova oggi continuità e potrà ulteriormente crescere. Con la speranza che questi servizi, nel prossimo futuro, possano diventare una pratica condivisa a disposizione della comunità”.

“Come capofila di una rete che coinvolge tutta la provincia di Cuneo, con gli Enti Gestori delle funzioni socio-assistenziali e le due Asl del territorio, siamo soddisfatti per la reale e fattiva collaborazione di tutti i soggetti parte del progetto” commenta l’avvocato Luca Borsarelli, presidente del CSSM Mondovì. “Crediamo fortemente nel valore di questa sperimentazione, importante per rispondere ai bisogni di un target specifico che vive un momento particolarmente delicato. Gli esiti positivi della sperimentazione ci portano a riflettere sulla necessità di rendere stabile un servizio di questo tipo sul nostro territorio”.

L’ambito “Presa in carico precoce 0-6” è uno dei filoni che compongono l’importante progetto biennale “Autonomia e Disabilità”, promosso dalla Fondazione CRC. L’iniziativa prevede un budget complessivo superiore ai 500 mila euro, di cui 316 mila finanziati proprio dalla Fondazione CRC, e la collaborazione attiva di molte entità del territorio che si occupano di disabilità. Gli altri soggetti capofila sono Confindustria Cuneo, il Consorzio Socio Assistenziale del Cuneese, il Consorzio Monviso Solidale e l’Associazione di Genitori L’Airone OVD.

Il CSSM, capofila del progetto, opera insieme a tutti gli Enti Gestori delle funzioni Socio-assistenziali presenti sul territorio della Granda ed alle Aziende Sanitarie ASLCN1 e ASLCN2, attraverso i Servizi di Neuropsichiatria Infantile ed i Distretti Sanitari. Le équipe possono essere contattate direttamente anche dalle famiglie: Cuneo (tel. 348.5293867 orizzonte0-6@csac-cn.it); Mondovì (tel. 366.6583476 orizzonte0-6@cssm-mondovi.it); Ceva (tel. 0174.723869 orizzonte0-6@vallinrete.org); Alba (tel.320.4256050 orizzonte0-6@sesaler.it); Bra (tel. 0172.420711 orizzonte06@comune.bra.cn.it); Fossano-Savigliano (tel. 3341016314 orizzonte0-6@monviso.it) e Saluzzo (tel.3312659192 orizzonte0-6@monviso.it).

 

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