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Renzo Piano ai futuri scienziati del cibo a Pollenzo: "Il vostro mestiere può aiutare il mondo"

BRA

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CUNEO CRONACA - Venerdì 15 ottobre si è svolta la cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico 2021-22 dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo. Ad aprire la mattinata è stata la relazione del rettore prof. Bartolomeo Biolatti, seguita dall’intervento delle rappresentanti degli studenti Maddalena Castellani e Hannah Mcclelland.

Ospite d’onore l’architetto e senatore a vita Renzo Piano, che ha tenuto la Lectio Magistralis intitolata “Come vengono le idee”. Renzo Piano ha inoltre dialogato con gli studenti dell’ateneo e risposto alle loro domande, mettendo a disposizione affabilmente la sua esperienza, i suoi ricordi e pensieri sul passato e sul presente.

Ha chiuso la cerimonia il presidente dell’UNISG Carlo Petrini, con un grazie corale a Renzo Piano e a tutti i presenti. Di seguito la lectio magistralis di Renzo Piano, architetto e senatore a vita.

"Grazie sono davvero commosso di essere qui, perché è uno spettacolo meraviglioso essere qui davanti a tutti voi studenti. Vorrei parlare di una cosa importante, di come vengono le idee. Occorre farsi una domanda: quando è stato il momento in cui voi avete avuto la prima vostra idea?

C'è una prima volta per tutto, come voi sapete: la prima volta che avete pedalato in bicicletta, il primo amore, ma c'è anche la prima idea. L'importante è ricordarselo. Io me lo ricordo: avrò avuto 10 anni, forse un po’ di più e stavo facendo un pasticcio in camera mia, il mio primo piccolo modello. Mio fratello stava guardando e mi disse che il modello era bello. È stato un momento importante: è quel momento in cui si apre un mondo per un giovane.

Quando lo capisci, poi ti si apre tutta una sequenza. Ma se non c’è nessuno che ti dice bravo, non puoi capirlo. Ed è così poi si entra nel mondo, si prende il coraggio di dire la propria idea, bisogna osare dirla. Inizia quella interminabile partita a ping pong che è la vita. E comincia dalla scuola.

È importante che siate qui: una buona scuola è dove si rimandano le idee l’uno l’altro. Non è facile. Al suo primo apparire un’idea non è nulla, la prima idea, che si tratti di cucina, di politica, di costruzione, al primo apparire non è nulla. Addirittura una persona normale diffida un po’ della propria idea, mentre invece una persona arrogante non ne diffida. La persona normale si trattiene un po’, per pudore.

Insomma è un po’ così. È importante prendere coraggio. E anche riconoscere che posso dire una stupidaggine, ma occorre dirlo. Al primo apparire l’idea non sai che è una idea, un barlume. Le idee buone le riconosci solo dopo, dopo che ti sono tornate indietro. Non è facile quando ti viene una idea, perché non sembra nemmeno la tua, non è la tua: io esisto come la somma di tutte le persone che ho incontrato, le cose che ho visto, le cose che ho imparato.

E’ così che si esiste. Siamo tutti “rapinatori” di idee: rubate, a patto che restituiate, magari aggiungendo qualcosa. Non temete di avere idee, anche se temi che la tua idea sia di un altro. C’è un poeta, lo scrittore Jorge Luis Borges, che scrisse una cosa molto bella. Disse che ogni attività creativa è sempre sospesa tra la memoria e l’oblio, tra quello che ci ricordiamo e che abbiamo in testa, e lo abbiamo visto da qualche altra parte, e quindi inventi delle cose, aggiungi. Questa cosa è molto importante.

Al primo apparire l’idea vi sembra un’idea di un altro, ma voi ci aggiungete del vostro e non abbiate paura di rubare. Ho passato la mia vita a rubare e ho cercato di restituire. È così che si vive, e ci vuole un po’ di coraggio. Per avere idee, occorre deciderlo: io voglio avere idee, voglio essere quello che voglio essere, è importante e non è così semplice, perché occorre mettersi in discussione ogni volta, prendersi anche qualche batosta.

Bisogna anche campare senza idee? No. Non pensateci nemmeno un attimo. Per andare nel futuro, perché il passato è tranquillizzante, ma è nel futuro che occorre andare, voi dovete andare con idee vostre, mica con le nostre. È questo che vi serve per la libertà, la libertà di pensiero. Ecco perché bisogna avere delle idee: prendete il coraggio di sbagliare.

E qui chiudo. Perché si assomigliano i due mestieri, il mio di architetto e il vostro di gastronomi? Questa è l’Università della scienza gastronomica, non dell’arte, ma scienza, e mi piace chiamarla scienza della gastronomia. In entrambi questi mestieri, sia quello di costruire edifici e luoghi pubblici, c’è magia: così anche nei mestieri dell’alimentazione. Sono mestieri per i quali occorre avere idee.

Dunque una scienza, ma anche arte. E dunque occorre investire in coscienza: c’è una tecnica per fare le cose, ma al tempo stesso c’è un’etica. Questo mondo non va bene così, bisogna cambiarlo. Metà del mondo sta male perché mangia troppo, l’altra metà perché non mangia abbastanza.

Pensiamo a cosa fa un architetto: costruisce i luoghi dove la gente sta assieme e impara a stare insieme. Nel mondo, dagli edifici fino al tegame sul fuoco, tutto è spinto da un’etica. Il mondo va cambiato. Mettetevi in testa, e se siete qui l’avete questa idea, che con il vostro mestiere, come il mio mestiere, potete cambiare il mondo. Quindi non solo il “come fare le cose”, ma perché farle. 

Una terza cosa – di cui non si parla per pudore – è la bellezza. Una parola che non si usa perché sembra una idea frivola. Non parliamo di bellezza? Invece è sbagliato perché è un concetto che ci siamo fatti rubare dai pubblicitari che fanno aria fritta ed invece è fondamentale. Una persona bella è anche bella non solo da guardare: questo è un concetto profondoche ci appartiene profondamente. Chiamatela poesia, chiamatela bellezza...c’è nel nostro mestiere e si applica sì al mondo visibile, ma anche alle idee, alla scienza, alla solidarietà che sia laica che sia confessionale.

C’è una bellezza della solidarietà. Riprendiamocela questa parola. Anche nella nostra lingua italiana, che è bellissima, il bello non è solo bello da vedere. Un siciliano dice che un piatto è bello, un cannolo è bello, ma perché questo deriva dal concetto di ‘Kalos’ dei greci, bello e buono insieme.

Quindi riprendiamoci questa parola ed è importante dirlo. C’è una bellezza nella gastronomia, che ha a che fare con qualcosa di indicibile: non è facile raggiungerla.La bellezza è l’uccello del paradiso, è irraggiungibile, è la nostra Atlantide. C’è una bellezza nella gastronomia, c’è tecnica, c’è scienza. Non si spiega. Ma sapete di cosa parlo. Voi lo avete capito.

Sulla bellezza ha scritto Dostoevskij: il principe Myškin dice che la bellezza salverà il mondo. Ed in russo l’idea è di una bellezza profonda. Non conosco il russo, ma so che è così. Questa bellezza, questa ansia che contiene anche l’etica salverà il mondo. E lo salverà una persona alla volta, non è una rivoluzione".

(Foto e testo tratti dal sito www.unisg.it)

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