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Bra, Petrini ai giovani di Cheese: "La tradizione ben riuscita rappresenta l'innovazione"

BRA

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FIORELLA AVALLE NEMOLIS - Nella piazza caduti della Libertà, il cuore di Bra, in provincia di Cuneo, poco alla volta arrivano i partecipanti all'evento e sul palco, insieme a Carlin Petrini, fondatore di Slow Food, con Carla Coccolo moderatrice, si avvicendano il sindaco di Bra, Gianni Fogliato; Fabiana Dadone, ministro per le Politiche giovanili; Barbara Nappini, presidente di Slow Food Italia; Marco Protopapa, assessore regionale all'Agricoltura; Luigi Genesio Icardi, assessore alla Sanità della Regione Piemonte.

Resteranno delusi i superstiziosi: è la tredicesima edizione, che ha inaugurato venerdì 17 e in barba al Covid-19. Perché tutto si sta svolgendo nella massima sicurezza, grazie allo sforzo e alla sinergia tra gli organizzatori: l'Amministrazione comunale, il movimento Slow Food, le varie associazioni e lo stuolo di volontari, tanti e preziosi per la riuscita della manifestazione. 

C'è una gran voglia di Cheese! C'è una gran voglia di normalità! E c'è un sole caldo che è ancora un assaggio d'estate: tutti i requisiti per la riuscita di una grande festa con un sapore aggiunto: ritrovarsi in presenza, seppur con le mascherine che un po' nascondono il volto, ma ormai tutti ci riconosciamo dagli occhi, dagli sguardi, dalla voce e persino dalla postura. Il pubblico numeroso rumoreggia e si scambia saluti, c'è calore, c'è quel senso di ritrovato piacere dell'incontro.

Nell'attesa che inizi la cerimonia si formano gruppi di persone: sindaci, rappresentanti del Comune, fotografi, giornalisti, sponsor e autorità. L'atmosfera è rilassata e gioiosa, non c'è più quella rigida presenza che aleggiava durante gli eventi, ora regna naturalezza, spontaneità e condivisione. Non solo Bra, ma tutto il territorio piemontese è protagonista di questa festa, ricca di terre alte, dove i nostri pastori e casari vivono e producono.

E proprio con i casari vincitori dei Premi Resistenza 2021, si apre la cerimonia: sono chiamati sul palco per riceverli con tutti gli onori meritatissimi. Introduce la presidente di Slow Food Italia, Barbara Nappini, e spiega che l'attestato di merito quest'anno è accompagnato da un prestigioso piatto in ceramica, che rivaluta una tradizione di artigianato antica, la speciale tecnica dei frontaliers. Con piacere ne cita gli autori che appartengono alla Comunità di Slow Food, tali: Mimmo Vestita, Antonio La Grotta, Lucia Patronelli e Franco Fasano.

Il primo premio, consegnato alla pastora Angela Saba, è dedicato ad Agitu Ideo Gudeta, l'allevatrice, casara e contadina di origine etiope, emigrata in Trentino, valida e coraggiosa imprenditrice dell'Azienda Agricola Bio La Capra Felice. Felice lo era anche lei per il coronamento del suo sogno, spezzato il 29 dicembre 2020 quando è stata barbaramente uccisa. Da quest'anno in sua memoria si dedicherà sempre il primo premio ad una donna, lo stesso che Agitu vinse nel 2015.

La permanenza dei casari sul palco li vede protagonisti in modi diversi, per scelte difficili, con una vita dedicata esclusivamente all'allevamento dei propri animali e alla trasformazione di forme a latte crudo: è stata la prima lotta vinta da Slow Food. Sono felici, un po' storditi da tanta improvvisa popolarità davanti ad un mondo ben diverso dal loro, fatto di duro lavoro immersi nella natura, seguendone il corso per la produzione di formaggi a latte crudo con un ciclo sempre più teso al naturale. Tutti combattenti per vedere riconosciuto il valore del pascolo e della storia casearia, ognuno con la propria personale esperienza.

E finalmente l'atteso intervento di Carlin Petrini, che esordisce con celata emozione: “Benvenuti al primo Cheese della transizione ecologica! Ringrazio di cuore per il lavoro svolto molto impegnativo, e per l'efficienza degli organizzatori nel mantenimento delle regole. Cheese compie 24 anni ed è interessante notare che negli stand ci sono giovani poco più che ventenni, non solo venditori, ma anche produttori d'alpeggio e di altre realtà casearie. Questo passaggio di testimone nell'ambito di un evento con un quarto di secolo, penso sia molto importante. Segna un elemento fondamentale su cui Slow Food ha puntato sin dall'inizio: non esiste una dualità tra innovazione e tradizione, è importante che non siano disgiunte: la tradizione ben riuscita in sé rappresenta l'innovazione.

E la tradizione senza elementi innovativi è destinata a morire, per questo è importante l'apporto dei giovani. E' così come tre secoli fa iniziava la rivoluzione industriale, oggi siamo all'alba di una nuova era, abbiamo compreso che le risorse non sono infinite, perciò occorre imboccare un'altra strada. Cheese in questa fase storica rappresenta un messaggio: occorrono nuove forme di produzione e di consumo, perchè quelle adottate finora ci hanno portato al disastro ambientale. Noi consideriamo il benessere animale come uno degli elementi fondamentali della transizione ecologica che non possiamo più rimandare.

Non siamo affatto nostalgici della tradizione dei nostri vecchi, fatta di stenti e di sacrifici, però allo stesso tempo siamo convinti che il ritorno alla terra dei giovani debba conciliare il mantenimento del patrimonio ricevuto, con una vita dignitosa, e con il diritto di studio per i propri figli, e di un periodo di vacanza. Questo è il discorso della nuova agricoltura, come della nuova produzione artigianale di formaggi e dell'alpeggio. Quindi, dignità e autonomia finanziaria sono fondamentali per garantire il futuro a queste generazioni. Questi due fattori sono determinanti anche per la nuova produzione artigianale dei formaggi e dell'alpeggio: tutto il resto sono chiacchiere".

E qui scatta l'applauso della platea. Carlin, con parole semplici, illustra la realtà e riscuote consensi. “L'ottenimento di un giusto prezzo ha come riferimento il valore del lavoro, però va distinto il valore dal prezzo. Per cinquant'anni in campo alimentare sono stati promossi prezzi sempre più bassi, per la esasperata competitività. Una logica ormai finita perchè entriamo in una dimensione diversa, dove l'equità del prezzo è uno degli elementi distintivi, ossia giusto, né alto, né basso ma ricavato dalla sua valorità. E a Cheese di valore ce n'è, perchè dietro quei formaggi ci sono storie di vita, storie produttive, ci sono territori. C'è soprattutto orgoglio di Comunità, si deve tornare al significato etimologico della parola comunità, che deriva dalla condivisione del “munus” (dono) dei nostri padri che trasmettono il patrimonio, anch'esso deriva da dono, quindi con il dovere di condividerlo e saperlo mantenere per consegnarlo ai figli".

Agli applausi calorosi rivolti a Carlin Petrini, fondatore di Slow Food, segue il taglio del nastro insieme con tutti i protagonisti, compresi i casari premiati. Sorrisi, gioia e allegria hanno dato inizio alla grande manifestazione che si svolgerà a Bra, in provincia di Cuneo, fino alla mattinata di lunedì 20.

Buon Cheese a tutti!

Fiorella Avalle Nemolis 

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