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Al Mercato della Terra di Bra profumo di vita ritrovata: e il fotografo immortala i protagonisti

BRA

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FIORELLA AVALLE NEMOLIS - Da quando ho lasciato l'attività del negozio Map, a Bra, in provincia di Cuneo, le domeniche non hanno più quel sapore di festa di quando non si lavora. Di che giorno sia, ormai, francamente me ne infischio. Ma il 17 ottobre sono certa che sia domenica: sotto il porticato di corso Garibaldi si svolge il Mercato della Terra.

Comunque, la domenica si percepisce anche nell'aria, è più leggera perché profuma di libertà, di festa. Scendo da San Michele verso Bra, nel cuore della città storica. Mi sorprendo a pensare che l'autunno, forse, sia la stagione che prediligo: i colori sono ineguagliabili.

La natura si ritira per l'inverno, gli alberi si spogliano per non esporre le foglie al freddo. Una piuma di un uccello migrante impigliata in un ramo, profumo di funghi che stanno per spuntare, un tartufo che si nasconde al fiuto del tabui: anche nei prodotti della della terra c'è un cambio di “stagione”.

Cammino, mi vesto di questi vibranti colori e mi mimetizzo nella natura. Sui banchetti del mercato i colori dei frutti e degli ortaggi sono più intensi, rossi, marroni, verdi, gialli, sfumature eleganti coordinate alla stagione. L'ampio portico di corso Garibaldi accoglie i banchetti, tanti ed allestiti con fervore, gioia ritrovata dei contadini.

Il clima atmosferico è freddino, ma il clima degli animi che aleggia è caldo, accogliente. L'aria è fresca ma leggera, infonde un sentimento di rinascita, come se l'autunno portasse con sé un cambiamento di vita migliore. Le persone, dietro alle mascherine, sorridono e gli occhi lampeggiano di speranza e persino di gioia. Colgo Tino Gerbaldo impegnato ad allestire il suo set fotografico mobile, si sposta veloce tra i banchetti, confabula con gli espositori. 

"Tino, che ci fai qui con il tuo studio volante?". Conosco bene quel sorriso creativo, di chi ha trasformato una passione in lavoro.

Risponde: “Ritraggo gli espositori con la loro merce. Così abbiamo un ricordo, una memoria per la nostra città".

Con passi lunghi e veloci, si sposta tra i banchetti, in poco tempo crea una scenografia adatta per ognuno di loro. E poi, scatta. Ed io, professionista dell'improvvisazione, audace e spudorata, seguo le sue istruzioni per immortalare il fotografo che fotografa. Qualcuno, almeno una volta, doveva pur farlo! Anche questo sarà un ricordo, alla buona, ma pur sempre divertente.

Al centro del mercato, mi imbatto nell'esposizione dell'artista braidese Francesca Semeraro, è una carrellata di ritratti dei nostri amici animali a due o quattro zampe. Dipende! Ad osservarli bene, ritratti con delicati e sapienti pennellate di acquerello, appaiono vivi, come lo sono nella mente di Francesca quando li immagina correre nel loro ambiente naturale.

Animali, che in parte sono stati ritratti dal vivo, un percorso tra allevatori o estimatori del Piemonte, che hanno accolto il desiderio di Francesca: conoscere i suoi soggetti nel proprio ambiente naturale. Ecco il segreto di tanta attrattiva! Mentre mi aggiro respiro il clima di leggerezza, osservo amici, conoscenti, che si intrattengono in chiacchiere. Un vociare festoso, che non sentivo da tempo.

Incrocio l'amico Gianni Milanesio, indaffarato con papiri, nella sua funzione di fiduciario Slow Food Condotta di Bra; saluto l'amico Massimo Borrelli, anch'egli funzionario di Slow Food, provo a salutare Bruna Sibille, già sindaco di Bra, così infervorata a conversare che mi fa un cenno solo con lo sguardo.

Insomma, incontro tante persone e per non sbagliare sulla loro l'identità: “Chi sei? Giù la mascherina!”. Una risata liberatoria. La mia identità, mi dicono, sia palese, il solito ritornello: look stravagante, cappello, mascherina con l'immagine di un gatto, diciamo che non passo inosservata. Ma non mi pesa, mi diverte stupire.

Tutto mi attrae in questo tripudio di colori, dipingo nella mia mente per fermare la piacevolezza del ricordo. Una puntata dagli amici pastori e produttori: Marco Gallarato per i formaggi di pecora; Renato Maunero per i formaggi di capra. Non nomino tutti gli amici produttori, sono troppi, sarà per la prossima volta.

La mattinata scorre veloce, piacevole e mi porto a casa, insieme ai prodotti naturali, genuini, la filosofia di Slow Food: tanta pienezza di vita ritrovata.

Fiorella Avalle Nemolis

(Foto di Fiorella Avalle Nemolis)

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