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Alla ricerca di affreschi nascosti: restauratrici all'opera nella cappella di San Bernolfo a Mondovì

MONDOVì

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ANTONELLA GONELLA - Novità in vista per la cappella di San Bernolfo a Mondovì. L’annuncio arriva via social in prossimità della festività di Ognissanti e sembra un modo appropriato per celebrare la ricorrenza. E’ di queste ore la notizia dell’avvio di una nuova sessione del restauro che nei mesi scorsi ha riportato alla luce gli affreschi interni della cappella romanica intitolata al primo patrono cittadino. L’edificio negli ultimi cinque anni è stato al centro di una sinergia che, guidata dal Comitato San Bernolfo della Parrocchia di Santa Maria Maggiore, ha coinvolto residenti del quartiere Ferrone, associazioni, Fondazione Crc e Comune.

Sul sito dedicato al progetto che illustra gli avanzamenti dei lavori sono comparse nuove foto. “Le restauratrici – si legge sulla pagina – sono in San Bernolfo. Si riparte. Saggi stratigrafici alla ricerca di eventuali affreschi sotto la calce, in continuità con quelli dell’abside”. Un viaggio a ritroso nei secoli sotto lo sguardo dolce e pensoso della trecentesca Madonna della Misericordia, custodita da strati di intonaco per settecento anni e riemersa dalle recenti indagini. L’affresco occupa l’abside e sovrasta la più tradizionale rappresentazione della Vergine con Bambino alle spalle di un altare che qui si scopre duplice, composto da due strutture sovrapposte nei secoli.

Icona di protezione della città e dei monregalesi, è stata Lei la protagonista in primavera della presentazione del ciclo di affreschi: accompagnata da una teoria di santi mantellati, angeli, fregi, evangelisti presiede l’ambiente raccolto, finalmente al sicuro da umidità e infiltrazioni grazie all’attenta sistemazione strutturale e della copertura. Procede così la complessa opera di restauro immortalata dalle fotografie di Guido Galleano e dal “Diario di una rinascita”, documentario per immagini a firma del regista fariglianese Remo Schellino.

Ma le pareti ancora bianche di intonaco potrebbero nascondere altri segreti. Così ora si indagano i muri laterali alla ricerca di nuovi tesori pittorici da svelare in quella che è una delle prime sedi di culto della città. L’edificazione della cappella precede la costruzione del Duomo in cittadella intitolato a San Donato e la dedica della città alla Vergine di Vico. Rappresenta così una pagina inedita della storia urbana che parla di devozione al Santo che la tradizione vuole vescovi di Asti, martirizzato dai saraceni nel X secolo e inizialmente sepolto proprio nella chiesetta ad una navata.

Custode d’arte e bellezza, la cappella di San Bernolfo è prima di tutto un luogo amato dai monregalesi per i suoi molti significati: situata su una delle antiche vie di collegamento alle porte della città moderna, anticamente era occasione di sosta e ristoro. Oggi conferma quella vocazione all’accoglienza, diventando occasione di aggregazione e impegno dei tanti, che si adoperano in iniziative di divulgazione e reperimento fondi per preservarne la bellezza. E raccontare i misteri di un edificio che sembra avere ancora molto da dire.

Antonella Gonella

(Foto dalla pagina Facebook di "San Bernolfo")

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