BRA
FIORELLA AVALLE NEMOLIS - Vittoria Negro è un'artista istintiva, libera più di una sedicenne. All'età di 94 anni continua a dipingere ogni giorno: è la sua vita.
Una mattina qualsiasi, prima della seconda chiusura per pandemia, incrocio una signora minuta, avvolta nel suo palto' marrone, in tessuto di lana pura e calda, come non se ne vedono quasi più.
Oggigiorno solo piumini senza forma che ci rendono tutti uguali.
Mi ferma: “Signora, buongiorno! Sono Vittoria Negro, si ricorda di me?”
“Come potrei dimenticarmi di Lei. E' anni che la rincorro alle inaugurazioni di mostre, agli eventi culturali, Lei è sempre presente.
L'ultima volta ci siamo incontrate all'inaugurazione della Wab ( Women art Bra) la mostra dedicata alla creatività femminile, Lei ne è stata la madrina, già dalla seconda edizione.
“So che lei parla sempre bene di me e mi fa piacere donarle una mia opera”.
Non so che dire: ringrazio e le dico che per me è un grande onore.
La signora Vittoria, volto minuto, incorniciato da un caschetto biondo naturale, mesciato di bianco, carnagione chiara e incredibilmente fresca, occhi verde foglia, così intensi, così gioiosi, che se ne vedono pochi.
Mi commuove, ha compreso la mia anima, non è da tutti.
E' sbrigativa, non perde tempo: “Allora ci sentiamo per telefono per la consegna del quadro.” “Certo - rispondo - le lascio il mio numero.”
Frugo nella borsa non ho neanche un biglietto da visita, frugo ancora, neppure un foglietto e una biro per annotarlo.”
“E come facciamo?” sorride e mi punta dritti, come un punto interrogativo, quegli occhi verde foglia, vividi, sempre alla ricerca del bello.
“Signora Vittoria avremo occasione di incontrarci ancora. Non si preoccupi, in qualche modo faremo.”
Qualche giorno dopo suona il cellulare: “Sono Vittoria Negro. Il quadro è già incartato e l'aspetta.”
Mi sorprende un'altra volta. Non si è arresa, ha trovato il mio numero.
“Mando mio marito a ritirarlo domani mattina. Va Bene per lei, verso le undici?”
“Certo! Ma sa dove abito? E' un po' complicato trovarmi.”
“Il nome della via e il numero civico, a cui segue una spiegazione dettagliata. Precisa, come lo dipingesse, è come vederlo.
Marzio arriva a casa col pacco. La carta in cui è avvolto, non è la solita, scontata con alberelli di Natale, rappresenta tanti buffi bassotti, cuffia da babbo Natale, sciarpetta rossa che svolazza, mentre pedalano in bicicletta, con il cestino portapacchi colmo di stelle di Natale oro.
Anche il quadro è molto particolare, non scontato: un delizioso puttino che si sporge in avanti come per spiccare un volo verso un grande frutto, una pera rigogliosa e matura.
La chiamo per ringraziarla e ne approfitto per saperne di più sul suo percorso artistico.
“Disegno da sempre, da quando ero bambina. Sono autodidatta. E' stato difficile essere accettata come donna pittrice, ma ho tenuto duro. Casa mia è invasa da quadri, ne ho venduti tanti, ma ne ho dipinti tanti.”
Il compianto marito l'accompagnava a Chioggia, denominata la piccola Venezia, dove la signora Vittoria trascorreva giornate a dipingere sul cavalletto, a coglierne le luci e gli angoli più suggestivi: palazzi stile veneziano che si specchiano nei canali, e i “Bragozzi” le caratteristiche imbarcazioni chioggiotte con le vele variopinte, che furono i soggetti del suo primo quadro.
“La luce di Venezia è speciale - commenta - un quadro senza luce non è nulla!
La sua pittura coglie luci e atmosfere uniche e molto personali.
Mi racconta di mostre personali, dell'incontro con il noto pittore Luigi Pagan, che sorpresa a dipingere, la incoraggiava e divenne in seguito il suo maestro, con il quale confrontarsi sulle luci diurne e notturne.
Ascolto ed assorbo la bellezza decantata dalla signora Vittoria, ne faccio tesoro.
E mi spiace quando mi saluta con: “Sono contenta che il quadro le sia piaciuto e veda di star bene.”
Sto benissimo: ho il quadro tra le mani mentre valuto di appenderlo nel posto più degno.
Fiorella Avalle Nemolis