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Borgo: dopo 232 anni ecco come cambia la festa del "Sodalizio di San Giuseppe"

CUNEO

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Il sodalizio di San Giuseppe, fondato dagli artigiani del tempo nel 1786, ha sempre avuto, fin dalla sua creazione, un regolamento categorico ed impegnativo. Era il periodo della rivoluzione industriale e della nascita delle “Società operaie di mutuo soccorso”, alle quali il sodalizio era comparabile.

Fino verso la metà del secolo scorso erano due le giornate previste per ingraziarsi il “patrocinio” di San Giuseppe, protettore dei falegnami e per estensione di tutta la categoria artigiana: la terza domenica dopo Pasqua e il lunedì successivo. In quel periodo, le aziende del “Borgo” chiudevano il lunedì e pagavano la giornata di festa ai dipendenti.

Tempi andati, in cui la solidarietà delle imprese artigiane era molto sentita e la gente legata ai campanilismi ed ai luoghi natii. Già nel recente passato si sono dovute mitigare le norme che limitavano le abitudini consolidate, per renderle meno tassative e più attinenti ai tempi. L’abolizione della preclusione alle donne è uno di questi esempi.

Sino alla fine del secolo scorso, nella sola giornata di domenica, tra abbuffate e abbondanti libagioni avevano luogo tre ricevimenti, un pranzo e, per i sopravvissuti, la cena. A fronte di simili premesse la presenza dei “soci” partecipanti andava via via scemando anche a causa del mutare delle abitudini e della presenza di nuovi momenti di aggregazione.

Quest’anno, per volontà del priorato in vigore, un altro passo per la modernizzazione del sodalizio è stata compiuta. La considerazione che diventasse sempre più difficile trovare consenso e partecipazione in un periodo primaverile, in cui ognuno dedica le domeniche ai propri svaghi, ha convinto i reggenti a concentrare nella sola domenica e nel tardo pomeriggio le celebrazioni del “patrocinio”.

L’essenzialità della festa rimarrà inalterata e troverà, come di consueto, il momento più significativo domenica 22 aprile alle 19 in piazza Martiri della Libertà, dove avverrà il tradizionale “Cambio delle insegne” tra il priorato uscente e quello entrante. Prima la messa alle 18, un aperitivo alla cerimonia pubblica (Bar Belfiore) e successivo cenone a Palazzo Bertello (catering Bar 40).

Gli aderenti alla festa riceveranno la tradizionale coccarda tricolore a testimoniare la loro adesione alla manifestazione. Il “Sonetto”, l’antico componimento poetico con il quale si illustravano su un cartiglio le magnificenze del “Dedicato”, verrà consegnato durante la cena evitando a priore e massari di svolgere una distribuzione impegnativa e capillare e nei periodi precedenti la giornata di festa.

Il fautore di questo cambiamento è il priore in carica Marco Risso  carrozziere) con i massari Andrea Borgogno e Carola Risso. Il “Sonetto” e la Festa sono dedicati a Walter Perisello (costruttore edile). Il priorato entrante sarà composto da Gabriele Cordero (titolare del Molino di Borgo San Dalmazzo) e dalle massare Cristina Cordero e Giogia Sette.

(Nella foto, da sinistra; il dedicato Walter Perisello, Carola Risso, Marco Risso, Andrea Borgogno)

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