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Bisogno di un vaccino comportamentale di fronte alla paura del "lazzaretto" in Cuneo vecchia

CUNEO

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MARIO FRUSI - Nel centro storico di Cuneo sta serpeggiando del malumore per la riconversione temporanea di un hotel a rifugio di emergenza per chi, riscontrato positivo al tampone Covid e affetto da sintomi blandi, non riesce a gestirsi la quarantena in casa propria. L’arrivo del personale (che accompagna via via i nuovi arrivati) giustamente bardato con le tute protettive come in una guerra batteriologica, è motivo di spavento.

 

Il malumore è aggravato dalla sensazione che le decisioni politiche passino sempre sopra la testa dei cittadini, non adeguatamente informati: “Perché così, senza preavviso, e perché proprio qui e non da un’altra parte, in condizione più sicura?”

 

In questo contributo alla discussione io mi limito a commentare quanto di mia competenza. NON ESISTE alcun pericolo neppure per chi apre le proprie finestre in faccia o a lato delle stanze occupate, o passa per strada, o parla a un occupante che si affaccia dal secondo piano. Il trasporto dei nostri sfortunati concittadini caduti vittima del virus avviene in TOTALE sicurezza, e la loro permanenza NON può provocare focolai locali.

 

Naturalmente, continuano a valere le raccomandazioni a cui i comunicati hanno ormai abituato noi abitanti di (più di) mezzo mondo: lavaggio frequente delle mani, mascherina in uscita (soprattutto per proteggere gli altri nell’eventualità che si sia inavvertitamente portatori sani)…

 

Il suggerimento di lavare anche naso e gola non ha ricevuto vidimazione ufficiale. Mi risulta che nessuno abbia condotto degli adeguati studi: semplicemente, in assenza di certezze, ci si astiene dal suggerirla come pratica regolare. Noi continuiamo a promuoverla: in fin dei conti si tratta di un’estensione del lavaggio delle mani, con difficoltà di esecuzione minima e costo nullo! (Clicca QUI)

 

Il vero tema alla base del malumore è l’eterno conflitto presente in noi umani e prodotto dal fatto che nasciamo più bisognosi di qualunque altro essere vivente, con molte più necessità di venire rassicurati: più affamati dei rondinini che spalancano il becco quando il genitore si avvicina con il cibo; più infreddoliti di un cagnolino ben protetto dalla propria pelliccia; più sprovveduti di un coccodrillino che, un’ora dopo aver bucato l’uovo dal quale è uscito, sa già procacciarsi il cibo da solo; più disorientati dalla vita e dalle relazioni interpersonali che richiedono anni di studio e allenamento sociale. Se un residuo di paura primordiale ancora alberga nella mente inconscia, l’adulto umano affetto da questo… “virus comportamentale” reagirà agli eventi attingendo alla propria irrazionalità, che molto facilmente trasforma la paura in odio.

 

Il populismo si poggia proprio sull’inconsapevolezza emozionale. C’è bisogno di crescita interiore, per noi umani: bisogno di un vaccino comportamentale.

 

Mario Frusi

 

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