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"Uno sguardo oltre la siepe": presentato a Bra il libro pieno di poesia di Pier Luigi Berbotto

BRA

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FIORELLA AVALLE NEMOLIS - E' un tardo pomeriggio invernale e nella prestigiosa sala affrescata del palazzo Mathis, a Bra, in provincia di Cuneo, lo scrittore braidese Pier Luigi Berbotto presenta il suo libro "Uno sguardo oltre la siepe. Storie e miti di un'età che fugge" edito da Araba Fenice. Ad accoglierlo Fabio Bailo e una nutrita e calorosa platea. Non c'è aria di imbarazzo, né di solennità solita in queste occasioni; pare di essere in un elegante ed esclusivo salotto a dialogare, in semplicità.

Quella di Berbotto, sì, è semplicità di modi, ma il suo linguaggio limpido, a tratti auto ironico, è poetico, fluisce e si intreccia con sapienti accenni e citazioni di celebri scrittori. C'è armonia e musica nelle sue parole che scivolano leggere come su di uno spartito: è il tono che fa la musica, come sono le parole che fanno i pensieri. Così mi piace immaginare Berbotto, scrittore estasiato di fronte alla bellezza di un panorama, come quello della Langa sul piazzale del Belvedere a Bra che da bimbo gli mostrava il nonno, o di fronte alla siepe "dell'ermo colle", senza andare oltre ad essa, mentre scopre, come lui stesso dice: "la segreta consonanza tra il paesaggio e la scintilla creativa".

Esordisce con le prime righe prefattive del libro dedicate ad Arpino: "Diceva il mio amico Arpino che un racconto come un romanzo, o qualsiasi altra opera dell'immaginazione, deve sempre avere un suo grumo segreto per arrivare al cuore del lettore". E quel famoso grumo, quel cuore segreto, saltò subito fuori nel suo primo racconto, ed è ora il filo conduttore che percorre l'intera opera "Uno sguardo oltre la siepe. Storie e miti di un'età che fugge".

La prima parte "Storie" è una raccolta di dodici racconti, che appaiono quasi come accattivanti flash di ricordi autobiografici. Nella seconda parte "I miti" annovera incontri, epifanie, esperienze destinate a lasciare un'orma indelebile in chi le ha vissute. E per finire una serie di incontri con grandi nomi della cultura e dell'arte (da Montale a Pavarotti, da Brodsky a Calvino, da Eco ad Arpino, Sordi, Benedetti, Michelangeli). E quasi a mediare tra il mondo della pura e sbrigliata narratività e quello della ponderatezza argomentativa e metodologica, se ne interpone un terzo, un "Interludio" di trentaquattro microsaggi (quindici righe l'uno) a tratteggiare un'opera (Guerra e pace come la Recherche proustiana, Ossi di seppia come le Memorie di Adriano o I Buddenbrook).

Fiorella Avalle Nemolis

(Nella foto: lo scrittore Pier Luigi Berbotto con Fabio Bailo a presentare il suo libro "Uno sguardo oltre la siepe. Storie e miti di un’età che fugge")

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