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'Cos'ho fatto per risparmiare energia e salvaguardare l'ambiente'

SAVIGLIANO

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GUIDO CHIESA - Bruno Murialdo, in un articolo comparso su cuneocronaca.it (leggi qui: http://www.cuneocronaca.it/notizia.php?nID=6273) esprime la sua preoccupazione in merito alla situazione climatica di questi giorni ed il suo pessimismo per quanto deciso a Parigi dai governi di quasi 200 Stati per contenere le emissioni dei gas serra in atmosfera.

Condivido il suo pessimismo, soprattutto perché l’accordo di Parigi non prevede alcuna sanzione per i governi che non lo dovessero rispettare. Ma non condivido la rassegnazione che traspira dalle sue parole e neppure la propensione a delegare ad altri il compito di porre rimedio a tutto quanto sta avvenendo.

Non credo infatti sia chiaro ai cittadini quanto il panorama sia drasticamente cambiato: le fonti alternative e il risparmio energetico - i due pilastri sui quali dovrebbe poggiare il nuovo sistema di vita - sono fonti “diffuse”, ossia fonti che possono dare risultati interessanti solo a patto che siano realizzati milioni di interventi da milioni di individui.

In altre parole non ci sarà più mamma-Enel che penserà a fornirci tutta l’energia elettrica che ci occorre grazie a poche centrali di grande potenza, ma ci dovranno pensare i cittadini stessi a produrre l’energia elettrica di cui hanno bisogno con centraline di piccola potenza. Come pure dovranno essere i cittadini stessi ad eliminare gli sprechi che mettono in atto tutti i santi giorni, avendo introitato le mille piccole cattive abitudini alle quali li ha asserviti la società dell’ “usa e getta”.

L’altro fatto rilevante è che questo governo, come i governi che l’hanno preceduto, hanno già fatto il loro dovere per favorire la transizione verso un nuovo sistema di vita, predisponendo tutti gli incentivi necessari per rendere vantaggiosi gli investimenti nei due settori chiave della trasformazione. Anzi, in qualche caso hanno persino esagerato con incentivi troppo alti e hanno lasciano troppa libertà ai cittadini sulle modalità di come avvalersene. Siamo sinceri: almeno in questo campo la politica non può essere indicata come la fonte di tutti i nostri guai!

Parliamo di fatti concreti. Personalmente ho ridotto da 18.000 a 12.000 i km/anno percorsi con la mia autovettura utilizzando ove possibile, e comodo, il mezzo pubblico, treno e/o autobus. Inoltre ho recentemente acquistato un’auto ibrida plug-in che, a detta dei tecnici, ridurrà ad un quinto le mie già ridotte emissioni di CO2. La maggiore spesa rispetto ad una auto di pari prestazioni è di circa 3.500 euro, che ritorneranno in 6/7 anni con la minore spesa di bollo e combustibile.

Eppure io vedo ancora molte mamme che, potessero, porterebbero i loro bimbi con l’auto sin dentro l’aula, ovvero persone che vanno al lavoro tutti i santi giorni con la loro vettura, pur avendo comodi mezzi pubblici a loro disposizione. La scusa, neppure troppo corrispondente a verità, è quella di poter guadagnare, se va bene, mezz’ora di tempo al giorno.

Disponendo di un alloggio autonomo, ho cambiato la vecchia caldaia installandone una nuova a condensazione. Spesa ridotta del 65% grazie alle detrazioni fiscali consentite. Ho inoltre acquistato due nuovi cronotermostati che regolano con precisione la temperatura dell’abitazione tra i 18° e i 19°, sapendo che per ogni grado di riduzione della temperatura realizzo un risparmio di circa l’8%.

Risultato dei due interventi: una riduzione del 35% dei consumi di metano. Eppure io vedo persone che tengono in casa i 21°-22° e non hanno ancora installato le valvole termostatiche, obbligatorie per legge, che consentono di controllare la temperatura anche negli alloggi con riscaldamento centralizzato.

Avendo la fortuna di disporre anche di un piccolo tetto esposto a sud est, ho installato 10 pannelli fotovoltaici sui quali percepirò per 20 anni gli incentivi del 4° conto energia, che non è stato il più vantaggioso. Attualmente il governo non dà più incentivi, ma consente una detrazione del 50% della spesa sotto forma di detrazioni fiscali.

Essendo nel frattempo diminuito drasticamente il costo dei pannelli, i calcoli indicano ancora oggi un tempo di ritorno dell’investimento di poco più di 7 anni, passati i quali i pannelli si traducono in un interessante vantaggio economico per i successivi 20 anni. Ciò nonostante io vedo centinaia e centinaia di tetti esposti a sud sui quali non vedo l’ombra di un pannello.

Il complesso di questi interventi mi ha consentito di ridurre del 60% circa le mie emissioni di CO2 in atmosfera. Un risultato conseguito con tecnologie ormai consolidate, a disposizione di chiunque, e con un vantaggio economico non immediato, ma certo, in un limitato numero di anni.

Conclusione: il futuro è nelle nostre mani ed è anche alla nostra portata. Bisogna però esserne consapevoli ed essere disposti a mettere in discussione profonda uno stile di vita che non può che portarci verso il disastro. Quello che teme anche Bruno, con ragione, se aspettiamo che siano sempre gli altri a fare qualche cosa che non abbiamo voglia di fare noi.

Guido Chiesa

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