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Acqua pubblica: purchè gestita da una società unica con partecipazione diretta dei Comuni

CUNEO

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GUIDO CHIESA - Il documento approvato dall’Assemblea dei Sindaci della provincia di Cuneo in merito alla gestione del Sistema Idrico Integrato mi consente di chiarire il mio personale punto di vista, per quanto questo possa valere.

Sul documento è scritto: “Lo scenario potrebbe essere una società interamente pubblica con affidamento in house derivante, preferibilmente, dal consolidamento dei soggetti pubblici presenti nell’ATO4 Cuneese con l’estensione progressiva della partecipazione (diretta o indiretta) a tutte le amministrazioni comunali di ATO4, oppure società unica interamente pubblica in house”.

Personalmente ritengo di gran lunga preferibile la seconda opzione, ossia la società interamente pubblica in house. Avrei quindi sottoscritto volentieri un testo così concepito:

“Lo scenario potrebbe essere una società interamente pubblica con affidamento in house derivante, preferibilmente, dal consolidamento dei soggetti pubblici presenti nell’ATO4 Cuneese con l’estensione progressiva della partecipazione (diretta o indiretta) a tutte le amministrazioni comunali di ATO4, oppure, preferibilmente,  dalla fusione per incorporazione dei soggetti pubblici presenti nell’ATO Cuneese in società unica interamente pubblica in house con l’estensione della partecipazione diretta a tutte le amministrazioni comunali di ATO4”.

Chiarendo che si sarebbe poi potuto lasciare all’Assemblea dei soci (ossia l’Assemblea di tutti i sindaci) la libertà di decidere, una volta consolidata la situazione finanziaria della società, se allargare o meno la partecipazione azionaria ad un socio privato, ovviamente in posizione minoritaria. Decisione da assumere in base a comprovate esigenze finanziarie della società.

La parola chiave del documento – e invero del Piano d’Ambito, che lo chiarisce, ma i cui ragionamenti seguono piuttosto lo schema di società unica  – è “consolidamento” dei soggetti pubblici, che è strettamente collegato al concetto di “holding”. In altre parole, secondo il documento approvato, la società titolare della gestione dovrebbe diventare una holding di varie società sparse sul territorio.

In letteratura è facile approfondire cosa questo voglia dire (leggi qui). Dalla lettura dei sacri testi emerge che vi sono numerose possibilità di organizzare la gestione del SII, in modi molto diversi tra loro. Pertanto, ci si sarebbe dovuti aspettare dal documento, o da un suo allegato, un chiarimento su cosa si intendeva realmente per “consolidamento dei soggetti pubblici”. Chiarimento di cui non v’è traccia.

Risultando nebulosa la forma di holding prescelta e, conseguentemente, dei mutui rapporti intercorrenti tra le varie società sparse sul territorio provinciale e della partecipazione delle Amministrazioni comunali, dare un giudizio sull’operazione proposta all’attenzione dei sindaci è veramente azzardato. Tuttavia, se si pensa che le holding hanno sovente le dimensioni di una Exor, una Coca Cola o una FCA, viene abbastanza spontaneo concludere che si tratta di una soluzione spropositata per le dimensioni della gestione del SII in provincia di Cuneo. E che questa soluzione – complessa e con sicuri extra costi, - è stata scelta unicamente per difendere micro interessi locali. Tant’è che il presidente Borgna si è sentito subito in dovere di precisare che la holding non dovrà diventare un “poltronificio”.

Questi sono i motivi per cui a me pare molto più convincente, più conveniente e di più facile attuazione, la soluzione che prevede una società unica.

Guido Chiesa

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