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Bra, il carabiniere che ha vissuto l'incubo del Covid: "Grazie a tutto l'ospedale di Verduno"

BRA

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CUNEO CRONACA - "Mi chiamo Antonio Podda, sono un Appuntato dell'Arma dei Carabinieri in servizio presso il Comando Compagnia di Bra, in provincia di Cuneo. Dopo l'esito positivo del tampone molecolare per il Covid-19, il 22 ottobre mi sono isolato dalla mia famiglia, ma per un aggravamento, il 29 ottobre, sono stato trasportato d'urgenza al Dea dell'ospedale "Michele e Pietro Ferrero" di Verduno. Mi sono state subito prestate le prime cure da medici ed infermieri, per essere trasferito in seguito nel reparto Covid-19.

Successivamente, aggravatesi le mie condizioni, quando il casco per l'ossigeno non era più sufficiente, è stato eseguito un accertamento con la Tac. Mi è stata diagnosticata una "Polmonite interstiziale bilaterale SARS-COV2 con insufficienza respiratoria e necessità di Iot". Immediatamente trasferito in sala rianimazione, venivo intubato.

Al mio risveglio ho trovato un'équipe di medici ed infermieri, che con grande tatto mi hanno messo al corrente del mio percorso terapeutico. Da subito mi hanno rassicurato e confortato. Quando sono stato estubato, sempre sotto stretta sorveglianza medica in sala rianimazione, ho avuto modo di constatare l'enorme sforzo del personale medico, infermieristico ed Oss, per assolvere a tante prestazioni molto complicate. Oltretutto in condizioni di grande disagio, sempre bardati per evitare di contagiarsi, con turni massacranti, senza mai farlo pesare ai pazienti.

Il 4 novembre ha avuto inizio il miglioramento, con il trasferimento al reparto Covid - Medicina, e grazie all'ossigenoterapia il 10 novembre sono stato dimesso dall'ospedale di Verduno. Sono poi rimasto in isolamento all'albergo Covid dell'ospedale Santo Spirito, fino al 16 novembre. 

Dalla mia avventura Covid sono uscito, a detta dei medici, anche con una sorprendente e rapida ripresa e per questo desidero ringraziare di cuore e pubblicamente tutto il personale sanitario che si prodiga per i pazienti, li sostiene, e malgrado sia estenuante, svolgono il proprio lavoro con grande umanità. In particolare ringrazio il dott. Andrea Della Selva, responsabile della Sos – Rianimazione e la dottoressa Laura Leto del reparto Covid – Medicina e tutti i loro collaboratori.

Appena mi sarò rimesso in forze, donerò il plasma iperimmune al fine di salvare altre vite. Inoltre ringrazio di cuore innanzitutto la mia famiglia, tutta la mia scala gerarchica, oltre ai colleghi, parenti ed amici che mi hanno sostenuto in tutti modi.

Avrei un messaggio: non auguro a nessuno di fare la mia esperienza e desidero testimoniare con la mia che questo virus non è un'invenzione: esiste ed è molto insidioso".

Antonio Podda

 

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