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Cgil-Cisl-Uil: "Si parta da Saluzzo con lo sportello di collocamento pubblico contro lavoro nero e caporalato"

SALUZZO

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Riceviamo da Cgil Cuneo e pubblichiamo: "Cgil, Cisl, Uil, Flai-Cgil, Fai-Cisl e Uila-Uil di Cuneo, esprimono grande soddisfazione per la firma dell’accordo che definisce, presso il Centro per l’impiego, l’attivazione dello sportello pubblico di incontro domanda-offerta di lavoro in agricoltura. Attraverso un percorso partito dal Protocollo regionale del 13 marzo 2019, ma ancor prima dalle lotte sindacali per l’approvazione della legge 199/2016, si può affermare di aver reso operativa la prima soluzione di effettivo contrasto al caporalato e allo sfruttamento nel settore agricolo. Un’intesa che esprime un’azione concreta e riconosce un grande valore alla contrattazione sindacale sul territorio cuneese.

L’obiettivo comune, di regolarizzare e dare trasparenza nei rapporti di lavoro, dimostra anche l’attenzione di tutte le parti coinvolte (Apl, Cpi, associazioni datoriali, Ente Bilaterale agricolo, Comuni, associazioni di volontariato) su un tema così scottante. E’ importante che la sperimentazione prenda avvio dal territorio di Saluzzo, area dall’alta vocazione agricola e con un alto numero di lavoratori stranieri troppo spesso costretti a condizioni di lavoro poco dignitose e non rispettose di leggi e contratti.

La necessità di regolare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro dovrebbe trovare una sua dimensione a livello nazionale con interventi legislativi che regolino anche i flussi interni di manodopera a seconda del fabbisogno incidendo positivamente sulle vite delle persone coinvolte e delle comunità ospitanti.

Nello scorso mese di giugno, Federconsumatori in collaborazione con l’Oxfam, ha svolto un sondaggio dal quale è emerso che gli italiani sono attenti alla legalità: il 74,41 % del campione consultato ha dichiarato di voler acquistare prodotti estranei a dinamiche di sfruttamento dei lavoratori e dichiara di non voler essere complice inconsapevole dello sfruttamento nei campi.

Tutto a ciò a dimostrazione del fatto che la nostra proposta di lanciare una campagna a favore del "prodotto etico e di qualità" potrebbe trovare risposte sul mercato e dare forza contrattuale per garantire inoltre: trasparenza delle informazioni sul percorso che un prodotto compie dal campo allo scaffale e un costo all’origine dignitoso che garantisca una remunerazione equa agli agricoltori e ai lavoratori. Ancora una volta, le organizzazioni sindacali mettono in campo risposte concrete per i lavoratori".

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