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Questo panorama politico su tutti i versanti fa presagire forti astensioni al voto di settembre

CUNEO

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Il leader Pd Enrico Letta ha rilanciato nei giorni scorsi, ricevendo subito critiche dagli altri partiti, la proposta di una "dote" di circa 10 mila euro per tutti i diciottenni, soldi da usare per la propria formazione scolastica e universitaria, per l'alloggio o per avviare un'impresa. Il finanziamento dovrebbe arrivare con una tassa di successione sui patrimoni plurimiliardari.

 

PIERCARLO BARALE - Letta dovrebbe evitare sparate alla Berlusconi. Quest’ultimo ha riesumato il ponte di Messina e proposto di elevare a mille euro al mese ogni pensione. Per questa ultima sparata si tratta di parecchi miliardi al mese, idonei a creare un nuovo debito e farci rischiare l’intervento europeo alla greca. Il ponte di Messina, come l’araba fenice, rinasce ad ogni tornata elettorale sicula o nazionale. Altra sparata berlusconiana è il raggiungimento sicuro del 20% dei consensi, al quale conseguirà l’indicazione del premier per Palazzo Chigi: magari lui stesso, se non il fidato Tajani.

 

Letta avrà fatto probabilmente il conto di quanti ultra-diciottenni si affacceranno ai seggi per la prima volta. Sempre se ci metteranno i piedi ai seggi. Probabilmente andranno al mare o in montagna. Avevo sospeso, per la pausa estiva e la calura eccessiva, le mie osservazioni, ma la nausea della politica che ha portato alla vergognosa giubilazione di Draghi, mi ha sollecitato il desiderio di scrivere. Non per compassione verso le famiglie dei poveri milionari defunti, che dovrebbero corrispondere un misero 1% su beni immobili, ma perché trovo "pazza" l’idea dell’aspirante premier, se vincerà la sinistra. Ridicolo dare a ogni diciottenne, ricco, povero, a prescindere da tutto, un regalo inatteso e "folle".

 

In generale l’idea di una "patrimoniale" potrebbe anche andar bene. La applicano negli Usa, dove si paga per Irpef il 40% sul reddito oltre all’imposta federale, variabile tra i vari stati. In Texas è all’1%, mentre in California è al 15. Gli immobili del valore di oltre 1 milione di dollari -un bell’alloggio in un paese, ma un bilocale in città- pagano l’1% come tassa federale. In Florida - il buen ritiro di milioni di americani pensionati e attualmente di Trump - non si paga. Mi pare perciò non esatta l’osservazione abbastanza frequente da noi, che le tasse in America sono più basse. Per professionisti, commercianti, imprenditori non c’è grande differenza. Inoltre, le assicurazioni sanitarie private, senza le quali alcune cure sono a rischio qualità e prestazioni stesse costano circa 1500 euro al mese per ogni persona produttrice di reddito.

 

Molti diciottenni di oggi, che hanno terminato le superiori, intendono iscriversi all’università. Il nostro sistema è abbastanza accogliente ed ha applicato il precetto costituzionale. Sicché i capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi possono frequentare con borse di studio idonee a coprire la didattica ed il soggiorno nella sede prescelta, dietro concorso. Per chi ha ottima votazione ed Isee limitato, è facile superare il concorso per l’accesso e mantenere i benefici per tutta la durata del corso. Negli Usa, anche le università più prestigiose corrispondono borse di studio con esenzione totale. Si parla da quaranta a settanta mila dollari all’anno per la sola iscrizione ed ospitano i vincitori per l’intero corso di studi. Gli atenei più prestigiosi non sono raggiungibili economicamente dalla classe media e bassa, salvo che lo studente sia un genio. Succede così che vengano frequentati da figli di ricchi o stra ricchi, spesso pigri e ignorantelli. Grazie ai soldi di “papi” raggiungeranno -magari un po’ in ritardo - la laurea prestigiosa per la provenienza, ma idonea ad entrare in un limitato mondo di figli d’arte nelle professioni. Non nel pubblico impiego o nelle università importanti.

 

Ogni tornata elettorale evidenzia un grande numero di aspiranti parlamentari. Le laute prebende – complessivamente circa 15 mila euro mensili di stipendio - attirano più sfaccendati che professionisti con studio affermato. Imprenditori capaci e dediti all’azienda, medici di valore che badino ai pazienti e non alla politica, chiunque sia stato capace di affermarsi nel lavoro e dallo stesso tragga mantenimento e prestigio personale e familiare, continua il suo lavoro e non guarda a Roma.

 

L’”uno vale uno” di Grillo, con lo sbarramento dopo le due elezioni è il frutto dell’impostazione del movimento-partito organizzato con Casaleggio. I nominati, se eletti, devono essere fedeli al movimento. Abbiamo avuto il blocco dei lavori pubblici e anche i banchi a rotelle. Sono rimaste nubi e domande sui rapporti del movimento con Cina e Russia. Alcune facce le rivedremo in altri partiti, perché a Grillo andrà qualche punto percentuale e qualche uno vale uno nuovo di zecca siederà in Parlamento.

 

Alla fine, purtroppo – e questo non è bello per la democrazia vera - molti andranno al mare o in montagna o semplicemente resteranno a casa, perché stufi della visione delle solite facce, ormai logore, in offerta ai seggi, per la matita copiativa.

 

Piercarlo Barale

 

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