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Acqua pubblica in provincia di Cuneo? E' il momento di darsi una mossa!

CUNEO

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GUIDO CHIESA - Lo scorso 11 settembre la Conferenza dei rappresentanti degli Enti Locali ha approvato il Piano d’Ambito del Servizio Idrico Integrato (SII) predisposto dall’Autorità dell’Area Territoriale Omogenea (A.ATO) della provincia di Cuneo. Piano d’Ambito con cui si programmano gli investimenti da fare nei prossimi 30 anni nella rete di distribuzione dell’acqua e negli impianti di depurazione.

Pochi giorni dopo è comparso sulle pagine di Cuneo del quotidiano torinese un annuncio, a pagamento, in cui la Confindustria criticava il Piano approvato con toni accesi, con la principale motivazione che gli investimenti previsti sarebbero insufficienti (-35%). Anticipato, pochi giorni prima, dalla richiesta del Consorzio AETA - il Consorzio che raggruppa i gestori delle aziende private e miste - di una proroga sino al 2022 della attuale gestione del servizio.

La Conferenza d’Ambito ha respinto all’unanimità degli 80% amministratori presenti la richiesta di proroga. A ragione, perché non è certamente interesse dei cittadini congelare per altri 5 anni la situazione attuale, con investimenti pari a meno della metà di quelli necessari. La stranezza sta nel fatto che la Confindustria critichi il Piano per l’insufficienza degli investimenti e, al contempo, avalli una richiesta di proroga che gli investimenti di certo non favorisce.

A parte questa contraddizione, occorre tuttavia riconoscere che la critica al volume totale degli investimenti non è del tutto infondata: a livello europeo, infatti, una manutenzione corretta della rete richiede mediamente, ogni anno, dai 50 agli 80 €/ab. Il che significa a Cuneo almeno 29,5 milioni all’anno contro i 23,8 previsti dal Piano. Non si tratta del -35% scritto dalla Confindustria, ma pur sempre di un consistente -24%. La conferenza d’Ambito ha concesso 90 giorni agli Enti locali per avanzare proposte migliorative alla luce delle loro esigenze verificate sul campo. La speranza è che questi 90 giorni siano utilizzati nel miglior modo possibile per evidenziare le integrazioni al Piano che risultassero necessarie.

Poca attenzione invece è stata riservata dai mass-media su quello che è il vero nodo del contendere, ovvero il tipo di Azienda cui affidare il SII. Qui il Piano ci aiuta a farci un quadro della situazione abbastanza preciso. Anzi, il ritardo con cui è stato approvato il Piano sembra essere risultato estremamente utile per chiarire i termini della questione.

Tre le soluzioni analizzate, che sono quelle previste dalle leggi europee: 1) Affidamento ad una azienda privata selezionata con gara europea; 2) affidamento ad una Azienda totalmente Pubblica senza gara europea (affidamento in house providing); 3) affidamento ad una Azienda Mista, sempre in house providing, che abbia però selezionato il proprio partner con una gara Europea.

Scartata per mille motivi la prima soluzione che, tra l’altro, non ha dato buoni risultati in altre regioni italiane, rimangono le altre due sulle quali è bloccato, da anni, il progetto di razionalizzazione del SII in provincia di Cuneo.

I consulenti che hanno redatto il Piano d’Ambito hanno fatto un lodevole sforzo per quantizzare il risultato economico di entrambe le soluzioni, a parità di livello tariffario. Un contributo che può essere letto direttamente sui documenti messi in rete dall’A.ATO4 (leggi qui).

Tralasciando di valutare, per il momento, i risultati di questo studio, dalla lettura dei documenti emerge però un fatto sostanziale sul quale è utile richiamare l’attenzione dei cittadini. Ossia che entrambe le soluzioni - che vedono amministratori locali schierati da una parte e dall’altra - prevedono lo stesso punto di partenza, lo stesso inevitabile passaggio iniziale, senza il quale non si può procedere in alcuna delle due direzioni. Senza il quale l’unica soluzione possibile è proprio quella che tutti vorrebbero evitare, ossia la gara internazionale per l’affidamento ad una società privata.

Il passaggio obbligato consiste nel più volte ribadito: “consolidamento del Patrimonio Netto, degli attivi (comprese le disponibilità liquide) e dei mutui pregressi degli attuali gestori a compagine interamente pubblica”. In altre parole, la costituzione di una società formata dalla fusione delle aziende totalmente pubbliche, cui affidare, in un secondo momento, la gestione in house del SII della provincia di Cuneo. In esclusiva, ovvero, con un socio privato.

Con questa precisa indicazione sul passaggio iniziale del processo contenuta nel Piano D’Ambito, ogni ulteriore indugio sul cammino della riforma non pare più giustificato. E’ quindi auspicabile che gli amministratori delle aziende pubbliche della provincia si attengano alle decisioni della Conferenza, si siedano intorno ad un tavolo e, senza ulteriori perdite di tempo, diano avvio al processo che dovrà vedere, come risultato finale, il coinvolgimento diretto di tutti i Comuni della provincia nella gestione di un bene così prezioso come l’acqua. Senza proroghe né gattopardeschi Consorzi.

Come prescrive la Legge, e il buon senso!

Guido Chiesa

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